Il giornalista Biagio Maimone, originario di Maratea, in Basilicata, presenterà, martedi 15 ottobre, alle ore 17.30, nella Sala Conferenze dell’Istituto Italiano di Cultura di New York, a Park Avenue, il suo saggio intitolato “La Comunicazione Creativa per lo sviluppo socio-umanitario”, edito dalla Casa Editrice TraccePerlaMeta.
Il libro sta riscuotendo molto interesse in quanto propone la necessità di fondare un nuovo modello comunicativo che ponga al centro la relazione umana ed, ancor più, l’emancipazione morale ed umana della società odierna.
Il libro ha ottenuto il Patrocinio dell’Istituto Italiano di Cultura di New York ed è stato
inserito nel programma delle iniziative per l’edizione 2024 della Settimana della Lingua Italiana nel mondo il cui tema quest’anno è “L’italiano e il libro: il mondo fra le righe”.
La metropoli statunitense rappresenta la prima tappa internazionale del giornalista lucano, il quale intende presentare la sua opera letteraria nelle principali città europee e negli Emirati Arabi.
La Basilicata o meglio la città di Maratea si attesta nel mondo.
“Portare nel mondo la mia Basilicata, la sua cultura, le sue tradizioni e la sua storia, rappresenta per me motivo di orgoglio e di gioia” ha dichiarato il giornalista che è tra i Promotori dell’iniziativa “Area Sud Basilicata a Patrimonio Mondiale dell’Umanità” e prossimo Presidente del Progetto “Ricas Italia” per la cultura della sostenibilità”, Associazione che partirà dai 27 Comuni dell’Area Sud della Basilicata per raggiungere l’Europa e il mondo intero quale modello di Sostenibilità e di Solidarietà.
Secondo Maimone, Il dialogo è la condizione imprescindibile per realizzare la pace ed esso vive se chi comunica utilizza la
“parola vitale”, tale in quanto genera la vita e non il conflitto.
La comunicazione è vitale, pertanto, quando fa sgorgare dal cuore umano l’amore per la “Bellezza”, che è l’espressione di un disegno di amore insito nell’interiorità di ogni persona, da proiettare nella realtà per emanciparla e renderla una dimora accogliente per tutti, nella quale non vi è posto per la violenza e la conseguente esclusione. L’Amore per la “Bellezza”, da veicolare attraverso la comunicazione, la parola scritta e parlata, inevitabilmente, conduce all’amore per i deboli, per gli ultimi, al fine di renderli forti, inclusi, risvegliando in loro la gioia di vivere.
L’amore per la “Bellezza” si prefigge la diffusione di quella “Parola” capace di veicolare la “Pedagogia della Pace”, che crea ponti di umanità e quel dialogo che fa vivere le differenze, accogliendole in un progetto di vita.
“Nel mio saggio ho voluto porre in luce la necessità di creare un modello comunicativo che tenga conto dell’importanza inconfutabile dell’uso appropriato della parola, superando quelle distorsioni, ormai consuete, che la rendono veicolo di offese, di menzogne, nonché di calunnie, che ledono la dignità umana dell’interlocutore e di ascolta o legge.
Possiamo constatare come spesso i mass media, i social molto di più, veicolano messaggi i cui contenuti sono pervasi dalla violenza e dall’odio sociale, dall’intento di screditare e porre sul rogo chi ritengono essere un avversario.
Ciò che emerge è il farsi strada di una subcultura della comunicazione che rischia di impoverire sempre più la relazione umana, in quanto i messaggi che essa trasmette sono diseducativi.
Nel mio testo, che intende contrastare tale impoverimento culturale e la sua nocività, si rimarca che la parola è vita in quanto deve generare la vita nelle sue espressioni più nobili e spirituali, perchè essa penetra nelle coscienze individuali e collettive e, se è sorretta dalla violenza e dalla menzogna, crea una coscienza umana che è guidata da disvalori che impoveriscono i singoli individui e, conseguentemente, l’intera collettività ed il contesto sociale.
Umanizzare il linguaggio affinché sia veicolo della ‘Pedagogia della Vita’ definisce il significato autentico del mio impegno giornalistico, che sono certo possa essere condiviso da chi fa della comunicazione lo strumento mediante cui giungere al mondo interiore di chi ascolta, al fine di arricchirlo e non impoverirlo attraverso un uso distorto e, pertanto, nocivo del linguaggio.
L’ epoca contemporanea pone in luce un crescente smarrimento di natura spirituale e morale, che si riflette sulla relazione umana, sulle relazioni tra gli Stati e i Continenti dell’intero universo, generando conflitti, nonché povertà morale e materiale. Ne è testimonianza l’insorgere continuo di conflitti in numerosi territori del mondo.
Quel che manca è la ‘Cultura Umana’ , la ‘Cultura della Fratellanza Umana’ e la ‘Cultura’ intesa come conoscenza profonda della realtà e del significato autentico del valore dell’essere umano, in quanto soggetto pensante, nel cui mondo interiore vivono i valori che gli attribuiscono un valore regale rispetto a tutte le altre creature ed, ancor più, rispetto alle cose” ha dichiarato Biagio Maimone, il quale ha sottolineato inoltre: “La cultura umana consente di cogliere la bellezza depositata nell’interiorità della persona, generata dallo splendore divino che alberga nell’animo umano.
