“Geosofia lucana: riti, archetipi e visioni del futuro” è il titolo del primo incontro istituzionale organizzato dal Consiglio regionale della Basilicata, nell’ambito della XXXVI edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino, tenutosi stamattina, 12 maggio. A spaziare su un tema di così grande impatto emotivo, quale appunto la geosofia, lo studio della geografia della conoscenza, il professore di Lingua e Letteratura Greca dell’Università di Perugia, Donato Loscalzo; il direttore generale dell’APT, Antonio Nicoletti; l’ideatrice del premio letterario ‘L’albero di rose’, Maria Grazia Trivigno, il direttore generale del Consiglio regionale della Basilicata, Domenico Tripaldi e il Coordinatore della Struttura di Coordinamento Informazione, Comunicazione ed Eventi del Consiglio regionale della Basilicata, Pierluigi Maulella Barrese. Ne è scaturito un racconto coinvolgente su luoghi e riti della Basilicata, concetti che si sono mirabilmente innestati sui topos della letteratura lucana. I relatori, suscitando grande interesse negli ospiti presenti all’incontro, hanno tratteggiato l’immagine ancestrale di una terra che sa essere accogliente, protesa nel custodire le proprie origini, segno di grande rispetto per l’identità, e con diverse potenzialità per nuove declinazioni proiettabili nel futuro immediato.
Questa immersione tra riti e archetipi della Basilicata è stata condotta dal Coordinatore Pierluigi Maulella Barrese che ha moderato l’intero incontro, sottolineando “l’importanza delle sinergie e collaborazioni istituzionali, come quella con APT Basilicata, per rappresentare al meglio la regione in contesti quali il Salone Internazionale del Libro di Torino”. “Quello che vogliamo fare oggi – ha evidenziato Maulella Barrese – è portarvi in un viaggio nella dimensione mitica e poetica della Basilicata, attraverso riti e luoghi fuori dall’ordinario. Un viaggio nell’identità più profonda della Lucania. Infatti, parlare di Accettura, attraverso la festa popolare del Maggio, così come di tanti altri riti arcaici presenti in Basilicata, significa andare alle radici di antichissimi riti pagani che si mescolano magistralmente a rituali religiosi, in un connubio che segna la storia della nostra terra”. Una visione di crescita che non resta ancorata al passato. “Salvaguardia dell’ambiente e della salute, protezione del territorio, agricoltura sostenibile, un nuovo rapporto città-campagna – ha aggiunto il Coordinatore – sono i grandi temi del futuro. Ritengo che sia decisivo investire sulle bellezze rurali e porre la campagna e le aree interne al centro di una rinnovata attenzione. Un viaggio questo di oggi – ha proseguito – che può contribuire a farci prendere consapevolezza che, come classe dirigente, siamo chiamati a mettere in campo strategie di lungo termine in grado di dare un valore concreto al patrimonio intenso di biodiversità, identità storica e culturale della nostra terra”.
Il professore di Lingua e Letteratura Greca dell’Università di Perugia, Donato Loscalzo, ha stimolato l’attenzione degli ospiti con un interrogativo: “Qual è la percezione del paesaggio lucano?” “Vorrei partire – ha detto – proprio da questa riflessione. Quello che vediamo è frutto della storia. Dal 1987 ad oggi, il territorio ha perso circa 100mila abitanti. C’è stato un forte flusso migratorio e un evidente calo delle nascite. Mi sono chiesto il perché e ho voluto fare un percorso sulla percezione della Lucania attraverso poeti lucani che hanno lasciato questa terra. Il primo poeta in assoluto che ha lasciato le sue radici è Orazio, che ha sempre ricordato la Basilicata. Poi c’è Isabella Morra, Nicola Sole egli autori contemporanei. Attraverso la lettura dei principali poeti lucani emergono alcuni motivi ricorrenti nella percezione della Basilicata: il fascino del panorama in opposizione al desiderio di fuga, che configura questa terra come il paradosso della bellezza inospitale; la solidità dei suoi boschi che stride con la fragilità rappresentata da frane e terremoti; una terra che è ‘madre e donna’ su cui domina l’attesa messianica della figura del padre; l’evasione dal destino attraverso il viaggio o l’immaginazione che induce, sempre, all’inevitabile nostalgia dei suoi spazi remoti, dei suoi angoli, e della suggestione dei suoi rituali”.
