Ancora una volta Antonella Pagano è a Bisceglie con la Sua raccolta di saggi e poemi:”Cantò come dea” edito dalla Nemapress di Neria De Giovanni, Presidente del Bureau International des Critiques Literaires. Uscito ad aprile già percorre le strade d’Italia iniziando con il Salone del Libro di Torino, quindi Lagonegro nell’ambito del Festival della Cultura e della Creatività di cui la Pagano è stata Madrina. Il libro sarà presentato da Pina Catino, Presidente del Club per l’Unesco di Bisceglie. Di seguito l’intervista rilasciata alla nostra redazione.
E’ la sua terza volta a Bisceglie. Si e’ innamorata di questo Borgo Pugliese?
Intanto sarebbe impossibile non innamorarsene. Sono un’ italiana fierissima di esserlo, adoro ogni centimetro quadrato di questa nazione benedetta da Dio, dalla Natura e dagli Uomini illuminati che l’ hanno decorata con opere d’ arte e architetture favolose e poi adoro immensamente l’ Italia dei Borghi…favole a cielo aperto, favole che accarezzano l’ anima, favole buone e belle per gli occhi, gustosissime per le papille. E allora se un Borgo ci mette anche libri dappertutto e fa crescere la Kermesse fino a renderla la piu’ Grande d’ Italia come non amarla e innamorarsene talche’ l’ aspetto con la stessa ansia con cui si aspetta l’innamorato? Dunque ci sono ancora una volta in questo prestigioso tempio della lettura, del libro, della scrittura e saro’ Nuovamente alle Vecchie Segherie Mastrototaro, anche prestigioso Bookstore Mondadori. Direi che con il suo torrione si presenta tale quale il mausoleo vitale, il baluardo che palpita legno per carta da scrivere ancora, per pagine da colmare e libri da regalare al tempo e ai lettori che in questa parte d’Italia non sembrano affatto mancare. E’ così che tra mare, cielo e terra il Borgo antico di Bisceglie si anima di sillabe volteggianti.
Ci dà qualche numero?
Beh: 160 scrittori e moltissimi editori, tutti i pugliesi e gran parte degli italiani rispondono, di anno in anno, effervescentemente al richiamo del fascino di questa cittadina pugliese che sa raccontare al mondo -di anno in anno- quasi tutta la produzione libraria italiana. Quella di quest’anno è la decima edizione. Oltre 40 sponsor. Una ventina di Patrocini istituzionali. Ricaduta? Si pensa da 1a 4/5… l’ Associazione si sta attivando per lo studio dettagliato della ricaduta sul territorio.
Cosa l’affascina di più?
Mi piace muovermi tra i vicoli, sui sagrati e negli androni dei palazzi, così come nelle piazzette e nelle piazze…è un miracolo per noi che frequentiamo la parola, le sillabe, la poesia, la ricerca, la denuncia. E’ un miracolo sentire odore di libri nuovi dappertutto, odore che si fonde a quello del mare che ora accarezza ora schiaffeggia gli scogli frastagliati e odorosi; parole che volteggiano insieme al suono delle campane mentre par di vedere -da quel preciso punto del porto- l’esercito di Templari partire alla volta della Terrasanta. E’ un mix di storia antica, vecchia e nuova che lascia intravedere finanche le possibilità future. E’ un opificio di storia viva. E se solo si pensa ai 400 volontari? In cappellino bianco e maglia griffata? E poi questo cielo e il mare aperto sanno d’infinito e le….morte stagioni….qui resuscitano e vivificano la storia contemporanea. Ecco, a proposito di Infinito: la grande scalinata che collega via Porto a via Cristoforo Colombo -entrambe arterie dirette centro-mare- e’ divenuta il Teatro per tagliare il nastro di questa decima edizione. Gli scalini son divenuti le pagine su cui tanti ragazzini hanno scritto i versi de’ L’ Infinito di Giacomo Leopardi. Versi che sono stati letti da tante interpreti con un maestro che dirigeva la sequenza mentre tutti i convenuti salivano pian piano su per questo originale libro. Una metafora forte, la penso come….ascensione poetica… direi! Se pure mi si vorra’ accusate di eresia…alla fin fine eresia fa rima con poesia! E allora sia! Il duecentenario leopardiano ha trovato deliziosa celebrazione. Taglio del nastro verdebiancorosso e il via. Tutto il borgo ha preso a parlare le nuove parole del 2019 partendo dalla piu’ bella, perfetta poesia del mondo. E oggi tutti conversano; la febbre del libro e della scrittura contagia non solo gli scrittori, gli editori e i giornalisti direttamente interessati, no no, contagia tutti e tutto. Finanche si riversano a Bisceglie gli abitanti di tutti i paesi del circondario, oltre a quanti raggiungono i protagonisti che arrivano da tutta Italia …e poi i turisti stranieri…una marea umana festosa che legge, asconlta, commenta e poi -non vi sono parole per raccontare la magia di un esercito di bambini e ragazzini con maglietta e cappellino griffato che con cariole ben decorate, si proprio quelle dei muratori, messe a nuovo e colmate di libri, si muovono tra la folla a portar pagine…a sollecitare attenzione al libro, amore per la parola scritta. Che meraviglia! L’ultimo fine settimana di agosto prepara le letture per il prossimo autunno e inverno e Bisceglie diventa scrigno di sapienza nazionale. Saggisti, politici, narratori e giornalisti, volti noti dello sport e dello spettacolo, tutti trovano qui il luogo ideale per presentare le proprie opere e dibattere delle tematiche più stringenti.
E i giovani?
Kermesse affascinante anche per riservare spazi tra i più significativi finanche ai talenti in erba; lo scorso anno fu destinato loro il piu’ prezioso spazio del Castello. Quest’ anno si e’ anche aggiunto il palco senza alcun fondale, ovvero una grande cornice davanti al mare … scenografia tutt’azzurra di cielo e di mare. Gli autori sospesi nell’ azzurrita’. Insomma Bisceglie e’ il ciclopico salotto letterario tra cielo, terra, mare e architettura sedimentatasi nel tempo con la sapienza delle maestranze pugliesi che ci hanno lasciato borghi di straordinaria bellezza.
Il suo libro?
Si intitola: “Cantò come dea”. Son dolce e acuta. Accarezzero’ e punzecchiero’ le coscienze…suono l’ armonica a bocca questa volta a vibrare e far cogliere la vibrazione che siamo e che solo abbisogna di mettersi in armonia con l’ Universo! Se solo fossimo attenti alla vibrazione universale! E’ l’ Urgenza piu’ urgente che abbiamo. Prima che le notti della ragione disintegrino ogni cosa.