Laura Abbatino, materana doc e primo violino nell’orchestra di Lecce, ha pubblicato il libro “Robert Schumann filosofo, l’arte poetica romantica” editrice Mimesis, con l’autorevole prefazione di Elio Franzini per la Collana diretta dallo stesso Franzini. Nel suo Comitato Scientifico figurano esponenti di grande richiamo culturale quali Emanuele Arielli dell’Università Iuav di Venezia, Simona Chiodo del Politecnico di Milano, Fosca Mariani Zini dell’Université Charles de Gaulle, Andrea Staiti del Boston College di Boston. Questo libro va ad arricchire il patrimonio della Biblioteca nazionale della Basilicata e in particolar modo di quella città di Matera, capitale della cultura europea per il 2019. Laura Abbatino, violinista di professione, nel 2006 si è laureata in filosofia con il massimo dei voti e la lode, e nel 2013 ha conseguito un dottorato di ricerca in Storia della Filosofia presso l’Università del Salento (Lecce). Le sue ricerche filosofiche si concentrano su tematiche riguardanti l’estetica e la poetica musicale, con particolare attenzione alla filosofia tedesca del 19° secolo e al pensiero di Arthur Schopenhauer e di Friedrich Nietzsche. Vincitrice di una borsa FMSH-Fernand Braudelincoming, è attualmente a Parigi per svolgere una ricerca post-dottorale presso l’École Normale Supérieure e il CNRS.
Numerosi studi che hanno permesso a Laura Abbatino di riportare in auge le straordinarie considerazioni tratte dalla filosofia passando attraverso il romanticismo ed approdare all’estetica musicale di Robert Schuman e l’arte poetica romantica.
“L’estetica musicale – racconta Laura Abbatino – è soltanto una delle forme di pensiero che hanno la musica per oggetto un modo del discorso per certi versi addirittura impoverito, soprattutto nel passato più recente quando le poetiche hanno anticipato di gran lunga il pensiero degli specialisti della riflessione al largo prevalere nel Novecento delle poetiche sulle estetiche quando, di fronte ad una totale e libera autonomia nella scelta delle modalità tecnico –compositive , ogni autore si è sentito “costretto ad indirizzare il pubblico verso la comprensione della propria opera e le poetiche sono divenute l’indispensabile manifesto di ogni personale linguaggio musicale”. Il libro si conferma uno straordinario saggio a cui il lettore può trovare eccellenti elementi di contributi culturali sulle nozioni di estetica, di poetica e di critica. A tal riguardo Laura Abbatino si nutre dagli studi svolti da Luciano Anceschi (filosofo, critico letterario e saggista italiano) e ne amplia il suo elaborato in ambito musicale per analizzare l’opera di Schumann, autore la cui attività compositiva si e riferita costantemente al mondo della letteratura e della poesia traendo da esso i più innovativi tratti della sua poetica.
Robert Schumann, oggi indiscutibilmente considerato uno dei più grandi compositori romantici, in verità fu apprezzato dai suoi contemporanei soprattutto come scrittore e critico musicale. Infatti, per ironia della sorte, egli attese tutta la vita pur di veder riconosciuta la sua attività di compositore, ma persino nell’ultimo ricordo la sua fama di critico la precedette. Fu solo dopo la sua morte, avvenuta nel 1856, che, grazie al costante impegno della moglie Clara, di Johannes Brahms e di Franz Liszt, si riuscì a rivalutarne il ruolo di musicista. Si è giunti così all’estremo opposto: Schumann è passato alla storia unicamente in qualità di compositore. Per merito, o per colpa di questa indesiderata eterogenesi dei fini, abbiamo assistito inermi all’oblio della sua attività critica e al quasi totale disinteresse degli studiosi nell’approfondimento della sua valenza teorica. Il presente saggio filosofico ha lo scopo di colmare questa lacuna conoscitiva mettendo in luce il pensiero estetico di Robert Schumann e delineando in tal modo nuovi contorni nel suo profilo generale. Dalle conclusioni di questo saggio – precisa l’autrice -lo studio approfondito di un autore come Robert Schumann attraverso il suo pensiero estetico mi ha permesso di scoprire la rilevanza e l’attualità delle sue idee nella discussione filosofica a lui contemporanea. Mi ha fatto anche comprendere quanto sottili siano, in quel particolare periodo storico che è l’Ottocento, le interrelazioni e gli interscambi culturali tra i vari ambiti del sapere, tra discipline come la filosofia, la letteratura, la poesia, la musica. Il libro è dedicato a Giovanni, Marianna e Roberto. Si compone di quattro capitoli.
Michele Capolupo