“Tra le manifestazioni antropologiche, mitiche e ancestrali della Basilicata – ha ricordato l’ideatrice del premio letterario ‘L’albero di rose’, Maria Grazia Trivigno – spiccano i culti arborei, che si svolgono ogni anno tra la primavera e settembre in vari paesi lucani, concentrati in due aree, quella a ridosso del Parco Nazionale del Pollino e quella del Parco di Gallipoli Cognato e delle Dolomiti Lucane. A partire dalla simbologia ammaliante di questi riti, ad Accettura è stato istituto un premio letterario, L’albero di rose, giunto alla settima edizione. Viene presentata, così, in anteprima la raccolta Innesti – poesie per il maggio di Accettura, edita da AnimaMundi, con la compartecipazione del Consiglio regionale della Basilicata, facente parte della collana di Geosofia diretta da Franc Arleo, di cui fa parte anche Lucus, Taccuino di geosofia, interamente dedicato alla Lucania”. “Innesti – ha evidenziato Trivigno – consiste in una selezione di componimenti poetici che hanno concorso nelle prime sei edizioni del premio, ritmati da fotografie e arricchito da un breve saggio antropologico e un contributo a cura della Fondazione Leonardo Sinisgalli. I motivi ricorrenti dei riti arborei lucani (l’unione dell’elemento maschile e femminile, il sincretismo religioso, il sacrificio rituale, il momento della sfida) sono dunque fonte di ispirazione non solo poetica ma anche geosofica: la fascinazione di questi luoghi – di cui i riti arborei costituiscono una manifestazione importante – costituisce un’attrattiva per coloro che vogliono riabitare questa terra incognita”.
Il direttore generale di APT Basilicata, Antonio Nicoletti ha rimarcato la bellezza della Basilicata: “La nostra regione è una terra così interessante che non si finisce mai di conoscerla. L’obiettivo è che si possa parlare della Basilicata in modo positivo, in modo che si continui a far conoscere i valori che la caratterizzano. In questo la geosofia, così come anche la poesia, porta risposte importanti. Per APT Basilicata la geosofia è proprio far conoscere questi valori a un mondo che di questi valori ha bisogno. Inoltre, è fondamentale chiamare con il proprio nome ciascun territorio della regione anziché citare solo le città di Potenza e Matera. Questo perché la parola mantiene in vita, quello che i latini chiamavano Genius loci è ciò che sopravvive nel tempo”.
Il geosofo Franc Arleo, che non ha potuto partecipare all’evento, ha contribuito all’incontro attraverso un messaggio che parte da un interrogativo: “Qual è l’immaginario di una terra che storicamente è stata definita terra incognita?” “Una terra che nei secoli – ha precisato Arleo – portò i suoi confini, così lontani dagli attuali, fino ad estendersi geograficamente al mare di Sicilia. Oggi, questa straordinaria terra secolare, la Lucania, viene nominata spesso per lo sfiancamento migratorio. Ma c’è un movimento contrario, sottile e costante, per lo più poco osservato, che da qualche anno amo definire Riforestazione Umana d’Appennino. In questa terra incognita, infatti, attratti proprio dalla sua storia, dal suo immaginario, dai suoi archetipi, dai suoi riti e miti, arrivano, da ogni parte del mondo, persone che vogliono viverci da residenti. Sono persone che amano rivivere e far rivivere territori per lo più abbandonati, ma che oggi rappresentano un crocevia di opportunità, un avamposto per sentinelle che vogliono curarsi di questo mondo e custodirlo”. “Sono luoghi rurali marginali che – ha sottolineato Arleo – conservano ancora una loro wilderness. Un habitat in cui l’uomo è intervenuto poco”. “Ma questa Riforestazione Umana, sottile e continua di un territorio sempre più spopolato – si è chiesto lo scrittore – può aiutarci a riscrivere una visione futura di questa terra? E di quali strumenti o linguaggi nuovi abbiamo bisogno per accompagnare la costruzione di questa visione?” “Nel 1947 J. K. Wright – ha ricordato lo scrittore lucano – sviluppa un termine in grado di dare valore alla conoscenza della terra basata non più solo sulle competenze dei geografi, degli addetti ai lavori, ma sulle visioni immateriali di chi abita e cura i luoghi. Il termine coniato da Wright è Geosofia, (Geo) terra e (Sophia) sapienza. Abbiamo ripreso questo termine per farne una collana di libri, dischi, documentari e film, che privilegia linguaggi e forme di comunicazione in grado di innestare un nuovo modo di pensare e raccontare questa terra fuori dall’ordinario”.