E’ compito di chi comunica porre al centro la ‘Cultura Umana’ ed, in tal modo, rimarcare il valore supremo dell’essere umano, che lo distingue dalle cose materiali.
Per tale motivo intendiamo insegnare, partendo dai rudimenti della conoscenza, quell’arte che già Fromm rivendicava come valore supremo, che è l’arte di amare. Occorre insegnare, pertanto, ad amare. Occorre, pertanto, comunicare l’amore.
Ed ecco la necessità di fare in modo che la nostra pedagogia comunicativa sia tesa al recupero dei valori dell’arte e della spiritualità, entrambi appartenenti alla sfera etica e morale della vita dell’individuo, necessari per alimentare e far progredire ogni dimensione della vita umana.
Si tratta di ritrovare la bellezza morale attraverso la comunicazione, che diviene, innanzitutto, insegnamento morale, talmente incisivo da poter migliorare l’interazione umana.
In veste di Direttore della Comunicazione dell’Associazione “Bambino Gesù del Cairo”, fondata da Monsignor Yoannis Lahzi Gaid, già Segretario personale di Papa Francesco, ho avuto la possibilità di fare esperienza della bellezza interiore, cogliendola nell’impegno di coloro che si prodigano a favore dei bambini abbandonati e poveri, di coloro che vivono nella povertà, di quanti non godono i loro fondamentali diritti sociali, umani e civili.
Ho avuto modo e avrò modo di comunicare la solidarietà concreta impegnandomi sul piano giornalistico a favore dei contenuti del Documento sulla ‘Fratellanza Umana per la Pace Mondiale e la Convivenza Comune’, sottoscritto, il 4 febbraio 2019, da Sua Santità Papa Francesco e dal Grande Imam di Al-Azhar Ahmad Al-Tayyeb.
Il suddetto Documento ha dato vita a numerosi frutti, dei quali ho avuto l’onore, grazie a Monsignor Yoannis Lahzi Gaid, che in me ha riposto fiducia, di poter scrivere, collaborando, in tal modo, nell’impegno della loro divulgazione.
Ho avuto la possibilità anche di poter scrivere relativamente alla realizzazione della Casa della Famiglia Abramitica, edificata nella città di Abu Dhabi, che è uno tra i progetti più rilevanti in quanto pone le basi del dialogo interreligioso creando uno spazio fisico, un territorio comune su cui sono stati edificati tre luoghi di culto diversi (una Chiesa, una Sinagoga e una Moschea), posti l’uno accanto all’altro, in ciascuno dei quali si praticano religioni diverse, le quali si interfacciano reciprocamente per dialogare su ogni tema della vita religiosa ed umana.
Altrettanto coinvolgente è stato per me poter scrivere relativamente ai seguenti progetti: l’Orfanotrofio ‘Oasi della Pietà’, che è stato inaugurato il 5 maggio 2024 nella città Il Cairo, i Convogli medici, l’Ospedale Pediatrico “Bambino Gesù del Cairo”, primo Ospedale del Papa fuori dall’Italia, la “Scuola della Fratellanza Umana” per le persone portatrici di disabilità, la “Catena dei Ristoranti della Fraternità Umana”, denominata ‘Fratello’, che offre pasti gratuiti alle famiglie bisognose egiziane. Poter contribuire alla loro conoscenza è stato per me motivo di grande felicità.
Dedico il mio libro, pertanto, a Monsignor Yoannis Lahzi Gaid per la fiducia che ha riposto in me e, nel contempo, a Sua Santità Papa Francesco, in quanto promotore della realizzazione dei progetti, per i quali ho potuto collaborare nell’impegno di divulgazione, che ha visto l’opinione pubblica destinataria dell’informazione inerente l’impegno connesso all’affermazione del dialogo interreligioso, promosso, in via prioritaria, dalla Chiesa Cattolica e dalla religione musulmana sunnita.
Ritengo che comunicare la pedagogia dell’amore, del rispetto della dignità umana e del valore della vita spirituale sia compito primario dei mass media, degli operatori che in essi riversano le proprie energie.
La dimensione socio-umanitaria della vita non può essere sottovalutata da una comunicazione priva di ‘anima’, in quanto la società rischia di regredire verso la barbarie, in cui dominerà la violenza in tutte le sue forme.
La vita non può essere un campo di battaglia, ma l’incontro amorevole e fraterno di ogni essere umano.
Perché sia così è necessario diffondere messaggi che ricreino la consapevolezza smarrita del valore sacro di ogni persona.
In tal modo la bellezza, intesa come espressione magnifica dei valori spirituali e morali, tornerà – come ho scritto nel libro di cui sopra – ad illuminare ogni ambito dell’esistenza: ‘La Bellezza – non vi è dubbio – tornerà ad essere il volto magnifico della vita. La forza prorompente della Bellezza, che la Parola ha il dovere di trasmettere, sconfigge ogni male! È scritto nel Vangelo, è scritto nel cuore degli uomini di Buona Volontà ed è scritto nelle trame vitali dell’esistenza, che nessuno potrà mai distruggere perché esse appartengono alla Vita e la Vita è la ragione stessa dell’esistere umano'”.