Presentazione libro “Una bellezza prigioniera?”, assessore regionale Merra: “L’umanità della donna in ogni contesto sociale”. Di seguito la nota integrale.
L’assessore ad Infrastrutture e Trasporti ha rappresentato la Regione Basilicata alla presentazione del libro fotografico “Una bellezza prigioniera?”: uno spaccato del lavoro femminile nelle carceri. L’iniziativa è stata promossa dalla Consigliera regionale di Parità, Ivana Pipponzi.
“Il titolo scelto dalle autrici – “Una bellezza prigioniera? – è più che mai opportuno: non tanto per la frase in sé, ma perché posto come interrogativo, con un punto di domanda che richiede risposta. Una risposta che dentro di noi conosciamo, perché la bellezza della donna è tutt’altro che prigioniera”. Lo ha detto oggi, nella Sala degli Specchi Teatro Stabile di Potenza, l’assessore ad Infrastrutture e Trasporti, Donatella Merra, nel rappresentare la Regione Basilicata alla presentazione del volume “Una bellezza prigioniera?”, opera editoriale che offre uno spaccato del lavoro femminile nelle carceri attraverso i punti di vista della fotografa Claudia Marone e della dirigente della Polizia penitenziaria e referente delle Pari opportunità, Anna Cestaro. L’iniziativa è stata promossa dalla consigliera regionale di Parità, Ivana Pipponzi – che ha introdotto i lavori – dal dipartimento Amministrazione penitenziaria del Ministero della Giustizia e dalla Bcc di Basilicata. Sono intervenuti all’evento, tra gli altri, il sindaco di Potenza, Mario Guarente, la presidente della Bcc di Basilicata, Teresa Fiordelisi, il procuratore generale presso la Corte d’Appello di Potenza, Arnaldo D’Alterio, i dirigenti dell’amministrazione penitenziaria, Antonella Paloscia e Giuseppe Martone, le autrici Claudia Marone e Anna Cestaro. “La bellezza di una donna non è prigioniera – ha proseguito l’assessore Merra – poiché la figura femminile in un contesto come quello delle carceri è presente in tutte le funzioni: da quella di agente penitenziario fino ai ruoli dirigenziali. Alla domanda posta nel titolo, quindi, possiamo orgogliosamente rispondere “No, la donna non è una bellezza prigioniera!”. La donna, anzi, porta nell’ambito penitenziario – e dalle foto del libro si evincerà in maniera cristallina – la stessa grande umanità che è in grado di rappresentare nei contesti più complicati dal punto di vista umano, sociale, ma anche istituzionale”.