Nella sala ragazzi della Biblioteca Provinciale di Matera il nuovo appuntamento con la cultura è arrivato con la presentazione del libro di poesie ”Suite n. 1 poesie e frammenti di antiche pagine” di Antonio Quarta, medico di origini salentine da diversi anni residente a Policoro. Prima di cimentarsi in questa pubblicazione, Quarta si è distinto alla guida del Dipartimento Infantile della ASL 5 dedicandosi per oltre un trentennio alla chirurgia oncologica e ginecologica. Al tavolo, insieme all’autore, il presidente dell’Associazione Culturale “Matera Poesia 1995” Maria Antonella D’Agostino e i giornalisti Carlo Abbatino e Filippo Radogna.
“L’autore – spiega Abbatino – ha scelto il nome di Suite n.1 facendo riferimento alla musica. Suite infatti in francese significa successione, quindi un insieme di brani. E la sua raccolta è proprio una serie di brani con un crescendo poetico elevato e sempre originale. I brani posti all’inizio sono l’ouverture, ossia l’apertura in cui si riportano le opinioni di Gabriella Luperto, di Andrea Bonini che dell’autore dice: “Si tratta di persona di sicura cultura. Il dominio del mezzo espressivo rivela consuetudine con la parola scritta e frequentazione di letture mirate.(…), di Francesco Lala che spiega: “Nei suopi versi c’è uno stile di dolcezza, così intellettuale nell’ansia della ricerca, che lo pone individuo nel mondo attuale, anche se con il culto dei ricordi”(…); e la prefazione dello stesso Antonio Quarta: “ Ritengo che il modo migliore di esprimersi dell’uomo e del suo universo è proprio nella poesia. E quando essa diviene musica raggiunge l’arte suprema”(…).
Interessante risulta la lettura della prosa e della poetica contenuta nel libro di Quarta – prosegue Abbatino – Nell’autore c’è il senso profondo della poesia e dei sentimenti che quest’arte provoca nella mente, un’arte che favorisce la riflessione, i ricordi, le emozioni, le sensazioni. Che il poeta abbia una Musa è palesemente espresso nella prima lirica del libro che è l’Ouverture ed è a lei che si rivolge con garbo e eleganza: “Dolce amatissima Musa/in te piango/ smarrito/ le pene del mio cuore.(…) e proprio questa lirica ci presenta tout court un poeta del quale è bello guadagnare il percorso di questa raccolta. Il secondo impegno poetico “Periferia” richiama un po’ “Il ragazzo della via Gluck” di Celentano dove il cemento ricopre l’erba.
Quarta galoppa la poesia con destrezza e produce espressioni naturali che sottolineano la sua vena autentica, configuranto perle che sono richiami alle stagioni, alle memorie, ai ricordi, alle persone (A Marcel) ai grandi protagonisti della poesia come Federico Garcia Lorca e Isabella Morra. Sono proprio i versi dedicati alla poetessa di Valsinni Quarta a richiamare il mitico poetico leopardiano “L’infinito”, e lo stesso Leopardi è invocato da Quarta in “Preghiera” : “Poeta dell’Infinito/aiutami!/ La musica dei tuoi versi/ mi conforta/ma l’ansia del mio errare/mi divora./Poeta dell’Infinito/salvami.”. Il medico, il poeta. Quarta continua a navigare sul mare della poesia e esalta l’incantevole bellezza interiore che emerge attraverso versi di eccellente bellezza, dal canto metrico nobile e melodioso.
La raccolta poetica – sottolinea Abbatino – è alternata da una prosa sublime, da immaginare come una serie di stanze poetiche dove si ancorano aforismi, che sono frutto di “frammenti di antiche pagine”.
Il poeta Antonio Quarta dirompe con i suoi pensieri e sottolinea “I risvegli” che sono i risvegli dell’anima, quelli che lo rendono produttivo nei rivoli straordinariamente integri della poesia. La poesia del medico e del poeta Antonio Quarta è autentica espressione dell’animo che diventa trait d’union tra il pensiero e la vita, il quotidiano vivere. Scorrendo le pagine del libro è evidente che la lettura poetica di Quarta amplia sempre più il senso compiuto di quello che significa fare poesia e dare poesia”.
La presidente dell’Associazione Culturale “Matera Poesia 1995” Maria Antonella D’Agostino sottolinea che “il libro alterna poesia e prosa, come se ci sia un bisogno dell’autore di esternare al meglio il proprio pensiero ed entrambe si completano. Questa raccolta può essere considerata un “inquietudine” che è tipica dell’animo umano alla ricerca di risposte che possano colmare i vuoti”.
Il giornalista Filippo Radogna ha messo in evidenza ancor di più la personalità dell’autore: “Questo testo è la summa di quello che è stata la esperienza poetica di Quarta sin dal Liceo”.
Quarta precisa che “la poesia non è materia scientifica che si insegna a scuola ma nasce dall’interno. E’ un moto dell’animo che non è più etereo ma materiale. Oggi le emozioni si possono studiare con i moderni strumenti e la poesia consente di trasferire i sentimenti dell’anima e del cuore in qualcosa di reale e materializzare. La poesia nasce in persone che emulano un mondo particolare. E’ sempre un travaglio dell’animo che ti porta a cercare qualcosa da scoprire. Scrivere è un moto dell’animo per dialogare. La poesia nasce spontanea”.
Quarta spiega a Radogna che ama la Lucania e poi precisa: “Sono sempre stato uno stimato medico e ho svolto la professione con decoro. Poi aggiunge: “Ho studiato con l’attore Carmelo Bene ma non ho fatto teatro come lui perché non mi piaceva stare dietro le quinte ma essere protagonista. A Roma mi sono specializzato in Ginecologia e chirurgia generale ed sono diventato primario a 33 anni. Ho conosciuto Umberto Eco, Vittorini, D’Annunzio e non la penso come Levi sulle condizioni di vita del popolo lucano anche se quando sono arrivato in questa Regione c’era una umanità trascurata. Sono rimasto con passione in questa terra perché mi sono innamorato ed ho convinto tanta gente a vivere in Lucania”.
Al termine delle relazioni sono arrivati gli interventi dei poeti Carmelo Caldone e del maestro Emanuele Ricciardi che ha declamato due poesie dedicate a Matera.
Michele Capolupo
La fotogallery della presentazione ”Suite n.1 poesie e frammenti di antiche pagine” (foto www.sassilive.it)