Esce per i tipi di Altrimedia Edizioni il romanzo Fringuella di Michele Tursi.
L’infanzia a Taranto nel Ventennio, flash ripercorsi da una donna 93enne dallo spirito battagliero. Basta un niente, e un fiume di ricordi è pronto a tornare con prepotenza, travolgendola. Suo figlio la ascolta affascinato da quei racconti sempre nitidi. Fringuella è nato così: ascoltando la madre improvvisare “una delle sue solite scorribande a ritroso nel tempo”. Tursi, giornalista professionista, usando l’esperienza di chi con la cronaca si misura ogni giorno, ha fatto diventare un romanzo la storia di una bimba che nel 1934 aveva sette anni.
Dalla bandella: “Camminavano in silenzio accompagnati dai passi trascinati sulla strada sconnessa. Fringuella fissava la punta dei piedi: destro, sinistro, destro, sinistro. Anche un paio di scarpe vecchie, pulite e ben conservate, faceva figura. Questo le ripeteva sua mamma. La povertà o ti ammazza o ti rinforza, diceva zia Catarì, ma alla guerra non ci si abituava mai, da poveri e da ricchi.
Sulla sommità del Ponte di Pietra ebbero chiara la dimensione del disastro. La prima sensazione fu di straniamento. I loro sguardi potevano vagare senza incontrare ostacoli. Non c’erano muri o edifici a sbarrare il percorso dei loro occhi e nemmeno le costruzioni familiari che facevano da riferimento e tante volte erano state un punto di incontro. Solo macerie. Cumuli di laterizi, travi di legno, qualche vecchio mobile. I bombardamenti avevano ucciso e mutilato decine di persone e mutato la geografia dei luoghi rendendoli irriconoscibili ai loro stessi abitanti. Porta Napoli e la zona del vicino Cimitero erano state le più martoriate dalle granate. Il Mulino De Matteo, raso al suolo. Le tombe del San Brunone divelte. I cumuli di terra sollevati dalle bombe seppellivano ora nuovi e vecchi cadaveri”.
L’autore è nato a Taranto nel 1964. Ha lavorato per quotidiani, tv, radio e web. È co-autore del thriller a sfondo archeologico Le mani di Persefone (Besa editore) e del saggio I Giorni di Taranto (Scorpione editrice) sull’inchiesta “Ambiente svenduto”. È appassionato di fotografia: appena possibile osserva la realtà dal mirino di una Reflex immaginando di scattare istantanee eterne. Ha all’attivo due personali “Cemento” e “Obiettivo Paolo VI” nell’ambito della rassegna FotoArte. Pratica nuoto e ama le uscite all’aria aperta in sella alla sua mountain bike.