Venerdì 20 luglio 2018 dalle ore 20,30 a Casa Cava è in programma il concerto di Sidewalk Cat 5et per Gezziamoci 2018, il Jazz Festival di Basilicata a cura di Onyx Jazz Club. L’evento è progetto realizzato nell’ambito dell’iniziativa “S’illumina – copia privata per i giovani, per la cultura” con il sostegno di MiBACT e SIAE.
Tradizione ed avanguardia che si sposano dando vita a melodie evanescenti, a tratti psichedeliche, a tratti miniali, che sfociano spesso in sonorità più incisive dalle tinte rock. Si presentano così i Sidewalk Cat 5tet, band pugliese composta da talentuosi musicisti, che nel settembre 2017 hanno pubblicato il disco Unfit per l’etichetta Emme Record Label. La formazione fondata nel maggio del 2016 dal chitarrista Marco Papadia, nonostante la giovane età è stata già vincitrice nell’estate del 2016, del Tuscia in Jazz European Award e finalista del Fara Music Festival. A completare la line-up attuale la vocalist Sofia Romano, Filippo Galbiati al pianoforte, Filippo Cassanelli al contrabbasso, Vincenzo Messina alla batteria. Il progetto si presenta come un ponte tra passato e presente, collegando il linguaggio degli standard e della tradizione jazzistica con suoni distorti a tratti aggressivi, a tratti minimali tipici dei tempi moderni. Una band, dunque, che guarda al futuro senza dimenticare il retaggio musicale e culturale che hanno lasciato i grandi autori della storia del jazz. A sottolineare il connubio tra tradizione ed avanguardia la costruzione dei brani, spesso divisa in queste due dimensioni dove la voce di Sofia Romano diventa strumento aggiunto al pianismo fluido e minimale d Filippo Galbati e alla chitarra di Marco Papadia, mai invasiva e sempre coerente con l’alchimia del gruppo.
Non è casuale, dunque, il fatto che i Sidewalk Cat attingano dalla tradizione famosi standard quali Maiden Voyage Herbie Hancock presente nel disco in una versione rivisitata. Il brano, registrato nel 1965, grazie ad una ritmica sincopata e decisa acquista una luce diversa e si incastra perfettamente con la tensione emotiva tipica del jazz contemporaneo. A completare questa rivisitazione così singolare un fraseggio chitarristico che sostituisce alla perfezione il sassofono regalando, alla take un suono più psichedelico e minimale. Questo sapore di novità è sottolineato anche dal particolare utilizzo della voce più presente e sostenuta dai testi come in Dream of poet, brano d’apertura del disco. Qui, la tensione emotiva, filo conduttore di tutte le composizioni, è costruita sull’alternanza di atmosfere delicate e momenti decisi e spigolosi in cui emerge tutto il potenziale del quintetto. Nel brano Portrait of a Clown, invece, le linee vocali diventano più evanescenti e si celano dietro agli unisoni della chitarra creando melodie rarefatte contraddistinte da arrangiamenti minimali. L’utilizzo della voce come strumento è ancora più marcato nel sesto brano della track list, Dohrnii, dove le atmosfere diventano ancora più eteree ed ipnotiche. In sintesi, Unfit è un disco che diventa un ponte tra passato e presente, unendo tradizione ed avanguardia in un unico filo conduttore generato dall’interplay del quintetto.
Line-up
Marco Papadia, chitarra elettrica.
Sofia Romano,
Filippo Galbati, pianoforte,
Andrea Esperti, contrabbasso,
Giovanni Martella, batteria