Pubblicato il romanzo storico “Non ho tradito” di Vincenzo Maida, Altrimedia Edizioni. Nel volume si racconta una vicenda inedita di un medico-patriota straordinario: Vincenzo De Leo.
Quanti sanno in basilicata che la responsabilità del massacro di Carlo Pisacane e dei suoi “300 giovani e forti”, che ispiro’, ad Antonio Mercadante, la famosa poesia “La spigolatrice di Sapri”, fu attribuita al medico-patriota di Montalbano Jonico Vincenzo De Leo, allora detenuto sull’isola di Ponza per scontare una pena a 19 anni di carcere, dopo la richiesta di condanna a morte del pubblico ministero? La vicenda è narrata nel romanzo storico “Non ho tradito”.
L’autore tra lampeggianti e sirene delle ambulanze in una notte in pieno lockdown da Covid-19, ripetendo i versi della Spigolatrice di Sapri, si inoltra fino a Palazzo De Leo, a Montalbano Jonico. Lì incontra l’ombra del cav. Prospero Rondinelli e insieme, sulla base di una fitta documentazione il primo e sul filo dei ricordi l’altro, ripercorrono la vita di Vincenzo De Leo – l’anima della rivoluzione del 1848 a Montalbano – incolpato di un presunto tradimento o comunque di un suo sia pur involontario coinvolgimento nel fallimento della spedizione di Pisacane.
Con uno stile ritmato e coinvolgente, raccontano nel dettaglio, tra avventure, amori travolgenti e passione politica per l’Italia unita, una vicenda che ancora oggi si presta a numerosi interrogativi.
Vincenzo De Leo protagonista della rivolta antiborbonica del 1848, fu condannato a 19 anni di prigione dalla Gran Corte Criminale di Potenza, la richiesta del pubblico ministero era la condanna a morte, egli fu poi medico da campo nella battaglia decisiva per l’Unità d’Italia: quella sul Volturno tra l’esercito di Giuseppe Garibaldi e quello borbonico.
De Leo accolse Carlo Pisacane sull’isola di Ponza, dove stava scontando la pena, e dopo il massacro di quest’ultimo e dei suoi “trecento giovani e forti” della Spigolatrice di Sapri, venne accusato ingiustamente di aver avvisato o fatto avvisare i borboni dello sbarco sull’isola. La carneficina che seguì ispirò la famosa poesia ad Antonio Mercadante.
De Leo, stanco dell’accusa, va a Napoli e scrive un libretto, un’autodifesa che Maida ha rintracciato dopo accurate ricerche.
Vincenzo Maida immagina un colloquio notturno, durante una notte pandemica, con il fantasma di Prospero Rondinelli, bibliotecario a vita agli inizi del ‘900 della biblioteca comunale che porta il suo nome, e insieme ripercorrono le tappe più significative della vita del De Leo.
L’autore con questo romanzo storico, continua la sua ricerca di fatti e personaggi inediti o poco conosciuti, a cui dare visibilità,e che dalla microstoria locale si allargano alla macrostoria nazionale.
Egli, infatti, ha all’attivo numerose pubblicazioni e si è cimentato sin da giovanissimo con la drammaturgia. Sulla sua produzione letteraria qualche anno fa è stata discussa una tesi di laurea con il prof. Guccini presso il DAMS dell’Università di Bologna.
Si può richiedere il libro presso Altrimedia edizioni Matera o direttamente all’autore: amaida@libero.it.