Si chiama “Stelle di giorno” il nuovo romanzo di formazione di Armando Sichenze, edito da SCe e presentato a Matera nella sala Levi di Palazzo Lanfranchi. A dialogare con l’autore la giornalista Antonella Ciervo, Nicla Eletto e Michele Saponaro, funzionario della Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici della Basilicata.
“Stelle di giorno”, già recensito come “un’autobiografia corale”dell’arcipelago Italia negli ultimi 50 anni, racconta le diverse e curiose esistenze parallele, difficilmente imbrigliabili, le cui vite s’intrecciano sullo sfondo di diverse città, tra cui anche Matera. Così, tra ossimori e colpi di scena, prende forma il tema della scoperta delle strategie di vita alternativa o segreta che i vari personaggi si devono più volte inventare per attraversare il mare dei disorientamenti attuali. Per fortuna le strategie dei protagonisti del romanzo non si limitano alle esigenze quotidiane ma progettano creativamente la visione di una società in costruzione. Un nuovo mondo in cui s’impara a partecipare al molti cambiamenti necessari per riconoscersi orgogliosamente nell’unica grande ricchezza italiana che può combattere la corruzione.
All’autore abbiamo chiesto qual’è stata la scintilla che ha fatto scattare l’esigenza di scrivere questo romanzo: “Avevo voglia di dare sfogo a tante domande che erano in gestazione dentro di me da tanto tempo e di non restare solo rispetto a tanti desideri e tante storie che ho incontrato in cinquant’anni della mia vita. Questo romanzo è una sorta di autobiografia della nazione ed è anche un romanzo di formazione, i quindici personaggi non sono uguali ma condividono molte cose, a volte molti segreti. Compiono un percorso di vita diverse e fanno anche delle scoperte. La scintilla è quella di voler raccontare la ricchezza segreta, che non si vede, come appunto le stelle di giorno, che ha dato il titolo al romanzo. Le stelle ci sono anche di giorno ma bisogna aspettare la notte quando c’è meno luce per poterle vedere e poi di giorno bisogna immaginare ancora che ci sono e non il contrario”.
Scoprire la ricchezza segreta vuol dire anche scoprire la bellezza del nostro territorio? “Al Sud in modo particolare, la Basilicata è composta da tanti arcipelaghi terrestri, non sono unità facili da sostenere, ma tante isole diverse con la propria identità, la propria originalità e la propria vita segreta. Chi ha girato la Basilicata come me insieme ad altri autori può dire adesso che non si può pensare al nostro territorio ma occorre pensare che è il territorio del mondo. Io spero che almeno questo dopo Matera 2019 possa avere più spazio, il fatto che questa città, Matera, quando ci si affaccia, si entra dentro, ci si affaccia in un interno mentre in altre città vediamo emergere da lontano sulle colline. Qui è qualcosa di scavato, cavato, ricavato con la lotta, la fatica quotidiana, c’è una storia millenaria, diversa persino da Gravina, città che assomiglia di più. Questa ricchezza è una biodiversità che noi scopriremo di più nel futuro e che ancora non riusciamo a comprendere come praticare, traducendola in una ricchezza anche economica”.
Michele Capolupo