E’ stato presentato nel pomeriggio nel pomeriggio nella biblioteca Stigliani a Matera “Ricordi ritrovati. Conversazioni con Jean Amrouche”, libro del premio Nobel per la letteratura nel 1952, François Mauriac, tradotto da Filomena Calabrese e Hamza Zirem per la casa editrice Edigrafema.
L’evento, promosso dal Fondo per l’Ambiente Italiano in collaborazione con Edigrafema, ha coinvolto il capo delegazione di Matera del FAI Beatrice Volpe, l’editrice Antonella Santarcangelo, la francesista e musicoterapeuta Anna Lapetina, il docente e critico letterario Francesco Calabrese e il co-traduttore dell’opera Hamza Zirem.
Nel volume sono riportate le conversazioni radiofoniche trasmesse dalla rete radiofonica francese R.T.F., con lo scrittore e giornalista Franco-algerino Jean Amrouche. 40 confronti sull’opera letteraria di Mauriac mandate in onda tra il 1952 e il 1953, tradotte per la prima volta in Italia da Filomena Calabrese e da Hamza Zirem.
Il volume è il primo della collana “Altre letterature“ della casa editrice materana Edigrafema, che festeggia con questo progetto ambizioso i propri primi 10anni.
Antonella Santarcangelo, che la dirige, ha parlato con entusiasmo della scelta di lavorare sulla qualità, e le conversazioni tra Mauriac e Amrouche rappresentano al meglio questa filosofia editoriale.
Nel corso della presentazione, promossa da FAI Ponte tra culture, la capodelegazione FAI di Matera, la giornalista Beatrice Volpe ha introdotto il critico letterario Francesco Calabrese, che ha indagato le radici del rapporto di Mauriac con il cattolicesimo, alla luce dell’influenza di Pascal e di altri filosofi e scrittori.
Il premio Nobel nella sua opera esprime il dramma umano, tra Grazia e Peccato. I personaggi dei numerosi romanzi di Mauriac hanno quasi sempre origine nel vissuto dello scrittore.
Zirem, nato in Cabilia come Amrouche, ha parlato della profonda cultura del giornalista-scrittore, che conosceva l’opera omnia di Mauriac meglio dell’autore stesso.
Queste conversazioni rappresentano un genere radiofonico, un format del tutto originale e forse irripetibile.
Amrouche ha utilizzato questa forma comunicativa anche per Gide, Claudel e Ungaretti. Le conversazioni con il poeta ermetico sono state tradotte da Calabrese e Zirem in precedenza.
Sia per Ungaretti che per Mauriac stupisce l’attualità dei dialoghi, per cui le conversazioni di Amrouche possono essere considerate veri e propri classici.
La fotogallery dell’evento (foto www.SassiLive.it)