Matera strizza l’occhio alla luna con Paolo Fresu e Alborada String Quartet
Emozioni a cielo aperto con il naso all’insù. Nell’anno mondiale dell’Astronomia e per celebrare con un evento unico i quarant’anni dallo sbarco sulla luna ci pensa la città dei Sassi a creare un ponte tra la storia e le stelle. L’idea è nata due anni fa quando Paolo Fresu visitava il centro di Geodesia Spaziale “Cristoforo Colombo” in contrada Tirlecchia, a pochi chilometri dalla città dei Sassi. Nato a Berchidda, in un centro che è passato dalla provincia di Sassari a quella di Olbia-Tempio, Paolo Fresu ha scoperto il fantastico mondo dell’Onix Jazz Club già verso la fine degli anni ottanta. E Gigi Esposito, direttore artistico e punto di riferimento della associazione culturale che promuove a Matera la diffusione della musica jazz nelle forme più originali è riuscito a trasformare il sogno in realtà grazie alla collaborazione di Giuseppe Bianco, il direttore del centro di Geodesia Spaziale di Matera. Lo scenario che si presenta ai trecento fortunati che hanno prenotato il concerto è favoloso: il palco è praticamente davanti alla gigante antenna parabolica utilizzata ogni giorno per tutte le operazioni astronomiche. Dopo i saluti di Tonio Puccaro per l’APT e del padrone di casa Pippo Bianco, che confessa la sua passione per il jazz e ricorda con un pizzico d’orgoglio che Matera è l’unico centro a promuovere un evento del genere celebrare lo storico lancio della navicella spaziale sulla Luna. Il concerto è una contaminazione tra la musica classica con due violini, una viola e un violoncello di Alborada String Quartet e le sfumature jazz con la tromba di Paolo Fresu. Il viaggio nel tempo sta per cominciare e il miserere in sardo estrapolato dalla tradizione sacra rievoca il rapporto ancestrale tra la musica e il paesaggio lunare toccato quarant’anni fa. Geniale anche l’idea di Paolo Fresu di cominciare il concerto dall’alto, appostato sulla scala di servizio nei pressi dell’antenna parabolica, mentre i musicisti di Alborada String Quartet suonano ai lati del pubblico. Quando i musicisti si ritrovano sul palco, come per magia la “grande padella” comincia a ruotare come una giostra e rivolge lo sguardo al pubblico per trasformarsi in un maxischermo dove riprodurre le immagini in bianco e nero a tema montate da Videouno. I suoni di Paolo Fresu e di Alborada String Quartet diventano per oltre un’ora la colonna sonora di un video che ripercorre i momenti più attesi di quel 20 luglio 1969, con la voce indimenticabile del giornalista Tito Stagno che racconta per la Rai la storica “diretta dalla luna” e alcuni passaggi di film dell’epoca come Guerre Stellari, Il pianeta delle scimmie, Odissea nello spazio, Metropolis. In scaletta si susseguono il requiem scritto da Paolo Fresu per diventare la colonna sonora del film dedicato a Ilaria Alpi, la giornalista uccisa in Somalia nel 94, un brano di Mozart, il quintetto delle dissonanze, una composizione libera, una “corale pop”, brano scritto dal musicista milanese Massimo Colombo, un pezzo di Piero Salvatori e Cowboy and Indians di Uri Caine. Al termine dello spettacolo Paolo Fresu ci racconta il suo meraviglioso concerto denominato “Sassi e stelle sonanti”: “Sono sardo ma ormai mi sento materano d’adozione perché si può dire che la mia avventura musicale è cominciata qui oltre vent’anni fa e da qui è cresciuta negli anni. Grazie all’Onix Jazz Club ho avuto il piacere di suonare in posti magnifici dei Sassi e in chiese rupestri, ma l’evento dedicato allo sbarco sulla luna lo ricorderò in maniera particolare. Ho provato a giocare con il tempo, a creare un legame con la storia grazie agli strumenti ad arco di Alborada String Quartet e mi sono emozionato in maniera particolare soprattutto quando la parabola è tornata al suo posto, per me significava che avevamo portato a termine la missione, quella di regalare al pubblico un concerto originale. Sono molto felice perché a Matera abbiamo fatto un miracolo che probabilmente non sarebbe mai avvenuto in una città metropolitana. Tante emozioni anche dal violino di Sonia Peana, sarda come Fresu ma residente a Bologna. Nel gruppo è al violino assieme a “Lavorare con Paolo è sempre un piacere: anche in questa occasione è riuscito a contaminare i suoni jazz con il nostro repertorio classico trovando un punto in comune a metà strada. Con Paolo Fresu abbiamo collaborato per le colonne sonore di due film, quello di Ilaria Alpi, di cui avete ascoltato qualche passaggio stasera e “Te lo leggo negli occhi” di Nanni Moretti.” Prima di dare vita all’esclusivo evento nel giardino dei laboratori scientifici del centro di geodesia spaziale, Paolo Fresu offerto un “concerto-apertivo” nella chiesa rupestre di San Pietro Barisano. Prima la storia, poi un viaggio virtuale nel tempo per ricordare i quarant’anni trascorsi dal giorno in cui gli abitanti del pianeta Terra hanno fatto capolino sulla luna. Il cartellone estivo di Gezziamoci a Matera, che si chiuderà il prossimo 19 settembre, è partito nel modo migliore..
Michele Capolupo.
Nella foto di Dora Scasciamacchia Paolo Fresu mentre suona la tromba nella chiesa di San Pietro Barisano
Nella foto in basso di Gianfranco Scalcione Paolo Fresu con Alborada String Quartet, in alto Paolo Fresu con la sua tromba