Si chiama “Sassi di Matera: il racconto della Casa Grotta”, il secondo libro di Nicola D’Imperio, pubblicato da Edizioni Magister, che esce a circa un anno di distanza dal primo – col quale ha una evidente continuità. L’opera sarà presentata il prossimo 23 febbraio in un incontro organizzato dall’Associazione Culturale dei Lucani di Bologna, con inizio alle ore 17.00, al Teatro Guardassoni del capoluogo emiliano.
E’ un romanzo storico che si svolge nei tempi successivi all’unità d’Italia. I luoghi sono la Matera antica dei Sassi e l’Appennino Lucano. La Matera, rappresentata nella prima ed ultima parte della narrazione, è quella antica ferma da quattro secoli, nella vita e nei costumi.
Nella parte centrale del racconto l’ambiente è l’entroterra appenninico in cui persistevano alcune sacche di brigantaggio che aveva perso quasi del tutto il significato politico del 1861-62. Questo fenomeno si era ricollocato nel banditismo vero e proprio che, dai tempi dei Romani, era la spia della miseria e dell’ingiustizia sociale, secondo il quale il brigante era considerato dal popolo una sorta di giustiziere che dava ai poveri quello che toglieva ai ricchi.
Questo racconto d’azione e d’amore è popolato di briganti, brigantesse, Guardie Nazionali, gendarmi, preti, monache, contadini, pastori, fornai, prefiche, maghe, fattucchiere, folletti, cavalli, muli, maiali, pecore, cani, e da cose, utensili, arredi, usati a Matera e in tutta la Lucania per secoli sino a qualche decennio fa, che rivestivano un ruolo essenziale nello scandire le attività, le giornate, gli anni, il tempo. E che davano un senso ed un significato all’esistenza.
La Città dei Sassi dal Milleseicento al Millenovecentocinquanta è stata come cristallizzata nella vita, nei costumi, nei mestieri e negli oggetti e sono proprio questi che arricchiscono il libro con una vasta e inedita iconografia ritratta da una casa grotta restaurata nei Sassi. Si tratta della Storica Casa Grotta tipicamente arredata, che è allocata in Vico Solitario, nel Sasso Caveoso, e allestita dall’Associazione Gruppo Teatro Matera. Il racconto dell’autore si intreccia con la storia e la descrizione degli utensili e delle usanze che la Casa Grotta rivela al visitatore, chiarendo l’importanza dell’inestimabile valore socio-antropologico di una memoria condivisa e restituita intatta anche ai suoi cittadini.
“La scelta di Nicola D’Imperio ci onora e ci impegna maggiormente” – afferma Enrico Anecchino, scopritore della Casa Grotta e presidente dell’Associazione Gruppo Teatro Matera.- “Le suggestioni evocate da questo luogo incantato, la cui storia è patrimonio dell’Umanità, sono quelle che i nostri ospiti rilevano quotidianamente nella loro visita. Con l’attuazione del risanamento dei Rioni Sassi, voluto da Alcide De Gasperi e sancito dalle leggi nazionali che vennero promulgate dopo il suo storico passaggio, si è corso il rischio che il ricco corredo di cultura popolare si disperdesse irrimediabilmente; di lì, la decisione, assunta nel lontano 1976, di intraprendere una raccolta ragionata dei simboli della civiltà contadina che per centinaia di anni aveva rappresentato il modello di vita prevalente nella nostra città.”
E in effetti, a leggere i lusinghieri commenti che i turisti rilasciano spontaneamente sulle pagine del sito turistico internazionale Trip Advisor, si ha l’impressione che l’esperienza nel sito storico assolva appieno alla funzione testimoniale che il fondatore ha individuato sin dall’impianto della Casa Grotta: “Tutto è stato conservato e ricostruito fedelmente e si può avere una idea precisa di quella che doveva essere la vita in altri tempi.” Inoltre: “L’ambiente è ricostruito meticolosamente con i mobili e gli attrezzi autentici del periodo in cui le grotte erano abitate. Serve a ricordarci come eravamo e, inoltre, a conoscere il nostro passato e tenerlo bene a mente, per non dimenticare le origini di un’Italia umile e operosa, disposta al sacrificio ma piena di dignità.” E ancora: “Visitare questa Casa Grotta, una delle innumerevoli scavate nella calcarenite dei Sassi, è una viva e toccante lezione di antropologia: la ricostruzione di quella che fu l’abitazione della famiglia Vizziello – Lapolla fino al 1956, quando lo sgombero forzato costrinse la gente ad abbandonare gli insediamenti rupestri per occupare i nuovi condomini appositamente costruiti ai margini della città. Nulla è andato perduto, ed il recupero degli oggetti di uso quotidiano ha fatto sì che ora si possa conoscere come si viveva allora: mobili, utensili, attrezzi, indumenti, stalla, braciere, telaio, tinozze, madia, cassapanca e cisterna per la raccolta dell’acqua piovana, ci riportano ad una dimensione misera ma affatto primitiva, anzi perfettamente organizzata ed autosufficiente, seppur nella carenza dei mezzi a disposizione.” Sono soltanto alcune delle ultime recensioni, che, attraverso il passaparola digitale di internet, contribuiscono a fare della Storica Casa Grotta di Vico Solitario una delle più visitate attrazioni turistiche di Matera.
Aggiunge Raffaella Anecchino, che il 23 febbraio parteciperà alla presentazione bolognese del libro: “A fortificare ulteriormente il ruolo di testimonianza viva della nostra storia, abbiamo arricchito recentemente il nostro sito internet (www.casagrotta.it) di più di trenta video in presa diretta, che raccolgono le esperienze nei Sassi e nella Matera del passato, raccontate dai diversi protagonisti: sono presenti le registrazioni di Vincenzo Vignola, Angelo Chico, Eustachio Cardinale, Michele De Ruggieri, Giuseppe Sabino, Anna Maria Garofalo, Eustachio Vizziello, Cataldo Di Pede, e degli stessi Nicola D’Imperio e mio padre Enrico. Queste produzioni rappresentano oggi il miglior approccio alla conoscenza della Casa Grotta di Vico Solitario, e alla vita nei Sassi di Matera”.