Il Consiglio regionale della Basilicata a Roma, presso la Fiera della piccola e media editoria, ne ha discusso con il Presidente Cicala, i giornalisti Lopomo e Di Caro, il disegnatore Palumbo e il Sindaco di Moliterno Rubino
“La cultura: ancora di salvezza?”. Questo il tema di cui si è discusso nel corso dell’incontro promosso dalla Struttura di coordinamento informazione, comunicazione ed eventi del Consiglio regionale, nell’ambito della Fiera “Più libri più libri” in svolgimento alla Nuvola a Roma Eur.
Dopo i saluti del Dirigente generale del Consiglio regionale della Basilicata, Domenico Tripaldi e del dirigente della Struttura di comunicazione, Pierluigi Maulella Barrese, sono intervenuti, Eliana Di Caro, giornalista del Domenicale de il “Sole 24 Ore”, Giuseppe Palumbo, disegnatore e illustratore, Antonio Rubino, Sindaco di Moliterno, Oreste Lo Pomo, Giornalista Rai e scrittore. Le conclusioni affidate al Presidente del Consiglio regionale, Carmine Cicala. Ha moderato l’incontro la giornalista Nicoletta Altomonte.
“La partecipazione alla XX Edizione della fiera Più Libri Più Liberi – ha detto il Presidente Carmine Cicala – conferma l’impegno del Consiglio regionale della Basilicata nell’attività di promozione della cultura della nostra Regione, attraverso un sostegno concreto e tangibile alle case editrici lucane. Anche quest’anno infatti gli operatori hanno la possibilità di confrontarsi con le più significative realtà della piccola e media editoria italiana. La partecipazione alle maggiori fiere del settore si inserisce nella missione del Consiglio di valorizzazione di tratti importanti della cultura lucana, un obiettivo che risponde alle finalità dello Statuto della Regione. Una regione, la Basilicata, che può vantare – ha continuato – una tradizione culturale multiforme e di rilievo in diversi ambiti, come ben rappresentato anche nell’immagine che abbiamo voluto utilizzare quest’anno e che potete vedere alle mie spalle. Una rappresentazione che vuol significare un percorso culturale mai interrotto, dai grandi rappresentanti del mondo classico, come Pitagora o Quinto Orazio Flacco, sino ai nostri giorni con, per citarne necessariamente solo alcuni,
Pasquale Festa Campanile o Beniamino Placido. Si tratta di una poliedricità che credo vada enfatizzata e fatta conoscere nella sua autenticità.
Il tema di questa edizione della manifestazione – ha proseguito Cicala – mi sta particolarmente a cuore. Perdersi e Ritrovarsi, infatti, credo sia una metafora della vita, la quale ci ricorda che anche in momenti difficili e, a tratti bui, come quelli che stiamo vivendo, esiste sempre una via d’uscita, una speranza che dobbiamo sempre coltivare e tenere viva. Crisi economica, crisi geopolitica, crisi pandemica e, più in generale, crisi valoriale sembrerebbero far perdere qualsiasi punto di riferimento e creare uno smarrimento senza via d’uscita. Alla domanda se in una situazione come questa si possa ripartire dalla cultura, come ancora di salvezza, credo che la risposta sia in quello che è stato detto da chi mi ha preceduto. La cultura infatti può; davvero rappresentare un elemento
determinante per ricostruire quella rete di rapporti, siano essi umani, tra le nazioni o di altro tipo, che sola può rispondere alle sollecitazioni di una società oltremodo complessa.
Come Consiglio regionale – ha concluso – ci stiamo sforzando di fare proprio questo, costruire reti di rapporti e comunità. Dall’intensa attività editoriale ai percorsi di cittadinanza attiva con le scuole di Basilicata, solo per citare alcune delle iniziative, stiamo provando a diffondere semi di speranza che riteniamo possano essere utili per il futuro della nostra terra. Ecco perché oggi sono felice di aver preso parte a questo importante momento di approfondimento. Averlo fatto in un luogo così bello, come quello della Nuvola di Fuksas, ci ricorda quanto il contesto non sia un fattore neutrale e come la bellezza possa rappresentare un fattore critico di successo in ogni attività umana. Incontri come questo possono davvero contribuire ad offrire nuove chiavi di lettura sul nostro presente e sulla situazione sociale, economica e politica del nostro Paese e della nostra regione, con occhi diversi e con uno strumento, quello della conoscenza e del sapere, decisamente più puntuale”.
