“Il vento non si può fermare” è il nuovo libro di poesie di Franca Loguercio Camardo: è stato presentato durante la lezione di giornalismo all’Università Unitre dal giornalista Carlo Abbatino. Una presentazione che ha coinvolto tutti gli allievi, chiamati a declamare alcune sillogi della poetessa e scrittrice, che ha pubblicato per circa un decennio novelle sui settimanali “Amica”, “Confidenze” e che ora sta scrivendo romanzi di prossima pubblicazione a cura di una casa editrice francese.
“La professoressa, già docente di Educazione Tecnica alla scuola Media “N. Festa” – spiega Abbatino- porta a compimento un’altra raccolta di poesie “Il vento non si può fermare” mostrando a se stessa quella grande voglia di essere sempre nel profumo della propria esistenza raccogliendo fiori dal suo impeto giovanile interiore e profondo che ha nel suo animo per farne versi radicati nel pieno dei sentimenti. Sentimenti che si aggradano con congetture spontanee, vere ma che portano a porre domande e nel momento in cui alla mente si pongono domande queste sono anche testimonianza di volontà improntata sulla curiosità che è sinonimo di vita, di accelerata e sempre fantastica vita. E le domande chiedono risposte a chi ha il piacere di leggere la sua versatile armonia che è pura poesia fuori dagli stereotipi classici ma spontanei e di facile presa e lettura. E si, l’autrice di romanzi e poesie, è super piena delle caducità della vita di come questa si invola nella quotidianità del vivere. Ella diviene osservatrice acuta e riflessiva, per cui la sua mente produce e dà splendidi “doni” tanto da sottolinearli con “Brindisi” e attinge alla sua memoria che della sua vita ne ha piena raccolta e pronta a dirla attraverso la poetica che è un susseguirsi di emozioni. La poetessa-scrittrice non si discosta mai da quell’Io imperativo che la tiene avvinta alla vita e dalle emozioni che esso suscita rendendola operatrice a tutto tondo con la realtà che la circonda e dalla quale vuole avere essenza della relazione con gli altri. Franca Loguercio non è mai sola nel suo pensare poetico ma tiene sempre caro l’Io freudiano che è sinonimo di esistenza partecipata con gli altri. Ogni sua poesia di questa raccolta diviene “Una rincorsa” per cercare l’Io perduto, dolente, ironico, nudo, graffiante, brillante e soprattutto meravigliosamente mio!!”.La poetessa ha voglia di vivere , di cantare stornelli d’amore di scrivere versi poetici con la mente lontana colma di fantasie, allungare la mano per fermare il vento ma il vento non si “Può fermare”. Le parole sono prese dalla poetessa come elementi della comunicazione variegata nella loro essenza e possono essere “Sussurrate al miele” perché dolci, ma anche quelle graffiate dall’ira, arroganti, vaganti, possono esserle e le parole sono cultura quando aprono il cuore sono appropriate, gentili ma anche premeditate, non pensate. Possono interrogare il destino e l’anima invisibile, incantare sogni e realtà, svelare segreti , passioni , stati d’animo , adulare. Loguercio si lascia andare nella spiegazione poetica di cosa sono le “Illusioni” quando la chimera , vano desiderio radicata nella mente si burla di noi con fili invisibili e ricama le nostre illusioni. Trova se stessa sognatrice e donna matura pronta a vivere , amare, ascoltare, sorridere solo per “Esistere”. Il “Silenzio” diviene ambivalente perché prima ferma il tempo il giorno confuso con la notte, le note inascoltate e la voce imprigionata e poi ridà alle ore il senso ritmico , l’ossigeno della speranza la voce pregna di parole”. La poetessa si lascia andare in una gioia interiore tanto da fare un “Brindisi” all’allegria , al tramonto, ai ricordi tanti, importanti , splendidi doni della memoria”. In quanto donna avverte “Un canto d’amore” fatto di carezze che scorrono lentamente sulle emozioni, di bacio che vola sulle labbra e del canto d’amore che un giorno sul far della sera, incantò la vita. Loguercio “Nell’aria tersa” si pone domande : fluttuano nell’aria tersa i miei pensieri? Proiettato nel cielo il mio Io? Ogni lettura delle sue poesie aggradano l’animo del lettore che per essere tale ha il cuore nobile della poesia per lasciarsi prendere con profondi sentimenti per i quali può trovare regolare corrispondenza di sensi, di affetti, di situazioni vissute. La capacità di rendere le parole affabili alla lettura di chiunque- spiega Abbatino- fanno della Loguercio una tessitrice dall’animo e dal cuore aperto che diventano speculari. Quando si lascia prendere “Dal dolce far niente” si chiude a riccio e si crogiola nel guscio vuoto della leggerezza di memorie lontane che cullano il suo dolce far niente. E nell’andare per suoi versi si imbatte nella domanda “Che cos’è la vita” e risponde: “Un attimo di respiro svanito nell’aria , un giorno di attesa pigro da passare, un raggio di sole che sorprende l’ottimismo”. E il sole lo si incontra anche quando abbaglia i pensieri schiumati , la corsa dei giorni e la notte adagiata che consegna già domani”. Sono evidenti nell’animo della poetessa l’alternarsi del giorno e della notte e in questo alternarsi “Verrà” domani e sarà giorno e sarà notte , sarà la vita. Per Franca Loguercio che ricalca sempre più la caducità della vita il sole nella poetica “Le chimere”, dipinge con intensi colori il mondo dove se è virgola di esso è cellula palpitante immersa nel respiro di un sogno che altro non è che potrebbe essere se non un fremito di fantasie ricolme di chimere?
Nel susseguirsi di poesie di questa raccolta la poetessa pone uno sguardo su “La mia città” Matera che “oltre l’orizzonte l’incanto della memoria racconta…. Un paesaggio che ricorda padri grondati di sudore , nell’atto di scrivere la nostra storia, la storia dell’Umanità” e il percorso poetico de “Il vento non si può fermare” chiude con la poesia “Dentro di me” in cui Franca Loguercio , tra l’altro, richiama quell’Io che riflette nell’acqua l’anima , i sussulti di una vita gustata a tratti ma amata sempre e una poesia “I miei silenzi per dimenticare il chiasso di chi corre perdendo l’attimo” e sottolinea con “La cultura” ambita, erudita , pregnante , pronta a sorprendere, a narrare il possibile e l’impossibile di un mondo che vuole sempre stupire e che attenta ai vuoti della mente e ai soffi dell’anima, apre nuovi orizzonti , rende sicuri i timidi , abili mani pigre e geniali cellule creative.
La cultura per Loguercio “è ricchezza elargita con entusiasmo o noia con tempo senza età con un passato glorioso e un avvenire da capogiro”.
Ecco che il percorso giunge al termine di questa raccolta che avrà certamente un seguito considerando la prolificità dell’essere dell’autrice sempre pronta a riempire pagine bianche con il suo amore di passato e con il suo ottimismo e sorridente sguardo al presente. E la sua carica poetica è ancora più empia in “Scorcio di vita” in cui con la mente fotografa l’andirivieni di quella quotidianità che passa veloce, frenetica davanti ai suoi occhi fermandone immagini dopo immagini il significato del trascorso della vita dell’uomo a cui la poetessa dice: “Basta correre. Fermate il mondo. Ci sono io, ci siamo noi”.