“Con i piedi in guerra” della giornalista e scrittrice Antonella Ciervo racconta le vite e i sentimenti degli inviati di guerra, di che vive in prima persona le realtà dei conflitti e li combatte con la sola arma della parola. Perché l’informazione è sempre garanzia di libertà.
Non un libro sulla guerra ma un libro dalla guerra. Edito da Edigrafema “Con i piedi in guerra” della giornalista e scrittrice Antonella Ciervo, racconta le vite e i sentimenti di chi si muove fra il dolore della morte e l’impegno nel dar voce a chi non ne ha: inviati, militari e studiosi, persone che vivono le realtà dei conflitti. “Sono combattenti – scrive l’autrice nell’introduzione – perché vanno in guerra come chi deve difendere la propria patria, affrontano i cecchini, gli avversari, a volte si trovano addirittura a scavare trincee e sentono la paura a ogni passo, come se fossero soldati al fronte. Gli inviati di guerra hanno, però, una sola arma con cui affrontare il nemico: le parole. Che compongono una notizia. Che definiscono l’informazione. Usate per far comprendere che ogni conflitto porta con sé tragedie umane, ragioni, torti, violenze, prevaricazioni, danni economici”.
Senza le loro parole quell’orrore non sarebbe mai conosciuto. “Con i piedi in guerra” descrive le tragedie della guerra, la disperazione di chi ha perso tutto ma definisce anche il ruolo dell’informazione. In qualsiasi punto del mondo, dove ci sono guerre e distruzione, la presenza dei giornalisti è garanzia di libertà.
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