La Biblioteca di Energheia, pubblicato libro digitale “Giambattista Pentasuglia. Un materano alla Spedizione dei Mille”, autori vari.
Il testo qui editato raccoglie i documenti riguardanti la vita e la storia del materano Giambattista Pentasuglia, componente la spedizione dei Mille.
Al suo interno troviamo una breve biografia curata da Francesco Nitti del 1954, estratto dalla rassegna “Lucania d’oggi”, una di Arturo Del Pozzo del 1911; una lettera di encomio del Capitano Comandante Francesco Gazzoletti al Generale Pandolfini; una lettera del Professor Carlucci inviata al Senatore Ridola nel 1911; il conferimento di un’Onorificenza da parte del Comune di Matera il 20 Novembre 1866 ed infine, il discorso pronunciato dal Pentasuglia a Cagliari, in occasione dell’inaugurazione della linea telegrafica che collegava la Sardegna alla Sicilia.
Lo storico materano Francesco Nitti, nel suo documento scrive: “Il caso di Giambattista Pentasuglia, uno fra tanti, va esaminato come episodio tipico del nessun apporto dato al progresso culturale e politico del Paese di origine, da quegli intellettuali materani – ma il discorso forse andrebbe esteso a tutto il Mezzogiorno – che si son trovati lontani da esso e dai problemi della sua vita e della sua società.
Ma va pur detto che se non c’è posto per il Pentasuglia nella storia locale, resta pur sempre valida quella sua irruenza morale e la completa dedizione di sé alla causa di una Patria più grande dell’Italia. E, forse, il dato che più conta di tutta la sua opera, è in quel suo atteggiamento di patriota, vissuto lontano dalla quiete del suo paese natio, alle prese con problemi che, pur essendo tutt’altro che estranei alla vita della piccola comunità, superavano tuttavia, per la loro vastità, i limiti dei problemi più specificatamente materani. Ma c’è anzitutto una situazione di fatto da considerare – anche perché non è stato ancora fatto – ed è quella sua vita tutta dedicata all’Italia”.
Nel libro sono poi indicate le Onorificenze ottenute durante la sua carriera oltre alla stele e al busto di bronzo che la città gli ha voluto riconoscere.