Il disegnatore e illustratore Giuseppe Palumbo, che durante l’incontro ha realizzato due disegni, uno dei quali omaggio al tema dibattuto, l’ancora di salvezza, nel portare la sua tesi su come rendere concreta la cultura, ha citato alcuni esempi dalla sua personale attività recente quali il progetto Action30, un collettivo di indagine sulle nuove forme di razzismo e di fascismo, attivo dal 2006, con il quale ha prodotto libri/ibridi contenenti suoi fumetti su figure come Warburg o Pasolini, Bataille o Benjamin; il progetto www.iosonoeva.org, grazie al quale ha costruito una storia di un classico del mainstream italiano, Diabolik e Eva Kant, in cui donne migranti hanno potuto raccontare in un mix di fiction e non fiction, la Bologna, il mondo che vorrebbero. E per ultimo ha citato l’esperienza artistica ‘Razione K- Tagliapietre’. “Una esperienza – ha detto – maturata in collaborazione con il FOCSIV, federazione di ONG, dove con i miei disegnatori, ho disegnato su 15 scatole in cartone come se fossero la scatola contenente la Razione K distribuita ai soldati americani durante la Seconda Guerra Mondiale, ossia cibo e beni di prima necessità; solo che i beni di prima necessità che contengono le scatole sono i libri, i fumetti, le immagini. Per noi – ha concluso – sono quelli i beni di prima necessità di cui abbiamo bisogno. Le scatole sono all’asta sul sito Charity Stars e il ricavato sarà utilizzato da FOCSIV per sviluppare progetti a sostegno di chi patisce le conseguenze della guerra in Ucraina, senza schieramenti perché crediamo che la guerra debba fermarsi ora. La cultura, le nostre storie e le nostre immagini sono la nostra ancora di salvezza in un oceano sempre più vasto e che ci appare oscuro e ci spaventa. Non dobbiamo aver paura, non se abbiamo un buon libro con noi”.
Sulla necessità di riscoprire le radici attraverso la storia, si è soffermata Eliana Di Caro giornalista del Domenicale de il ‘Sole 24 Ore’. “La cultura – ha detto – non è solo un’ancora di salvezza ma di più perché la consapevolezza del peso della cultura si è fatta strada in noi e questa consapevolezza crescerà sempre di più. Quando da ragazza sono arrivata a Milano tutti mi indicavano proveniente dal sud e da varie regioni ma non conoscevano la Basilicata. Oggi mi chiedono invece c’è una domanda fortissima sulla cultura lucana. Possiamo fare ancora di più e scommettere sulla nostra lucanità. Ecco perché appena ho avuto l’occasione, sul domenicale del sole 24 ore, ho scritto tanto sulla nostra regione. Ho proposto nel mio libro un modello vincente che è quello della rete. Se Scotellaro e Sinisgalli già allora tornavano sempre in Basilicata, se altri personaggi non nati e cresciuti in Basilicata, come Carlo Levi, hanno avuto un legame forte con la Basilicata, se Benedetto Croce nel 59 a dorso di mulo arrivò fino a Matera, se Pascoli che aveva definito Matera alla fine dell’ottocento città di trogloditi, disse poi Matera città che mi ha sorriso,
noi possiamo proporre a tanti questo e tutto passa attraverso lo scritto ma la gente vuole vedere e visualizzare nei luoghi in cui va quello che ha letto. Il territorio lucano – ha concluso – da riscoprire, conoscere e apprezzare, è davvero sorprendente; importanti sono le figure femminili spesso ignorate dalla ricerca e sconosciute ai più, che pure hanno un peso importante, a partire dalle Costituenti che hanno inciso sulla nostra Costituzione. L’ancora di salvezza passa sicuramente attraverso la conoscenza del nostro passato”.
