Mercoledì 9 aprile 2025 alle ore 17,30 nella sala consiliare della Provincia di Matera per i Mercoledì dell’Unitep è in programma la presentazione del libro La dimensione del sacro nel film “Il Vangelo secondo Matteo” di Pier Paolo Pasolini a cura di don Michele La Rocca. L’autore converserà con Andrea Gemma.
Michele La Rocca, delegato arcivescovile per la cultura, la pastorale scolastica e il laicato dell’Arcidiocesi di Matera-Irsina, parroco della parrocchia Maria SS.ma Addolorata, docente di Antropologia e filosofia del territorio presso l’Istituto di Scienze Superiori di Religione “Anselmo Pecci” in Matera, è docente di Letteratura Latina e Geografia presso gli Istituti superiore di secondo grado in Tricarico e Montalbano, nonché dottorando di ricerca in Antropologia Culturale presso l’università di Matera.
Andrea Gemma, intellettuale a tutto tondo, medico psichiatra, già primario di neuropsichiatra all’ospedale di Matera, di Pavia e di Alessandria, è musicista laureato al conservatorio, e musicologo. Ha una vasta cultura filosofica e scientifica e segue con attenzione temi d’arte figurativa e letteraria.
L’evento si aprirà con i saluti del Presidente Unitep Costantino Dilillo.
L’appuntamento si inquadra nella serie di incontri che Unitep promuove per conoscere la cultura dei nostri territori.
Unitep, Associazione di Promozione Sociale, organizza attività didattiche, formative, partecipative per la crescita culturale della popolazione di ogni età.
Operazione ardua e ambiziosa nell’anno in cui si celebra il centenario dalla nascita di Pasolini (1922- 1975) e alla vigilia dei sessant’anni dell’uscita del film omonimo di Pasolini (1964), quella di Michele La Rocca di voler dedicare una ricerca alla dimensione del sacro nel film “Il Vangelo secondo Matteo”. Questo studio si colloca nella variegata pubblicistica legata alla ricorrenza citata ed offre come una porta di accesso al complesso mondo pasoliniano in cui diversi contesti si incrociano: si pensi alla società civile italiana a lui contemporanea in cui il cattolicesimo era ancora la religione di stato; si aggiunga la celere evoluzione del mondo della comunicazione con i propri strumenti sempre più adeguati a raggiungere molti e, infine, – dato non secondario – il vissuto della comunità ecclesiale che grazie a Giovanni XXIII e a Paolo VI si apprestava a vivere la grande stagione del Concilio Vaticano II e che cercava di andare incontro al mondo anche frequentando l’arena mediale che andava crescendo. Per Pasolini che è stato scrittore, poeta, drammaturgo, saggista, polemista, regista e intellettuale scomodo, autore poliedrico per forme, contenuti e stili, figura intellettuale controversa e radicata in una certa cultura di sinistra, il sacro – chiarisce l’Autore nella ricerca – non va inteso come strumento di elevazione per la ricerca di Dio, ma va riconosciuto come “un elemento inviolabile presente nell’individuo, nascosto in ogni cosa e dalla realtà non si fa mai possedere”. L’Autore evidenzia come con questo film Pasolini presenti “un Cristo così come è raccontato dallo stesso evangelista Matteo rivoluzionario e anticonformista, capace di sfidare le alte sfere del suo tempo, cultuali e politiche, andando incontro alla morte piuttosto che sottomettersi ad esse”. Il Vangelo di Matteo – prosegue La Rocca – rappresenta per Pasolini l’unico antidoto ad un mondo lacerato “dallo squallore della borghesia dilagante”. Quest’opera di La Rocca, dunque, insieme ad altre, apre indubbiamente nuove vie all’ermeneutica non solo de “Il Vangelo secondo Matteo”, ma dell’opera pasoliniana tout court.