Maddalena Bonelli, originaria di Grassano e materana d’adozione, ha vinto il premio Cesare Pavese nella sezione medici con il saggio sul grassanese Arcangelo Ilvento.
Il Premio Cesare Pavese è nato 35 anni fa da un’idea del dottor Francesco Bronda, medico e scrittore e inizialmente era dedicato ai medici. Negli anni, ha acquistato visibilità e prestigio grazie al CEPAM. Oggi è un premio internazionale di alto livello, ambito da nomi dell’eccellenza letteraria italiana.
Maddalena Bonelli esprime grande soddisfazione per questo prestigioso riconoscimento: “La mia tesi di diploma di scuola superiore verteva su Cesare Pavese e ritrovarsi tra i vincitori del premio a lui dedicato è un grande onore.
Il saggio ha già ricevuto una menzione speciale al concorso “la Serpe d’oro 2018″ dell’AMSI ed è il frutto di un approfondimento della figura di questo illustre medico lucano, colpevolmente dimenticato dalla storia e ancor più dalla città di Matera che nel 1958 prese formale e pubblico impegno di a lui dedicare l’ospedale allora in costruzione. Impegno mai mantenuto.
Il suo busto, opera di Tamburlini, è ancora abbandonato nel cortile dell’ex dispensario in attesa che venga trasportato nel laboratorio della sovraintendenza delle belle arti di Matera per la ristrutturazione che è stata deliberata nel maggio scorso grazie alle pressanti richieste di cittadini di Grassano, in primis del giornalista Giovanni Spadafino con cui ho il piacere di collaborare per la buona riuscita del progetto che vuole ridare dignità alla figura di Arcangelo Ilvento, e una idonea ricollocazione del suo busto.
È grazie a questo impegno che ho conosciuto meglio l’opera di Arcangelo Ilvento ed ho voluto scrivere di lui, dei suoi scritti scientifici e divulgativi e del suo titanico lavoro a favore della salute dei più poveri”.
La premiazione è in programma il prossimo 25 agosto a Santo Stefano Belbo, paese natale di Pavese.
Michele Capolupo
Di seguito una parte del saggio a cura di Maddalena Bonelli su Arcangelo Ilvento, medico e legislatore, filosofo e poeta nel cuore.
Ad Arcangelo Ilvento si deve la maggior parte dell’organizzazione sanitaria, sia legislativa che pratica, nel periodo che va dal 1900 al 1936. Malaria, vaiolo, dermotifo, colera, tracoma, scarsa igiene e soprattutto la tubercolosi, furono i mostri contro cui combatté impegnandosi da pioniere sia nel campo della prevenzione che della cura, occupandosi di sociologia, ingegneria sanitaria, medicina scolastica e del lavoro. Si dedicò completamente, con profondo patriottismo e amore, alla salute della gente povera della sua terra. In questa relazione si fa riferimento soprattutto al suo profondo amore per la letteratura e alla sua capacità di scrivere di medicina e sociologia con prosa elegante e raffinata e con accenti poetici. Eppure la storia lo ha dimenticato.
Nella fotogallery Maddalena Bonelli e il busto di Arcangelo Ilvento, opera di Tamburlini, abbandonato nel cortile dell’ex dispensario di Matera