Venerdì 15 aprile 2016 alle ore 18 presso la Libreria Di Giulio a Matera l’autrice Katia Ricci presenta il libro “Séraphine De Senlis”, edizioni Luciana Tufani.
Interventi di l’arista Dario Carmentano e la poetessa e scrittrice Rossana Tinelli.
Biografia Katia Ricci
Pittrice e critica d’arte, vive a Foggia dove insegna Storia dell’arte in un Liceo Classico, è attiva nel circolo culturale “La Merlettaia”, fondato nel 1993 da un gruppo di donne che nell’ottica femminista vogliono attuare una crescita culturale e uno scambio politico.
Fa parte di un coordinamento nazionale di artiste che organizzano mostre itineranti collettive. Ha già pubblicato altri libri su artiste, saggi critici e articoli per varie riviste.
Tra le sue pubblicazioni: Mary Cassat. Da Pittsburgh a Parigi (Selene edizioni), La lezione delle tessitrici del Bauhaus, in Lingua bene comune, a cura di Vita Cosentino, Città Aperta Edizione, Charlotte Salomon, I colori della Vita, Palomar.
Séraphine de Senlis – edizioni Luciana Tufani
Séraphine Louis , nota come “Séraphine de Senlis” (1864-1942), è stata un pittrice francese in stile naif dalla vita e dalle qualità artistiche molto particolari. Autodidatta, iniziò a dipingere quadri di grande originalità che le valsero l’apprezzamento del famoso critico e collezionista Willhelm Udhe che la fece conoscere e le procurò il successo.
Nel libro vengono ripercorse la vita e le scelte artistiche della pittrice francese, autodidatta, affetta da disagio psichico, cresciuta in un convento dove dipingeva i suoi quadri dichiarandosi ispirata dalla Madonna e morì in manicomio nel 1942.
L’intensità delle sue opere, sono a volte interpretate come un riflesso della sua psiche, camminando sul filo del rasoio tra l’estasi e la malattia mentale. La spinta spirituale a dipingere, i comportamenti e il vestiario inusuali, la ricerca continua di un contatto con la natura erano, per l’artista, le modalità attraverso le quali esternare il proprio essere, la propria soggettività, l’enorme potenziale creativo che sentiva dentro di sé, ma che non fu compreso dai suoi contemporanei. Séraphine pagò, infatti, la sua eccentricità con l’internamento a vita.
L’eccellenza di Séraphine non consiste solo nella qualità artistica delle sue opere, ma nel suo desiderio di essere e diventare la donna che voleva, artista e libera, pur partendo da una condizione di necessità e da un ruolo sociale subalterno. Per questo la sua arte assume un carattere esemplare. Uno dei tanti esempi di donne che sono state dichiarate pazze perché non si uniformavano alle aspettative della società in cui sono vissute.