Il trionfo della musica italiana d’autore. La coppia Dalla-De Gregori si era “fidanzata” già nel 1979 con “Banana Republic”, concerto storico perchè l’evento restituiva nuovamente gli stadi al pubblico dopo i terribili eventi legati agli anni di piombo del terrorismo. A distanza di 31 anni Lucio e Francesco hanno regalato al pubblico che ha gremito la Cava del Sole di Matera una serata indimenticabile. Complice la pioggia, i due cantautori hanno rinviato di un giorno il concerto e probabilmente l’imprevisto si è rivelata un’autentica fortuna per i due graditi ospiti della città di Matera, accompagnati da guide turistiche qualificate all’interno del Musma e delle due chiese rupestri che ospitano l’antologica di Kengiro Azuma. Lucio Dalla, affascinato da uno scenario mozzafiato ha precisato: “La mia vita è come un sasso e per questo quando arrivo a Matera è come se vado a trovare i miei parenti”. Francesco De Gregori, che scopriva per la prima volta il cuore antico di una città del Sud patrimonio dell’Unesco ha dichiarato “Qui tutto è semplicemente straordinario”. Poi è arrivato il momento di cantare. Il work in progress parte alle dieci meno cinque di una sera d’estate alla Cava del Sole, perfetta per ascoltare le belle canzoni che compongono la scaletta dello show, zanzare a parte.
Dopo una serie di concerti a Roma e Milano, il tour estivo del “work in progress duemiladieci” di Dalla e De Gregori è ripartito da Firenze per poi toccare l’ Arena di Verona, la Reggia di Venaria e il Teatro Greco di Taormina. Posti straordinari, per carità. Ma siamo certi che Mimmo Paladino, l’autore della scenografia proposta per il concerto avrà sicuramente apprezzato l’effetto garantito anche dalla Cava del Sole di Matera. Lucio Dalla e Francesco De Gregori sul palco sono accompagnati da una band eccezionale, composta da musicisti appartanenti ai due artisti. Francesco si affida ad Aessandro Arianti alle tastiere, Guido Guglielminetti al basso, Alex Valle alla pedal steel guitar, Lucio si fida di Gionata Colaprisca alle percussioni, Maurizio Dei Lazzaretti alla batteria, Bruno Mariani alle chitarre, Fabio Coppini alle tastiere ed Emanuela Cortesi e Marco Alemanno ai cori.
Dalla e De Gregori sono due “mostri sacri” della musica leggera italiana e non hanno bisogno di presentazioni. E così anche nella Cava del Sole la scaletta viene rispettata con l’esordio sulle note di “Tutta la vita”. Lucio Dalla si fa notare con il suo cappello bianco, Francesco De Gregori risponde con uno di colore rosso fiammante, che fa molto avanspettacolo.
Dopo aver rotto il ghiaccio, ci pensa De Gregori a salutare il pubblico della Cava del Sole, con una dedica speciale per chi aveva sfidato la pioggia nella serata precedente, senza fortuna.
“Vi faremo ascoltare belle canzoni”. Questa la promessa di De Gregori, che fa partire i duetti con il suo compagno d’avventura nei brani “Anna e Marco” e “Titanic”. Quindi un successo a testa. De Gregori regala al pubblico l’emozionante e popolare “leva calcistica del ’68”, Dalla risponde con Canzone, preceduta da un commento decisamente auto-ironico: “Sono un cretino – esordisce – perchè solo un cretino come me poteva pensare di chiamare una canzone, “Canzone”, rispolverata di recente anche dal musical “Tosca”.
Commovente l’introduzione di Lucio Dalla ad uno dei brani cui l’autore è particolarmente legato, “Enna”, ispirata dalla guerra scoppiata in Jugoslavia. “Ero in barca alle Isole Tremiti, affascinato da un mare fantastico quando sopra la mia testa ho visto passare gli aerei che andavano a bombardare la Bosnia. Quella scena mi ha toccato il cuore e così ho deciso di scrivere questa canzone”.
Brividi anche per un altro capolavoro di musica e poesia firmato Francesco De Gregori, “la storia”.
Ma i duetti sono il sale del concerto e così Lucio Dalla e Francesco De Gregori si ritrovano insieme sul palco per viaggiare virtualmente con “Gran Turismo”, primo brano che sarà contenuto nel nuovo cd che sarà composto al termine della tournèe. Poi un’altra chicca di De Gregori: l’esecuzione al pianoforte di Santa Lucia.
La cuffia da pilota del giocherellone Lucio Dalla non può mancare per “Nuvolari”, storico pilota mantovano che ha ispirato uno dei successi del cantautore bolognese.
“Viva l’Italia” e “L’Agnello di Dio” in versione rock sono altre due perle dello show nel quale l’intesa tra i due artisti è perfetta.
Il molologo, in alcuni passaggi anche piuttosto spinto, del vocalist Marco Alemanno tratto da “La fine del Titanic” di Enzensberger introduce un altro classico del repertorio di Francesco De Gregori, “La valigia dell’attore”. Lucio Dalla risponde con “Disperato Erotico Stomp”, “Piazza Grande”, “Come è profondo il mare” e “L’anno che verrà”.
De Gregori dedica “A Pà” a Piero Paolo Pasolini e dopo aver rispolverato anche “Futura” arriva “Rimmel” in versione karaoke, grazie alle parole che scorrono nel grande schermo tecnologico utilizzato per la scenografia alle spalle degli artisti.
Dalla fa cantare il pubblico anche con la celebre “Gigolò”, la cui versione originale scritta da “un disgraziato” che traportava gli italiani in cerca di fortuna in America risale al 1921 viene riproposta con un delizioso testo in italiano.
Quindi un altro botta e risposta tra i due cantautori sul palco: De Gregori è sublime con “La donna Cannone”, Dalla fa commuovere con la sua straordinaria versione live dell’ever-green”Caruso”.
La versione rock di “Buonanotte Fiorellino” è l’ultimo pezzo prima dei bis richiesti a gran voce dal pubblico della Cava del Sole. La serata si conclude con “4 marzo 1943”, “il bandito e il campione”, “Balla Ballerino” mentre per salutare il pubblico ecco l’inedita “Non basta saper cantare (anche se a volte serve)”.
I fans in realtà si aspettavano anche “Il Generale” di Francesco De Gregori o “Attenti al lupo” da Lucio Dalla ma i due cantautori hanno “coraggiosamente” trascurato altri due classici del loro repertorio.
La serata magica di Lucio Dalla e Francesco De Gregori alla Cava del Sole è finita intorno a mezzanotte e mezzo. Adesso non resta che aspettare Mario Biondi, in arrivo il prossimo 3 agosto. Sarà l’evento che chiuderà la rassegna MateraEstate di Incongress.
Michele Capolupo
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