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Dopo Senise e Gorgoglione, nuova presentazione a Policoro, grazie all’amministrazione comunale, presso la sala riunioni della Biblioteca Comunale dell’apprezzato e interessante libro sull’imprenditore lucano Mario Castelluccio, “Credo nella mia terra” (Photo Travel Editions) scritto, in tandem, da Leonardo Rocco Tauro (politico molto impegnato a livello sociale ed autore di eccellenti romanzi) ed Emilio Carucci, docente, quest’ultimo, di italiano e storia presso gli istituti superiori della regione, nonché grande cultore di micologia ed appassionato di teatro filosofico.
Presenti all’incontro l’assessore alla cultura del centro materano, Massimiliano Scarcia, che si è complimentato con il protagonista ed ha riconosciuto meriti e valore per il suo impegno e perseveranza nel settore agricolo ed imprenditoriale.
A seguire, con conduzione di Antonio Petrino, l’intervento dell’editore Giovanni Marino e i due autori che hanno sottolineato capacità, peculiarità, excursus, evoluzione del fenomeno e le straordinarie doti riconosciute da molti a Mario Castelluccio, con quest’ultimo che nel suo intervento ha illustrato le ragioni che lo hanno spinto a intraprendere una strada così rischiosa (lasciando un lavoro da dirigente in Regione), a rinunciare inoltre a sviluppare la propria attività in altri posti in Italia e all’estero nonostante le molte richieste e evidenziando cosa lo ha spinto a non mollare dimostrando grandi motivazioni.
Il libro si compone di due parti, la prima prettamente biografica, la seconda più scientifica, riguardante la coltivazione del fungo Cardoncello (Pleurotus eryngii).
Castelluccio è stato prima un apprezzato funzionario dell’Ente Irrigazione di Bari e poi valente dirigente della Regione Basilicata.
Successivamente, e dopo intensi anni dedicati alla ricerca e alla sperimentazione è riuscito, il primo al mondo, a produrre il pregiato fungo nei laboratori della sua azienda di Massanova, in riva al lago artificiale di Monte Cotugno (fungo che sino a quel momento cresceva solamente allo stato naturale o selvatico), creando una eccellente realtà anche produttiva, che sempre più è cresciuta nel tempo, non solamente nella coltivazione e conservazione dei funghi, ma anche di tanti altri prodotti agricoli del posto.
Molte università estere lo hanno nel tempo contattato per conoscere più da vicino i suoi studi micologici.
Così come non poche le aziende straniere interessate ad avere rapporti professionali, scientifici e commerciali, dall’interessato però sempre respinti, sia pur grato, perché convinto che la sua fatica imprenditoriale dovesse “consumarsi nella sua terra”, per divenire lui stesso concreto esempio per tanti di credere, sia pure con tutte le difficoltà del nostro ambiente, nel proprio territorio.
La storia di un vero capitano dell’agroalimentare lucano, tutta da conoscere.