Si è svolto questa sera nel complesso Le Monacelle in via Riscatto a Matera lo spettacolo “Ballata dei sensi – stammi a lato”, concerto sensoriale di musica e parola con Silvana Kuhtz voce in parola e Sandro Savino piano solo jazz. Lo spettacolo è stato inserito nella rassegna VivaVerdi Cultura di Arterìa in collaborazione con LeggoQuandoVoglio/ Festival della Parola.
Biografia Silvana Kühtz
Silvana Kühtz, barese, dalla formazione scientifica e umanistica, laureata al Politecnico di Bari, con un dottorato britannico, formatasi in UK, Usa e Italia sui temi della comunicazione e della performance attoriale, ha un master in Comunicazione integrata, è docente e ricercatrice all’Università della Basilicata, dipartimento delle Culture Europee e del Mediterraneo (Matera), conduce seminari sui temi della creatività e sensorialità e laboratori di lettura espressiva. Ha vinto nel 2014 il premio salernitano Alfonso Gatto per la poesia, alla sua trentesima edizione, con la silloge inedita 30 giorni una Terra e una Casa, pubblicata poi dall’editore Campanotto di Udine. Finalista al premio InediTo, festival delle colline torinesi 2016 con una nuova silloge in cerca di editore, Viscera. Per Spagine di Lecce ha pubblicato nel 2018 Quel che resta del bello, piccole prose, e per Musicaos, Manuale di Fisica Ostica. Nel 2022 ha curato un quaderno della Fondazione Dioguardi Su la bellezza così antica e così nuova della città. Ha fondato nel 2005 il collettivo Poesia in Azione. È convinta che la poesia sia per tutti.
Biografia Sandro Savino
Pianista, compositore e percussionista si forma musicalmente nelle città di Matera, Roma e in Olanda dove frequenta i prestigiosi conservatori di Den Haag e Rotterdam. È vincitore di numerosi concorsi come miglior pianista e miglior gruppo in Italia e all’estero come ad esempio il Luca Flores, Tuscia in jazz e il La Spezia jazz Festival. Nel 2008 viene selezionato tra i migliori sei giovani pianisti in Olanda. Si è esibito in numerosi festival in Italia, Olanda, Belgio, Francia, Regno Unito, Spagna, Portogallo, Israele, Slovenia e Croazia.
Ha avuto l’onore di suonare con musicisti del calibro di Peter Erskine, Brandford Marsalis, Eddie Gomez, Jeff Ballard, Dave Liebman e molti altri. Un pianista poliedrico e originale nelle sue performance con le radici nel jazz ma con una visione musicale a 360 gradi. La sua è una costante ricerca di nuove sonorità nell’intento di fondere la tradizione afroamericana con la sperimentazione scquisitamente europea. In passato docente nei conservatori Nicola Sala di Benevento e Niccolò Piccinni di Bari è titolare della cattedra di Pianoforte jazz presso il Conservatorio Egidio Romualdo Duni di Matera.
Colpo di fulume
Sono cresciuto a Matera, la città dei Sassi, e avevo otto anni quando chiesi ai miei genitori se potevo prendere lezioni di piano.
L’insegnante, però, fu una vera delusione, tanto che dopo due anni mi ero convinto che il piano fosse una noia e avevo deciso di smettere. Nell’estate del 1994 mi trovavo per caso a Perugia con la famiglia, mentre la città era in fermento per l’“Umbria Jazz Festival”.
Era il 17 luglio, un giorno che non dimenticherò mai. Quella sera si giocava la finale della Coppa del Mondo, Italia-Brasile. L’Italia perse e, per consolarci, io e mio fratello decidemmo di andare a sentire un po’ di musica. Con la sconfitta ancora negli occhi, entrai al teatro Morlacchi per il concerto di un pianista di cui non conoscevo il nome: Petrucciani. Bastarono poche note a cancellare dalla mia mente la delusione della partita di calcio. Vedendolo suonare rimasi incantato: sembrava letteralmente fluttuare sui pedali. Mi chinai allora sulla balconata e appoggiai la testa sul braccio per coprirmi gli occhi.Fu solo quando smisi di guardare che cominciai veramente ad ascoltare.
Avevo tredici anni e quella notte capii che sarei diventato un pianista. Erano le tre del mattino e, mentre tornavamo verso casa, mio fratello si fermò di colpo. “Guarda”, mi disse. Era proprio lì, davanti a noi, minuscolo a confronto con i due ragazzi che si prendevano cura di lui. Non sapevo cosa fare. Semplicemente mi sono chinato, mi sono inginocchiato ai suoi piedi e ho chiesto al mio nuovo “eroe” di firmarmi la maglietta. Cosa che lui ha fatto sorridendo. Emozionato e colmo di gratitudine, non sapevo come ringraziarlo, così, senza pensarci, ho allungato la mano e gli ho dato un pizzico sulla guancia, un gesto che il Maestro ha accolto con una sonora risata.
Sono passati oltre vent’anni e quella maglietta è ancora incorniciata sopra un mio pianoforte a Matera.
Il giorno dopo quell’incontro corsi dai miei genitori e chiesi loro se potevo riprendere le lezioni di piano, ma con un altro insegnante.
Da allora non ho più smesso di suonare. L’anno dopo andai a sentire nuovamente Petrucciani a Taranto e dopo un’incredibile esibizione in piano solo, lo raggiunsi dietro le quinte mentre firmava gli autografi. È bastato uno sguardo, poi un abbraccio che mi è rimasto nel cuore.
Poesia in Azione
Concerto sensoriale
Il Concerto sensoriale è uno spettacolo centrato sul dialogo fra musica parola e tutti i nostri sensi, pensato per tutti e per far vivere la poesia nella sua sfera più cinestetica.
Giocare con i cinque sensi
Durante i concerti sensoriali si gioca con tutti i sensi, amplificatori del viaggio che lo spettatore-attore compie nel tempo della performance. Come ogni concerto che si rispetti, la musica ne è protagonista. Con lei, le parole, strumento di senso. Dalla carta all’oralità, per ogni voce che parla c’è un udito in ascolto. Nei concerti sensoriali la voce è quella di chi interpreta e legge le poesie, suscita emozioni, sensazioni e invita all’accadimento partecipe di cose sempre nuove alla riscoperta di percezioni sonore, visive, uditive generate dalle parole.
Concerto sensoriale
Poter vedere con l’immaginazione, sentire
Vengono suggerite agli astanti nuove modalità di ascolto: la magia è nella comunicazione silenziosa ed elegante che riesce a rendere meno indispensabile la vista mentre valorizza il paesaggio sonoro dell’ascolto. Un ribaltamento dei sensi, una sorta di cecità apparente in cui si vede con la propria immaginazione, si riconosce con le orecchie. Il sentire acquista verità. Quella di ognuno di noi. A solleticare le sinestesie suggerite, partecipa la diffusione di profumi e aromi che passano di mano in mano tra i presenti, invitati alla fine del concerto a degustare la creazione di dessert poetici ispiranti e, se lo vorranno, a condividere alcuni piccoli giochi.
La fotogallery del concerto (foto www.SassiLive.it)