“Si deve riflettere sulla portata della Riforma Universitaria voluta dal Ministro Gelmini, sulla tipologie di proteste strumentali in corso e su quanto dichiarato dal prof. Luigi Frati, Rettore della Sapienza, il più grande Ateneo Europeo, circa la presenza di troppi “fannulloni” nelle fila del corpo accademico. Sono dichiarazioni molto forti, che seguono il filone di quella maggioranza silenziosa composta da tantissimi professori, ricercatori e studenti, concordi con lo spirito di una riforma attesa da troppo tempo. Come Consigliere Nazionale degli Studenti Universitari e rappresentante dei giovani di Centro-Destra, mi sento di affermare la piena sintonia con le dichiarazioni, che segnano un vero punto di rottura. Anzi, voglio aggiungere che tantissimi di quei “fannulloni” indicati dal Rettore sono presenti nelle file dalla categoria dei Professori, che a causa di importanti incarichi professionali o politici, delegano il proprio carico di lavoro ai ricercatori sottoposti, sia in termini di produttività scientifica che di supplenza alle lezioni e alle altre attività didattiche”. Così Domenico Paternoster, recentemente eletto nel Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari nelle file di Azione Universitaria (PdL)
Il giovane dirigente di AU ha evidenziato che “un´attenta lettura dei dati riguardanti le Produzioni Scientifiche, che sono stati pubblicati dalla Sapienza, e la mia conoscenza materiale di quanto avviene nei dipartimenti, mi porta a domandare se sono i ricercatori che “non fanno nulla” oppure che quest’ultimi “facciano troppo” per i docenti a cui devono rispondere per la propria carriera. L´approvazione della Riforma Gelmini consentirà, finalmente, di premiare la meritocrazia e la politica del fare e di svecchiare il gerontocratico corpo accademico. Il limite massimo di dieci anni posto per la carriera di ricercatore, la limitazione delle chiamate dirette, l’istituzione di una commissione nazionale che rilascerà l’abilitazione scientifica nazionale, l’obbligo di pensionamento per i docenti che abbiano raggiunto i settant’anni di età e l´adozione del principio della valutazione delle “Produzioni Scientifiche” per la progressione nella carriere e per il trasferimento dei fondi pubblici renderanno più ponderate e trasparenti le “chiamate” e le assunzioni. La Riforma disegna un nuovo sistema universitario e potranno esultare coloro che credono nella preparazione degli studenti e nella qualità della ricerca. Auspico che Rettori, docenti, ricercatori e rappresentanti degli studenti scelgano di stare dalla parte della politica del fare per ricostruire un´Università italiana degna della sua storia secolare”.
Domenico Paternoster
Limite massimo di dieci anni per la carriera di ricercatore.[b] E DOPO?????? [/b]
E come mai, Paternoster, non fa neanche cenno alla controversa parte sulle fondazioni private?
MAH….. :dry:
Tengo a precisare che queste mie dichiarazioni si riferiscono ad una limitatissima parte della Riforma Universitaria in atto.
Il Disegno di Legge 1905, dopo alcune “limature” da parte della VII Commissione Permanente del Senato, che sarà discussa in Senato, rappresenta solo un passo, anche se molto importante, della Riforma “Gelmini” iniziata con il Decreto Legge 25 Giugno 2008. La stessa si completerà nel momento in cui il Governo, al quale è stata attribuita la Delega dal DdL ( art. 5 ), emanerà decreti principalmente riguardanti il Diritto allo Studio.
Comunque, rispondo subito alla tua domanda. Secondo me la previsione della sola figura del Ricercatore a tempo determinato è un vantaggio per il sistema Università, compreso il tempo massimo ( dieci anni ). Grazie a due principi, che sono stati previsti dal DdL, questo catastrofismo non ha ragione di esistere. In primo luogo, verranno selezionati, almeno spero, solo i migliori, non dando spazio a nepotismi eo favoritismi, cosa che ad oggi avviene, aimè, “puntualmente” ( questo percorso è iniziato con il decreto legge 180/2008 ). In secondo luogo grazie all’introduzione dell’Abilitazione Scientifica Nazionale faranno carriera solo i “veri” ricercatori. Infine questo sistema, che vede molto ridotte le chiamate dirette, svincola i Ricercatori dal Docente “Maestro” ( i docenti di riferimento, ovvero i docenti per cui i ricercatori “lavorano ), per cui il loro tempo sarà occupato proporzionalmente tra Didattica per gli studenti e ricerca. Oggi questo avviene ??? Secondo me NO !
