Con “Matera, storia di una città”, l’architetto materano Lorenzo Rota rende un grande omaggio alla città dei Sassi. Edito dallo Studio Giannatelli e dedicato alla gentile consorte “amabile, per il costante sostegno alla redazione di questo studio”, il volume si avvale della presentazione di Armando Sichenze, ordinario presso l’Università degli Studi della Basilicata. Sichenze presidede il comitato ordinatore della nuova Facoltà di Architettura a Matera dop aver fondato e coordinato il dottorato di ricerca internazionale in Architecture and urban phenomelogy dal XXII al XXVI secolo.
“Questo studio – ha precisato Rota – sviluppatosi nell’arco di una intera vita professionale in cui il tema del recupero della città antica ha costituito parte importante, è scaturito dal proficuo confronto con i numerosi protagonisti della cultura materana degli ultimi quattro decenni tra cui ricordo in particolare Raffaele Giura Longo, insigne storico di questa città e Mario Tommaselli, appassionato studioso e divulgatore delle qualità del nostro territorio. A questi- precisa Rota- voglio affiancare quanti mi hanno supportato nella costruzione del discorso che in corso d’opera si delineava: penso a Gigi Acito, Renato Lamacchia, Pina Canosa e, per la spinta a pubblicarene gli esiti a Armando Sichenze e Daniele Cappiello. Il libro si apre con la presentazione di Sichenze che sottolinea una cosa estremamente importante e che guarda proprio la grande storia di una delle città più antiche del mondo quale è Matera: “Le prime pagine di questa monografia hanno solo il compito di inquadrarla insieme all’autore nel tempo e in uno spazio di mondo che la vasta produzione editoriale su Matera non riesce forse ancora cogliere in una piena prospettiva di futuro. Se sfugge ancora , forse, è per la giusta importanza attribuita agli argomenti legati alla terra e alla costruzione del tempo più che allo spazio, trascurando di conseguenza di trarre le conclusioni sull’immenso contributo architettonico etichettabile sotto la voce della costruzione del vuoto”.
Rispetto al lavoro dedicato a questa pubblicazione Rota sottolinea che “probabilmente ci voleva un architetto–urbanista come Lorenzo Rota, giunto ad una maturazione di varie esperienze e responsabilità, per leggere e rappresentare processi di costruzione dello spazio che nella città procedono a partire dall’architettura, anche quando sembra che sia il progetto a muovere le cose”.
Il lavoro di Rota si dipana in una rappresentazione numerica di oltre trecento pagine che sono arricchite anche di immagini a colori e in bianco e nero che sembrano muoversi in una sequenza filmica e tuta la storia materana diventa sempre più avvincente. In questo modo il racconto edilizio, e architettonico della città più antica del mondo assume quei connotati che scaturiscono dalla professionalità. Rota racconta Matera dalla preistoria all’età classica approdando a quella città rupestre e proseguendo nella città medievale passando dalla città rinascimentale che ha in propria l’ossatura urbana dei Sassi. Parla di una Matera quale città Barocca e capoluogo di Basilicata e volge lo sguardo interessante sulla città “borghese” sino ad approdare in quella città contemporanea che è sempre Matera in un continuum di storia, di vita e di problematiche ultime quali il recupero dell’identità urbana di una città che si candida a capitale europea della cultura nel 2019. Un libro che riscatta la città di Matera portandola fuori da quelle ataviche mura che sono fatte di tufo quale elemento naturale della città delle grotte, dei Sassi, dei contadini e degli artigiani che hanno sempre avuto il grande rispetto di quelle antiche abitazioni. Luoghi che hanno scandito la crescita di intere famiglie numerose ma sempre pronte ad affrontare la vita con dignità e rispetto.
Nella sala Levi di Palazzo Lanfranchi hanno partecipato alla presentazione del volume il sindaco di Matera Salvatore Adduce, l’ex sindaco Alfonso Pontrandolfi, attuale presidente del Centro Carlo Levi, Pierluigi Porpersi dell’Università di L’Aquila, Armando Sichenze dell’Università di Basilicata, ha visto un numeroso pubblico attento e interessato.
Al presidente dell’assciazione “Carlo Levi” il compito di illustrare le peculiarità del libro di Rota: “Rota offre alla città la nuova centralità. Matera è stata indicata come la città dell’Antropologia italiana e questa definizione può rafforzare la candidatura a capitale della cultura 2019. Matera non ha un Museo Civico , un luogo in cui è conservata la documentazione storica e il suo modello urbano è stato costruito senza una cultura estetica. Il libro di Rota diventa un progetto culturale che si propone di evitare di perdere per strada il senso della cultura della città come essenza di valori”.
