Giovedì 7 marzo 2024, alle ore 17 nella Sala “Laura Battista” della Biblioteca Provinciale “Tommaso Stigliani” di Matera, il Gruppo FAI Giovani Delegazione di Matera, in collaborazione con AICC Matera, presenterà il volume di Nunzio Bianchi, ricercatore presso l’Università degli Studi di Bari Aldo Moro, dal titolo “La biblioteca del filologo. I libri ritrovati di Nicola Festa”, pubblicato per le Edizioni Di Pagina, nella collana “Ekdosis”, diretta da Luciano Canfora. Porteranno i loro saluti Rosalba Demetrio, Presidente Regionale FAI Basilicata, e Beatrice Volpe, Capo Delegazione FAI Matera. Introdurrà i lavori il prof. Aldo Corcella, Direttore DiCEM – Università degli Studi della Basilicata.
Generazioni di giovani lucani si sono avvicendate nel corso dei decenni tra i corridoi della biblioteca di antichistica dell’Università di Bari, assolutamente ignare della presenza, in qualche modo, forse, benevola, tra gli scaffali, di parte dei libri di questo loro conterraneo, dal “fine sorriso monastico di lucano – greco e bizantino”. La felice agnizione si deve, invece, soltanto recentemente, all’acribia e alle cure di Nunzio Bianchi, il quale aveva già annunciato la scoperta a Matera nel 2019 e l’ha consegnata più di recente all’agevole volume oggetto della presentazione.
La tavola rotonda di presentazione del volume, in cui Carmelo Nicolò Benvenuto, Capo Gruppo FAI Giovani Matera dialogherà con l’autore, si propone di ripercorrere le tappe di questa riscoperta. A partire dal ritrovamento di volumi recanti dediche e omaggi al filologo materano, il lavoro di Bianchi ricostruisce sulla base di una ricca serie di evidenze documentarie e bibliologiche le circostanze, di cui si era persa memoria fino a tempi recenti, dell’arrivo nel 1952 di una parte della biblioteca privata di Nicola Festa presso l’Istituto di Filologia Classica dell’Università di Bari.
Un cospicuo numero di libri “festiani” venne alienato dalla figlia del filologo, Camilla Festa, precoce e promettente ricercatrice presso l’Istituto Nazionale di Geofisica di Roma, ma presto ritiratasi, negli anni Cinquanta, a vita di clausura presso l’Abbazia benedettina di Santa Maria di Rosano (Rignano sull’Arno, Firenze). Fu appunto in prossimità della propria segregazione nel chiostro che Camilla Festa scelse di alienare all’Università di Bari (per tramite della mediazione di un discepolo del padre, Antonio Traglia, titolare a Bari dal ’53 dell’insegnamento di Grammatica greca e latina) quasi quattrocento esemplari della biblioteca paterna.