Per quanto riguarda le fondazioni private, queste sono state previste dalla “famosa” Legge 133/2008. Chi ha letto l’articolo in questione sa che questo rappresenta un arricchimento per l’Università Italiana, infatti come sancisce il DdL 1905 “ gli Atenei devono essere dotati di autonomia, ovvero vi deve essere un legame imprescindibile fra autonomia e responsabilità”. Questo connubio fari si che gli Atenei siano molto più attenti ai capitoli di spesa, non prevedendo, ad esempio, appartamenti di rappresentanza, sedi distaccati nel mondo, corsi speculari e molto molto altro ancora.
Il nostro paese necessità di una maggiore diligenza della “ cosa “ pubblica, basta sperperare le risorse dei contribuenti e nel caso in trattazione, anche degli studenti. Occorre “ curare “ il sistema Università, e bisogno farlo anche con qualche sacrificio. Negli anni addietro tante sono state le scelte sbagliate, a partire dalla Legge voluta da Berlinguer fino ad arrivare ad utilizzare l’Università, in molti casi, come ufficio di collocamento per soli amici eo parenti ( una realtà molto vicina a noi è chiaro esempio ).
Comunque la mia riflessione sulla Riforma dell’università non si esaurisce qui. Sin quando non avrò esaminato i 14 Articoli del DdL 1905 e le leggi direttamente collegate alla Riforma continuerò la “mia” interpretazione.
Auguro una buona giornata a tutti
Domenico Paternoster
L’unica cosa strumentale è il vittimismo che contraddistingue la vostra cosiddetta maggioranza silenziosa. Nella mia carriera di studente, dalle scuole elementari sino al termine dell’Università, ho fatto assieme ad altre migliaia di persone, manifestazioni contro Berlinguer, la Moratti, Fioroni e la Gelmini, a prescindere da qualsiasi governo e senza alcuna strumentalizzazione.
Sul fatto di eliminare baroni, raccomandazioni e sprechi, tutti i 60 milioni di italiani sono d’accordo.
I dubbi cominciano a esserci quando leggendo la 133 emerge blocco delle assunzioni, eccellenza per pochi, disimpegno finanziario dello Stato parallelo a un’invasione dei soggetti privati nella vita degli Atenei.
Il problema, a questo punto, è rappresentato dalla asimmetrie informative.
Non c’è alcun vittimismo, anzi c’è una grande voglia di confutare le argomentazioni di una sinistra ormai a pezzi, la quale cerca di ripartire utilizzando argomenti non veri.
Il mondo accademico è in fibrillazione. La domanda che pongo e poniamo è unica? Come mai la CRUI stila un documento nel quale si afferma la validità della Riforma, mentre la Conferenza dei Presidi stila un documento di solidarietà ai Ricercatori? Sono dell’idea che il nostro al nostro Paese occorre un numero più elevato di persone disposte “veramente” a lavorare. Lo testimoniano le parole sia del Rettore dell’Università più grande d’Europa, Prof. Luigi Frati, che del rettore dell’Università di Chieti, Prof. Franco Cuccorullo. Occorre valutare questa riforma nel suo insieme, ovvero partendo dal 2008 ed arrivando sino ad oggi.
Ciò che viene contestato nella Legge 133/2008 è stato rivisto prima nel Decreto Legge 180/2008 e dopo varie altre modifiche è arrivata sino al DdL 1905/2010, che spero diventi legge nel più breve tempo possibile. Nei miei interventi c’è confutazione, negli altri, solo nuove domande. Come ho scritto in più occasioni, invito, sempre a documentarsi a fondo prima di esprimere giudizi. Le cose che ci vengono propinate dai mezzi di comunicazione spesso non sono molto veritiere, o meglio lo sono solo in parte.
Termino la risposta ribadendo il plauso alla Riforma, così come è stato strutturata nel Ddl 1905 e tengo a precisare che la mia attività di Rappresentante è partita dalla scuole Superiori e proseguita all’università e continua attualmente in seno al Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari. Durante questo periodo lho protestato contro Berlinguer, contro le “bugie” sulla Riforma Moratti, contri i tagli di Fioroni e contro l’art.66 della Legge 133/2008. Prima, però, ho studiato il necessario per dire stupidaggini. Un contraddittorio è tale quando a delle domande seguono delle risposte, e non altre domande. Questo è il problema, aimè, della sinistra Italiana.