La replica dei gestori del lido Eleven di Policoro che avrebbe ospitato il concerto di Niko Pandetta: “Il concerto di Pandetta? Per noi sarebbe stata soltanto una serata artistica e commerciale come tante altre”. Di seguito la nota integrale e quella già pubblicata di Libera Basilicata.
Per il prossimo 25 Giugno, a Policoro, era prevista l’esibizione del cantante neomelodico catanese Niko Pandetta. “Era”, appunto, e così sarebbe stato laddove la notizia non avesse dato adito a errate letture della scelta del cantante che avrebbe dovuto inaugurare la sessione delle esibizioni artistiche dell’estate 2022 lungo la costa Jonica. Il nome dell’artista siculo è stato, infatti, ricondotto alle passate vicende personali dello stesso e, soprattutto, al legame di parentela dello stesso da tempo detenuto in regime di isolamento, suscitando dubbi e fraintendimenti circa l’effettiva ragione della scelta di ospitare, il contestato rapper proprio nella serata di lancio della stagione estiva. Niko Pandetta, infatti, è uno dei rapper più amati e seguiti sui canali social e live del momento, come facilmente riscontrabile accedendo ai numerosi video presenti sulla rete, che contano migliaia di visualizzazioni e condivisioni, e ancor più considerando la mole di fans pronti a raggiungere le piazze per assistere alle sue esibizioni. E, tanto certamente sarebbe accaduto anche nella località policorese, per come dimostrato dall’entusiasmo con cui la notizia del concerto è stata accolta dalle migliaia di persone, che si sono affrettate nella prenotazione dei biglietti per accedere allo spettacolo musicale. Il pubblico, vasto ed eterogeneo, avrebbe contato, tra gli altri, intere comitive provenienti non solo dalla cittadina lucana, ma anche dalle vicine Campania e Puglia. La presenza del cantante catanese avrebbe, dunque, garantito quell’afflusso di utenza nel locale in cui si sarebbe dovuta tenere l’esibizione che ha costituito la specifica ragione della scelta di ospitare proprio quell’artista. E tuttavia, l’evidenza delle ragioni commerciali e di marketing sottese all’organizzazione della serata è stata oscurata dall’ombra dei commenti di segno negativo, che hanno posto l’accento sul trascorso dell’artista e sui suoi legami familiari, piuttosto che sul valore artistico dello stesso, muovendo critiche ed illazioni circa il carattere inopportuno ed inadeguato della scelta di ospitare un cantante che, secondo qualcuno, inneggerebbe alla malavita ed al crimine. Evidentemente chi ha sostenuto ciò ha ritenuto di sollevare un pericoloso polverone mediatico, omettendo, però, di approfondire alcuni dettagli relativi all’organizzazione dell’evento ed all’artista che, laddove considerati nel loro peso specifico, non avrebbero lasciato spazio a dubbi ed a gratuiti attacchi. Da tempo, infatti, il cantante siciliano ha fatto del proprio cambiamento di vita e del proprio riscatto sociale ed umano una bandiera positiva, e di tanto è certamente prova la scelta dello stesso di espungere dalla scaletta dei propri spettacoli la canzone riferita al proprio congiunto malavitoso. La scelta della data di esibizione del rapper risale, peraltro, a circa due mesi fa, allorquando veniva stipulato con la relativa Agenzia apposito contratto, e veniva fatta tra le poche date disponibili, atteso il numero di concerti in programma per l’artista. Ciò a riprova dell’assoluta estraneità da qualunque collegamento con qualunque altro evento concomitante, quale, ad esempio ma non a caso, il ballottaggio previsto per il prossimo 26 giugno per la rielezione del consiglio comunale della cittadina di Policoro, che, invece, secondo “qualcuno”, sarebbe condizionato dal concerto medesimo. Certo non può comprendersi come un libero cittadino italiano, di professione cantante, abbia il potere di influenzare le sorti di una tornata elettorale, se non assumendo come tale ragionamento abbia carattere pretestuoso. Non può trascurarsi, peraltro, la circostanza per cui l’accesso all’esibizione fosse subordinata all’acquisto e dunque al pagamento di regolare biglietto. Il che sottende la libera decisione dell’avventore di partecipare o meno all’evento. Privo di risposta resta, dunque, anche l’ovvio interrogativo su come sia possibile incidere moralmente sulla libera decisione di taluno di partecipare ad un concerto. Il polverone mediatico tuttavia sollevato da quanti hanno maliziosamente intravisto losche intenzioni o, peggio ancora, forme di connivenza mafiosa nell’organizzazione dell’evento in questione, ha indotto i titolari del locale in cui lo stesso avrebbe dovuto svolgersi a fare un passo indietro ed a rimettere alle competenti autorità le determinazioni necessarie all’annullamento del concerto, e tanto al solo fine di non alimentare dubbi ed malintesi circa la liceità dell’organizzazione dello stesso, ma soprattutto sull’effettiva legittimità delle intenzioni e finalità, squisitamente artistiche e commerciali, sottese alla scelta del cantante da far esibire sul loro palco. “Il concerto di Pandetta? Per noi sarebbe stata soltanto una serata artistica e commerciale come tante altre. Siamo onesti imprenditori e l’abbiamo dimostrato annullando immediatamente il concerto con gravi danni economici (e d’immagine). Abbiamo perso una mera occasione di business, ma andiamo avanti lo stesso.”
