Lo scrittore materano Vito Coviello, non vedente da circa vent’anni, ha pubblicato il libro “Da quel balcone dei miei ricordi: Matera”.
Il nuovo libro pubblicato dall’associazione Onlus Aciil di Potenza è la rappresentazione quasi iconografica dei ricordi dell’infanzia dell’autore, di com’era Matera 60 anni fa, quando lui era bambino. La sua raccolta di racconti velata dal rimpianto per quel mondo antico, mondo certo idealizzato nella mediazione del tempo che fu. Questo libro ci racconta com’era Matera, la nostra Matera, 60 anni fa.
Il libro è stato pubblicato dall’associazione Aciil Onlus. Per ricevere il libro è possibile contattare il numero 0971.306937 oppure inviare una mail a aciilpotenza@alice.it
Di seguito la recensione del volume di Vito Coviello del Questore della Polizia di Stato di Matera, Luigi Liguori.
Per Vito Coviello il “balcone dei ricordi” è un luogo simbolico da cui guardare indietro nel tempo, prendere per mano il lettore per condurlo, attraverso il racconto, lungo un viaggio sentimentale a ritroso, verso le radici della propria storia familiare e personale, che si intreccia, offrendo spunti di sorprendente curiosità e autenticità, con quella della comunità materana, ispirata ai valori tradizionali della laboriosità, della solidarietà e del rispetto reciproco.
Ma il balcone dei ricordi, a cui l’autore è rimasto molto affezionato, è anche un luogo fisico: quello della casa d’infanzia, che si affaccia nell’attuale piazzetta San Giovanni Battista, cuore pulsante, non soltanto sotto l’aspetto urbanistico, della Matera di sessant’anni fa come di oggi, pur nell’incredibile trasformazione che la città ha subito in questo lasso temporale. Lo testimonia il fatto che proprio in quella piazza, gremita di materani, nel 2014 fu data notizia della proclamazione della città a Capitale europea della cultura per il 2019, riconoscimento che più volte l’autore cita con orgoglio, quale traguardo che la sua generazione ha contribuito a raggiungere.
La casa della famiglia Coviello, arredata in maniera semplice ed essenziale, così com’erano le case della gente comune nel dopoguerra, è collocata in una posizione diremmo oggi davvero invidiabile, in quanto si affaccia da un lato sull’incantevole piazzetta San Giovanni Battista, di fronte a quel gioiello dell’architettura romanica dell’omonima chiesa, e dall’altro sull ‘incomparabile panorama dei Sassi.
Con una capacità narrativa accattivante e stimolante, anche sul piano storico, sociale e antropologico, l’autore descrive, attraverso le proprie esperienze di quand’era bambino, la vita, gli ambienti e i costumi della Matera degli anni Cinquanta e Sessanta, popolata di personaggi spesso umili, ma ricchi di umanità, maestri nell’arte di arrangiarsi per tirare avanti e cercare di migliorare la propria condizione economica e sociale.
L’autore fa una carrellata dei luoghi in cui era incentrata all’epoca la vita della città e delle ricorrenze ed eventi soprattutto religiosi che la scandivano. Interessanti sono le descrizioni, rese con amore e dovizia di particolari, ad esempio di via San Biagio, via San Rocco e Piazza Vittorio Veneto, con le botteghe artigiane, i.negozi, le cantine che c’erano un tempo. Oppure dell’arrivo delle novità offerte dal progresso tecnologico: elettrodomestici come il frigorifero e il televisore, sogno degli adulti e dei bambini dell’epoca. Resoconti autentici di un mondo che non c’è più e che l’autore propone con un velo di nostalgia sì, ma senza mai venir meno a una certa leggerezza e freschezza narrativa.
Vito Coviello ha purtroppo perso la vista una ventina di anni or sono, ma non mostra rancore, anzi è riconoscente alla vita per quello che ha saputo offrirgli in tutti questi anni di enormi cambiamenti politici, sociali ed economici per Matera come per l’Italia intera. Egli mostra di aver imparato a guardare con gli occhi del cuore: è così che tratta i tanti personaggi che caratterizzano la sua storia personale e quella della comunità locale, sapendo trovare sempre il lato più autentico e umano in tutti, compresi quei carcerati rassegnati a scontare la pena inflitta per i reati commessi, di poco conto o gravi che fossero stati.
Questo lavoro, arricchito dal contributo di testimonianze, racconti e biografie redatti da alcuni protagonisti della vita politica e culturale cittadina — e non solo — è un regalo che Vito Coviello fa a quanti, tra amici e materani, che egli puntualmente cita, quei tempi li hanno vissuti. Ma anche a quanti, perché forestieri o appartenenti a generazioni successive, quel mondo non lo hanno conosciuto, ma hanno la voglia e il piacere di scoprirlo. A tutti loro riesce ad offrire l’occasione di rivisitare quegli anni, con la sensibilità e la generosità di chi sa scorgerne e mostrarne la bellezza a piene mani.