Il direttore generale del Consiglio regionale della Basilicata, Domenico Tripaldi, nel portare il saluto del presidente del Consiglio regionale della Basilicata, Carmine Cicala, ha posto l’accento sull’importanza di lavorare sul territorio in modo sinergico: “La collaborazione con APT Basilicata, come dimostra la partecipazione congiunta in questo spazio espositivo al Salone del Libro, è un innesto innovativo, dai risvolti senz’altro positivi, così come avviene ogni anno nel tradizionale Maggio di Accettura. Il Salone del Libro rappresenta un’opportunità importante per le Case Editrici e anche per l’editoria lucana è un’occasione per far conoscere i propri libri. Ritengo che, dopo gli appuntamenti editoriali di Roma e Torino, le Case Editrici locali siano pronte anche a fare anche un salto più grande a livello di proiezione”. Il direttore Tripaldi, nel ringraziare e salutare gli ospiti che hanno partecipato all’iniziativa, ha ribadito quanto sia “essenziale avanzare un tentativo di riflessione”. “Gli interventi che si sono susseguiti in questo incontro – ha affermato – ci hanno dato un grande spunto in questa direzione. Bisogna pensare a delle azioni e a cosa è possibile fare per ricentrare l’attenzione sulla Basilicata, soprattutto sulle aree interne. Credo che questa possa essere la direzione giusta ed è l’impegno che il Consiglio regionale continuerà a fare”.
L’esperienza del Salone del libro per Osanna Edizioni
“Viviamo questa kermesse – spiega Maglione fondatrice della realtà editoriale – ogni anno con rinnovato entusiasmo. Essere a Torino diventa motivo di stimolo per accettare nuove sfide, confrontarci con le altre realtà, entrare in contatto con i lettori”
La Osanna Edizioni, casa editrice lucana nata agli inizi degli anni Ottanta con l’ambizione di “creare libri per una ideale biblioteca, libri destinati perciò a fare catalogo”, presente al Salone del libro a Torino. Una realtà lucana consolidatasi nel tempo, con un progetto culturale di spessore scientifico, che tende a mediare antico e moderno, in un alternarsi di preziosi recuperi e nuove proposte. Mossa da un amore smodato per i libri, dopo oltre 40 anni di storia, la casa editrice di Venosa continua a rappresentare un modello virtuoso della piccola e media editoria, capace di misurarsi anche con i mercati nazionali e internazionali.
Ospite presso lo stand messo a disposizione dal Consiglio regionale della Basilicata, nella splendida cornice del Lingotto, Osanna Edizioni ha posto in vetrina quelle pubblicazioni concepite come un omaggio alla storia, in particolare quella del Mezzogiorno d’Italia; alla letteratura classica e moderna; all’archeologia e al meridionalismo, quell’insieme di studi sviluppatisi nel XX secolo, inerenti le problematiche del periodo postunitario legate all’integrazione del Mezzogiorno d’Italia nel contesto politico, economico e culturale creatosi nel nuovo Stato unitario.
“Pubblicazioni, particolarmente curate anche nella veste grafica – sottolinea Rosetta Maglione, fondatrice, insieme al marito Antonio Vaccaro, della casa editrice a Venosa, cittadina in cui nel 65 a.C. nacque il poeta latino Quinto Orazio Flacco – presenti nelle librerie regionali e nazionali più accreditate. Volumi che grazie agli argomenti trattati e allo spessore culturale dei nostri scrittori (a noi si rivolgono docenti universitari, dirigenti e docenti scolastici, giornalisti, professionisti e studiosi di vari settori), hanno ottenuto numerose recensioni da parte di riviste specializzate e di critici autorevoli. Tanti anche i premi letterari vinti”.
“Con una èquipe operativa di livello – ci spiega Rosetta Maglione – abbiamo sviluppato il nostro progetto editoriale in una serie di collane: Leukania, Archeologia, Archeologia nuova serie, Polieion, che si avvale dei contributi degli archeologi da Bottini a Massimo Osanna, a Maria Luisa Marchi; l’Horatiana che si occupa di cultura classica, diretta da Paolo Fedeli; la Federiciana, Riccardiana che si apre ad interventi riguardanti storia e cultura meridionalistica, diretta da Raffaele Nigro, ha autori del calibro di Carlo Alianello, Benedetto Croce, Giustino Fortunato, Edward Lear, Marco Percoco. Altrettanto degna di nota la collana Polline con opere di Francesco De Sanctis, Tommaso Moro, Ippolito Nievo, Adele Cambria, Renato Fucini, Valentino Sani, Nicola De Blasi, Matteo Palumbo, Antonio Vaccaro, Mario Trufelli ed Edmondo Soave”.
“Superando le difficoltà endemiche dell’editoria meridionale – afferma la titolare della casa editrice – la nostra realtà ha visto crescere negli anni lo spazio della propria azione anche grazie alla puntualità, ad una ramificata distribuzione nelle librerie regionali e nazionali e in tutte le librerie on-line che, oltre al formato cartaceo, forniscono i nostri eBook”.
“Viviamo l’esperienza del Salone del libro – conclude Maglione – ogni anno con rinnovato entusiasmo e soddisfazione. Essere a Torino, in questa importante kermesse libraria diventa motivo di stimolo per accettare nuove sfide. Una cinque giorni durante la quale lanciare sguardi sul mondo, confrontarci con le altre realtà editoriali, entrare in contatto diretto con i lettori. Quest’ultima opportunità vissuta sempre con grande trasporto ed emozione”.