“La cultura ancora di salvezza. Nella storia del mondo culturale italiano – ha detto Oreste Lopomo, giornalista Rai e scrittore – questa frase è stata sempre un’icona di impegno e anche una chiave di lettura per porre al centro dell’attenzione la centralità del tema. Ma spesso questo buon proposito si è rivelato difficile da essere attuato perchè inficiato da un’indifferenza generalizzata o da una sottovalutazione della portata del tema e della sua ricaduta anche in termini di sviluppo territoriale. Oggi – ha continuato – occorre sempre di più collegare l’identità territoriale alla cultura nelle diverse espressioni senza cadere nella retorica ed evitando quella logica di ghettizzazione che spesso ha contraddistinto gli intellettuali meridionali che non si sono aperti all’evoluzione della società ma hanno lucrato per mere logiche di rendita di posizione riproponendo modelli ed esperienze di grande importanza senza quegli elementi connaturati al momento, alle motivazione e alle capacità letterarie e artistiche in cui sono maturate. Per questo la cultura oggi va considerata una risorsa in grado di abbattere gli steccati e di diventare elemento di unificazione nell’identità del nostro Paese”.
“Moliterno -ha detto il Sindaco, Antonio Rubino – è una piccola comunità che ha un giacimento culturale, siamo patria di personaggi che nel corso dell’ottocento hanno dato tantissimo al patrimonio culturale. La cultura è ancora di salvezza perché ci dà la possibilità di operare sul tema della salvaguardia delle nostre radici e della nostra identità. Un qualcosa che è fondamentale nel mondo globale che viviamo, soprattutto per i giovani, che hanno diritto di fare le loro esperienze fuori ma devono conoscere la nostra storia. Ecco perché, attraverso la cultura, abbiamo la possibilità di creare un tessuto connettivo che tiene vivo le nostre piccole comunità.
La cultura – ha continuato – può sostenere, come un’armatura invisibile, i molti aspetti che possono diventare nuove opportunità per una nuova generazione di cittadini delle aree interne e di chi vorrà venire ad abitarci. Tutela, valorizzazione e promozione del patrimonio culturale e processi di coinvolgimento sul tema della cultura, così come indicato in maniera aulica dall’art.9 della Costituzione, creano un tessuto connettivo che riesce a tenere vive le comunità.
Biblioteche, musei, scuole, spazi per la creatività sono gli inneschi di processi di crescita collettiva che incidono sulla qualità della vita, sia a livello di sviluppo di processi identitari ma anche di sviluppo e crescita dell’economia. La formazione di un’identità culturale – ha concluso – è oggi una notevole fonte di attrattività territoriale nei confronti del turismo culturale, nuova opportunità dei nostri territori soprattutto dopo Matera 2019. Parlando di biblioteche, e a Moliterno ne abbiamo una che è diretta da una bibliotecaria, parliamo di una porta di accesso alla conoscenza”.
Nel corso dell’iniziativa anche il saluto della scrittrice lucana Patrizia Bianco, presente tra il pubblico, che ha ringraziato il Consiglio regionale per aver voluto l’iniziativa e per aver promosso la presenza degli editori a Roma. “Questi eventi – ha detto – ci consentono di vivere la nostra regione e questi momenti di scambio per noi sono importanti”.
“Più libri più liberi”, la Fiera Nazionale della Piccola e Media Editoria, promossa e organizzata dall’Associazione Italiana Editori a Roma nella Nuvola di Fuksas, si concluderà domani, 11 dicembre. Cinquecento gli espositori provenienti da tutto il Paese e tra questi gli editori lucani che, grazie allo stand messo a disposizione dal Consiglio regionale della Basilicata, si son dati appuntamento per presentare al pubblico le novità e il proprio catalogo. Altrimedia Edizioni, Edigrafema, Edizioni Giannatelli, Edizioni Magister, Le Penseur Edizioni, Lilit Books, Silvio Spaventa Filippi che da anni investono passione e finanze nella promozione dell’editoria, hanno avuto la possibilità di mostrarsi al pubblico, di farsi conoscere o riconoscere. Un’occasione per le sette realtà lucane di dare il proprio contributo nella diffusione della lettura quale elemento di progresso sociale e civile dell’intera comunità.