Nuova tappa a Salandra del progetto culturale e di fede ideato da Fausta Losquadro per sorreggere quelle famiglie prostrate, come lei, dalla scomparsa di una persona cara. Anche nella Sala degli Affreschi del comune di Salandra la Losquadro ha presentato il suo libro-verità “Ho scritto d’amore. Voce di una mamma” edito da Albatros-Il Filo, che sta riscuotendo consensi e successi di lettura, perché si pone come sicuro strumento di conforto e di sostegno spirituale e morale per tante persone sfortunate. E in questo itinerario l’autrice è sempre accompagnata e sostenuta dal Gruppo “Maria di Nazareth”, fondato da Rosetta Laviola e presieduto da Pietro Mercorella. L’opera di Fausta Losquadro rievoca la tragica vicenda che ha privato la famiglia Pugliese del figlio Mariano, un giovane architetto, padre felice, impegnato nel sociale e nella politica. E quindi la fanciullezza, la gioventù, gli studi, le prime esperienze di vita e di lavoro di un “giovane comune, fuori dal comune”. Ma non è un libro di morte perché da quell’evento la madre trae, seppure con tanta mestizia e dolore, la forza necessaria non solo di sopravvivere ma di trasmettere il messaggio della fede e della speranza anche ad altre persone. Non è stato di certo compito facile per l’autrice parlare di un fatto tragico e luttuoso ma lei accetta di farlo per sostenere altre mamme che hanno condiviso la stessa sofferenza. Nei loro interventi, dopo il saluto del sindaco di Salandra Giuseppe Soranno, i relatori Giuseppe Coniglio, don Rocco Rosano e Dino D’Angella, tra l’altro, si sono soffermati ampiamente sugli aspetti e le dimensioni della fede che animano un libro, che si avvale della presentazione del card. Tonini e del contributo, nella terza parte, di amici, estimatori, giornalisti che hanno trasmesso il loro pensiero. Quello di Fausta Losquadro continua ad essere così un messaggio di fede, perché così avrebbe voluto Mariano. E i genitori e i familiari vivono ancora e sempre con lui, lo sentono vicino, senza rancore e colpa. “Ho scritto d’amore” diventa così un libro-dialogo con i lettori in cui l’autrice si apre e si confida, incute gioia e fede e si sente sempre più forte perché sente che il figlio continua a vivere.
Giuseppe Coniglio