Coordinamento Libera Basilicata: Nel Metapontino continuano a far cantare quelli che dicono ”La mafia non esiste”
In occasione dell’inaugurazione del “Presidio Legalità” a Potenza, lo scorso 12 giugno, il procuratore a capo della DDA di Potenza Francesco Curcio, parlando di quanto sia importante la cultura della legalità e dell’antimafia e spiegando come, purtroppo, siamo ancora lontani dall’adottarla in ogni contesto anche della nostra regione, ha citato un esempio.
Il concerto che pochi anni fa si svolse a Scanzano Jonico, con il placet dell’istituzione locale che poi, nel dicembre 2019, fu commissariata per infiltrazioni mafiose, che vide come protagonista il cantante neomelodico Daniele De Martino. Quello che parla dei collaboratori di giustizia come fossero traditori, infami; quello che inneggia un boss in carcere chiamandolo ”re”. ”E’ sintomatico di una società che non è basata sulla cultura della legalità- ha detto Curcio- non solo la presenza del cantante in questione, ma il fatto che sotto quel palco ci fossero migliaia di persone”.
Ora apprendiamo con sconcerto e forte preoccupazione che per il prossimo 25 giugno a Policoro sarebbe prevista l’esibizione di tal Niko Pandetta, trapper e neomelodico siciliano, nipote del boss catanese Salvatore Cappello, sottoposto al regime speciale di detenzione 41 bis dal 1993. Non che Pandetta il carcere non lo conosca, anzi. La presenza di Pandetta è prevista in una data molto particolare: la vigilia del ballottaggio (largamente prevedibile) per il rinnovo del consiglio comunale di Policoro.
”Maresciallo non ci prendi Un’ora, sei stipendi Sono con la mia fam Dentro al club, coca e rum Compro tre appartamenti Pago in pezzi da venti” è il testo di uno dei brani di Pandetta.
E ancora: ”Non parlo coi carabinieri, ora mi ascoltano anche loro
Stavo in galera fino a ieri, ora porto collane d’oro
Attendo sempre ai tuoi pensieri, prendi fuoco”.
E, infine, la canzone dedicata allo zio Cappello:
”Zio Turi io ti ringrazio ancor e tutt chill c faj p me
Si stat tu a scol e sta vit ca me mbarat a campà cu l’onore
P colpe e chisti pentit staje chius là dind o 41 bis
T’ann cundannat sta vit senza pudore e senza dignità
Sai che dolore nd’ò core quando vai a colloquio e nun t poss abbraccià
Sultant aret a sti vetr pozz fa finta e t tucca sule e man”.
A chi risponderà alle nostre sollecitazioni dicendo che un privato può invitare chi vuole, rispondiamo con un interrogativo. Quale immagine vogliamo offrire a Policoro e, in generale, al Metapontino, tra l’altro in una fase così delicata: all’avvio del procedimento per ipotesi di mafia sulla costa Jonica lucana, a Matera, che vede alla sbarra 25 persone, dove l’ipotesi di accusa è quella di associazione mafiosa, con base a Policoro, attiva in droga ed estorsioni?
Noi non ci stiamo.