E’ stato pubblicato il volume “I commerci le arti e le industrie – La presenza della provincia di Basilicata alla Esposizione Internazionale di Milano del 1906” a cura dello storico materano Gianni Maragno, Edizioni Setac Pisticci. Di seguito la recensione inviata da Armando Lostaglio.
Sono di quei libri che testimoniano quanta passione civile ci possa essere nel lavoro dello storico. Gianni Maragno, studioso materano, ci ha abituato da anni a vedere nelle sue attività la passione ma anche l’appartenenza verso una regione che si scopre – grazie alle ricerche certosine – uno scrigno di infinite potenzialità. E non di meno, emerge la valutazione di quanto sia stato fatto in passato da figure illuminate e lungimiranti, di cui oggi probabilmente se ne avverte la mancanza: quanto era saggia e ponderata la classe imprenditrice al Sud un secolo fa. Ecco dunque questo lavoro ricco di scoperte storiche, documenti e tavole che ci riportano ad oltre un secolo fa, quando la Basilicata arriva alla Esposizione Internazionale di Milano. Siamo nel 1906, quando fu annunciato il progetto per l’allestimento della Campionaria milanese. Il Commissario Civile, Cav. Giuseppe Gatti, con lungimiranza e meritori provvedimenti, volle cogliere questa opportunità per procurare spazi agli operatori lucani, con l’auspicato proposito di vederne aumentare le capacità commerciali a livello nazionale ed internazionale.
Era un auspicio, ma testimoniò anche l’intenzione, non sempre consapevole e convinta, di non lasciarsi escludere dal conseguimento di un obiettivo che, dopo la rivoluzione industriale, avviata nel XVIII secolo in Inghilterra, era divenuto fondamentale e ineludibile in diversi Paesi: si organizzavano, pertanto, mostre e iniziative volte a diffondere la conoscenza di novità tecnologiche, nuovi processi produttivi, con le numerose e differenziate ricadute in ambito industriale e agricolo.
L’Esposizione meneghina suscitò interesse partecipativo da molti Paesi Europei, come anche dalla gran parte delle Regioni d’Italia, probabilmente proprio sulla ondata coinvolgente di ottimizzare i frutti dell’inarrestabile sconvolgimento industriale.
E dunque, da questo inedito scenario prende le mosse il lavoro di Gianni Maragno, il quale descrive le fasi preparatorie della Manifestazione, non trascurando di inserirle convenientemente nel delicato e complesso panorama dei rapporti internazionali del primo Novecento in Europa, fornendo interessanti informazioni collegate direttamente all’evento o riguardanti una serie di curiosità circa imprenditori e attività dislocate sul territorio provinciale.
“Ne emerge un quadro variegato dell’economia della Basilicata di inizio secolo – ci dice – con una serie di settori che ritagliano uno spiraglio incoraggiante per quanti vogliano leggervi spunti e incitamento per la condizione di oggi. Il Vulture e Rionero in particolare (area nord della regione) ottennero numerosi riconoscimenti e più che lusinghiere affermazioni in tutte le competizioni, dai vini alle acque minerali al settore della previdenza e della solidarietà”. Nell’ambito delle produzioni regionali, viene evidenziata la prevedibile presenza dei prodotti afferenti al settore agroalimentare, ma si documenta anche la vivacità e l’impegno di programmazione, ad esempio, per l’industria serica e la bachicoltura con una serie di iniziative ponderate ed efficaci: di questo purtroppo oggi sopravvivono pochissime tracce. Risalta, inoltre, anche la concorrenziale e diffusa produzione nell’ambito dei liquori: molti centri della nostra Regione vantavano stabilimenti per la preparazione di amari, cordiali e numerose altre “bevande spiritose”, come a Laurenzana (Pz), dove si affiancavano più ditte specializzate, con lusinghieri riscontri in ambito commerciale.
L’Esposizione di Milano, rappresentò per la Basilicata, una vetrina internazionale dove poter esporre le potenzialità di un territorio che, seppure caratterizzato da gravi carenze infrastrutturali, igieniche, sociali, nonché da consistenti sacche di miseria, avrebbe favorevolmente sorpreso, giurie, espositori e visitatori per la qualità e varietà dei prodotti e per le tipologie di produzioni.
Un successo, quello ottenuto a Milano che, nel solco delle attività connesse a EXPO 2015 e nella prospettiva di Matera Capitale Europea della Cultura 2019, è auspicabile possa attrarre nuove e lusinghiere prospettive culturali ed economiche, riavviando quel prodigioso volano di sviluppo che sembrò delinearsi più di un secolo fa, per la regione Basilicata.
Giovanni Maragno mette in luce una ricerca metodica di fonti d’archivio, non disgiunta da una dinamica e accorta disponibilità per l’impiego di tecnologie innovative che lo hanno sempre accompagnato nello studio e nell’analisi delle testimonianze di personaggi, eventi e documenti relativi a tutto il contesto regionale lucano. Ha messo a frutto, in maniera originale la formazione e le competenze maturate in Italia e all’estero, in ambito giuridico, amministrativo e avviato le proprie attività in riferimento alla conoscenza, la riscoperta e la valorizzazione dei modelli di civiltà e cultura rinvenibili nel tessuto urbano e sociale di Matera e del suo territorio.
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