Recensione della dottoressa Maria Alba Stigliano, medico dell’ospedale Santo Spirito di Roma, di origine lucana e materana al libro “Vivendo, volando e scrivendo versi” di Vito Coviello.
ito, caro amico fin dalla giovinezza, in questa raccolta ci inonda di pensieri che sono un inno alla vita, all’amore che è una cosa meravigliosa, Amore terreno, ma anche Amore infinito verso il nostro Padre celeste.
Ogni brano è come una preghiera, un inno all’amicizia, alla fratellanza, alla natura che ci circonda che ci ammanta come un arcobaleno e riscalda i nostri cuori e la nostra anima. Traspare la nostalgia dei felici tempi andati, quando ancora poteva vedere il mondo che lo circondava, tempi gioiosi ricolmi dell’amore per la sua famiglia e per le amicizie. Costante è il pensiero e la preghiera alla Madonna della Bruna affinché protegga i propri cari, gli amici e tutti coloro che hanno fede.
Ma traspare anche la paura per la notte scura, buia come la sua cecità, scesa su tutta l’umanità nei confronti dei meno fortunati che devono lasciare la propria terra, che si ammalano e che muoiono nella sorda e cieca indifferenza di tutti; è angosciato per l’aridità dei nostri cuori “spazzati” dal vento infernale dell’indifferenza e dell’egoismo… ma sogna una luce in fondo al tunnel per un mondo di pace, giustizia e amore verso tutti.
E’ un messaggio di speranza rivolto non solo alle persone sole, malate, abbandonate, ma a tutti e ci ricorda come con l’aiuto Dio non si è mai soli.
Struggente è il pensiero alla cara moglie Bruna, alla figlia Liliana, alla propria cecità fisica, ma non intellettuale e la speranza, alla fine di questo viaggio terreno, di lasciare un buon ricordo di sè.