Nel Centro Carlo Levi all’interno del Palazzo Lanfranchi a Matera è stato presentato nel pomeriggio il libro “Le diocesi della Basilicata. Acerenza, Grumentum, Potenza e Venosa” di Gioia Bertelli, edito da Centro Italiano di Studi sull’Alto Medioevo di Spoleto.
L’evento è stato organizzato dal Centro Carlo Levi di Matera con l’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”, Università degli Studi di Basilicata, Matàr – Archeoclub d’Italia, sede di Matera, Libreria The Sassi Book store.
Dopo i saluti di Ninì Zagaria del Centro Carlo Levi ai lavori coordinati da Isabella Marchetta sono intervenuti i docenti universitari Francesca Sogliani dell’Unibas e Marcello Mignozzi dell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro” e l’autrice Gioia Bertelli.
“Le diocesi della Basilicata. Acerenza, Grumentum, Potenza e Venosa”
Il volume, dedicato alle diocesi della odierna Basilicata (Acerenza, Grumentum, Potenza e Venosa), esamina la non abbondante produzione scultorea di età altomedievale presente sul territorio, legandola ai diversi momenti storici attraversati dalla regione con la presenza dei Bizantini prima, dei Longobardi poi, ancora dei Bizantini, fermandosi alla metà circa dell’XI secolo, con il momento normanno, quando la scultura muta legandosi ad esperienze che rivengono dai territori confinanti, soprattutto dalla Puglia. Un dato da tenere presente nella storia della regione è quello relativo ai diversi e devastanti terremoti che l’hanno interessata con una certa ricorrenza e che hanno distrutto e cancellato gran parte delle testimonianze architettoniche e storico artistiche medievali e di epoche più recenti. Di ciò danno testimonianza i tanti edifici ecclesiastici ricostruiti ex-novo e privi di elementi che rimandino alle loro origini, anche se spesso le fonti sembrano attestare il contrario. I pezzi rinvenuti, solo 56 in tutto, in alcuni casi mostrano legami con manufatti presenti in diversi centri della costa pugliese e con la sponda dalmata dell’Adriatico, in altri si rifanno a produzioni più note e ricorrenti in ambito italico, in altri ancora evidenziano legami con prodotti legati al mondo tirrenico, sottolineando in tal modo una circolazione di modelli di origine diversa. Attenzione viene rivolta ad alcune interessanti testimonianze legate alla presenza ebraica sul territorio materano e venosino, con motivi decorativi relativi a menoroth, databili con una certa precisione.
Gioia Bertelli
Laureata e specializzatasi in Storia dell’Arte medievale presso la Sapienza di Roma, e stata professore ordinario di Archeologia e Storia dell’Arte paleocristiana e altomedievale, poi di Storia dell’Arte medievale presso l’Università di Bari ‘Aldo Moro’. Ha diretto numerose campagne di indagini archeologiche in diverse aree pugliesi (Fasano, Monopoli) e lucane (Torre di Mare/Metapontum, Grumentum); i suoi interessi si sono focalizzati sui secoli successivi relativi alla età normanna e angioina. Ha al suo attivo numerose pubblicazioni tra articoli in riviste scientifiche e in atti di congressi nazionali e internazionali, contributi in volumi miscellanei, diverse monografie; per la collana del Corpus della scultura altomedievale ha curato il volume su “Le diocesi di Amelia, Narni e Otricoli” del 1985 e quello su “Le diocesi della Puglia centro-settentrionale” del 2002.
La fotogallery dell’incontro (foto www.SassiLive.it)