L’artista scultore Pietro Marchetti, docente dell’Accademia di Belle Arti di Carrara è presente in questi giorni a Matera per realizzare la statua in tufo del Cristo Redentore davanti alla chiesa di San Salvatore sul colle di Timmari. Il tufo scelto è quello proveniente dalle cave di Montescaglioso, preferito a quello materan perchè è meno poroso e friabile. La statua, voluta dal parroco don Egidio Casarola della chiesa San Vincenzo De’ Paoli di La Martella, sarà collocata nel corso della festa religiosa in onore del Santissimo Salvatore nella prima domenica di settembre sul colle di Timmari. Lo scultore carrarese, che era già stato a Matera in occasione dell’inaugurazione della porta bronzea della chiesa parrocchiale di La Martella (omaggio del compianto Bodini), è presente nella città dei Sassi con due opere, una dedicata a Santa Rita da Cascia che si trova nella chiesetta omonima in via Cererie e l’altra dedicata al suo amico Bodini, con un ritratto in bronzo per la sala parrocchiale a La Martella.
Lo scultore è ospitato a Matera dal Laboratorio Progetto Arte. E’ molto probabile che questo incontro favorisca un rapporto di collaborazione in futuro tra l’Accademia di Belle Arti di Carrara e il laboratorio materano affinch vengano organizzati a Matera corsi di formazione per la lavorazione artistica del tufo. L’artista si concede un momento di pausa durante il suo lavoro e risponde alle curiosità di Carlo Abbatino: “Sul tufo ho lavorato la prima volta realizzando la statua relativa a Santa Rita (che si trova a Matera nella chiesetta omonima di via Cererie,ndr). Ora su questa statua del Cristo Redentore voglio trasmettere la pietà popolare e l’elaborazione riflette le mie emozioni. Il soggetto diviene una trasformazione continua e voglio fare un omaggio affettivo al maestro Bodini (con il quale l’artista ha realizzato la porta alla chiesa di La Martella,ndr).
Sulla statua del Cristo Redentore, che è ancora in formazione artistica, dice. “ Voglio una cosa molto esplosiva. Deve essere un impatto chiaro-scuro che va in sintonia con l’ambiente religioso. Non deve essere un figurativo classico ma voglio una statua più popolare, più vicina alla gente
”.Marchetti continua il suo lavoro immergendosi nella polvere che produce con gli strumenti. La lavorazione del tufo va alla ricerca dell’identità del Cristo, da tirare fuori secondo la sua immagine, il suo pensiero”.
Pietro Marchetti è stato seguito a Matera da uno dei suoi allievi, Alessio Cerasa. “Sono a Matera per seguire il maestro su questo lavoro e soprattutto sull’uso del tufo”.
Alla realizzazione dell’opera sul Cristo Redentore hanno partecipato attivamente lo Studio Arti Visive dell’artista materano Franco Di Pede, impegnato da anni nella conoscenza e diffusione del tufo come elemento d’arte e di lavorazione per opere d’arte, Pietro Papapietro della Cava di tufo in agro di Montescaglioso e il laboratorio Progetto Arte di Vincenzo e Giuseppe Rizzi, Emanuele Di Lecce e Giacomo Sabino.
Il maestro ha anche realizzato nei mesi scorsi il progetto “face” per aiutare durante la terapia scientifica i bambini affetti da autismo, in collaborazione con la facoltà di Bio-ingegneria dell’Università degli studi di Pisa e l’Accademia di Belle Arti di Carrara.