Il sindaco Adduce: “Il libro è un contributo di grande valore alla storia della nostra città attraverso un occhio e una mano attenti. Voglio sottolineare l’amore con cui l’editore Giannatelli ha lavorato per la pubblicazione di questo volume. Ho voluto testimoniare a Lorenzo il nostro affetto e abbiamo partecipato a questa presentazione cercando di contribuire con le risorse a disposizione affinchè il valore artistico antropologico potesse avere maggiore impulso sulla collettività materana. Questo volume affronta un tema importante, un tema che diventa un peso consistente al quale mi accosto con prudenza perchè si tratta di problemi che appartengono alla nostra storia e al contesto di vita”.
Il sindaco fa riferimento al “Piano di Stabilità elaborato da un gruppo che ha lavorato da un paio di anni e che è stato inserito nei Pisus con un finanziamento cospicuo per iniziare un’attività molto complessa e offrire una lettura organica nel contesto in cui ci troviamo. E’ un’opera mastodontica richiede interventi elevati e certamente può favorireulteriori sviluppi. Lo sforzo che dobbiamo fare è comprendere che da soli non ci si salva e questo vale per il Patrimonio culturale del nostro Paese e vale per i Sassi che dobbiamo governare attraverso uno sforzo collettivo lavorando insieme per riscattarci da questa situazione avvilente. Il lavoro di Rota stimola a fare ancora di più e molto meglio per sostenere la candidatura a capitale della Cultura”.
Pierluigi Properzi, docente presso l’Università di L’Aquila precisa che “L’elemento più forte e interessante del libro emerge quando Lorenzo propone una visione della città Barocca ad una interpretazione di un esagono in cui i lati si guardano tra di loro in una immagine della città. Questo è il senso urbanistico del libro” Il docente sottolinea inoltre la messa in valore dei luoghi: “Lorenzo mette in risalto sequenze storiche della città e spiega come costruire oggi in una visione condivisa””.
Il professore Sichenze sottolinea che “Lorenzo ha elaborato quello che poi ha riportato nel libro incontrando le persone. Ho insistito tanto affinchè questi documenti fossero trasferiti in un libro, che posso definire un libro di testo e di testa. E’ un libro che ha richiesto fatica per far capire cosa rappresenta questa città. E’ un lavoro che esprime un modo nuovo di comunicare.Matera è una città di frontiera e di contrasto dove il limite si trasforma in uno spazio-incontro e in questo spazio ci stai dentro antropologicamente. Occorre fare un lavoro con i giovani e consentire loro di ereditare questo mondo che ci consente di candidare Matera a capitale della cultura 2019”.
Rota, che si è battuto da sempre affinchè Matera fosse considerata città a tutti gli effetti spiega come è nata l’idea del titolo: “La scelta del titolo “Matera storia di una città” è nata perchè Matera è una città. Il messaggio che lancia questa pubblicazione è che Matera cresce come città rupestre e Fonseca ha dato dignità alla civiltà rupestre che aveva scelto un nuovo modo di vivere in grotta. Matera si trasforma con l’avvento dei Normanni seguendo i canoni delle città europee a Matera troviamo il Medioevo, il Rinascimento, il Barocco. Una città che è riuscita a sintetizzare tutti questi periodi con i maestri del leccese e di Napoli creando uno scenario planetario stupendo. La particolarità è un habitat rupestre reinventato creando situazioni di sapzi ed edifici che non rispondevano a canoni di simmetria . Questo è il concetto della qualità urbana della città che ha avuto tra l’800 e il 900 un momento di implosione. Una popolazione che poi è tornata abitare i Sassi, operando una scelta obbligata per far crescere la città. Matera trasforma una negatività dal 1948 in poi con la regia di Adriano Olivetti e i migliori urbanisti italiani come Piccinato e i professionisti contemporanei come Quaroni e Aymonino, professoinisti che hanno fatto estendere la città nei borghi e nei quartieri. Il filo logico del mio lavoro è che i Sassi non sono più considerati come centro antropologico. Naturalmente la ricerca non deve mai fermarsi e deve andare avanti con gli approfondimenti e i documenti per costruire con razionalità e precisione. Ora la città è nelle mani di Properzi al quale dico che se a Matera non si pianifica si va incontro alle macerie. Matera soffre di ipo-pianificazione. Da Piccinato in poi non abbiamo avuto una pianificazione. Il Piano Nigro durato 18 anni è stato approvato a stralci e oggi siamo ancora fermi all’idea di Olivetti, che pensava alla strutturazione. Ma credo che sia opportuno andare oltre rispetto alle espansioni e alla cementificazione selvaggia”.
Carlo Abbatino
La fotogallery della presentazione ufficiale del libro di Lorenzo Rota