Domenica 22 aprile 2018 alle ore 19 presso Casa Cava nei Sassi di Matera è in programma l’adattamento teatrale del libro “ABS, Apparente Buona Salute” di Bartolomeo Smaldone
“ABS”, acronimo di “apparente buona salute”, è il titolo di un libro del poeta e scrittore Bartolomeo Smaldone, edito da Eretica: una raccolta di diciassette racconti che il lettore potrà ritenere ammissibili solo accettando un tacito compromesso con lo scrittore, liberandosi del modo convenzionale di vedere le cose, scendendo nella profondità del senso, in una dimensione che esiste in maniera immota come un “già visto” che riemerge dall’inconscio, assumendo a volte le fattezze del monito, altre quelle del mito.
Presentato per la prima volta il 20 ottobre dello scorso anno al MAT, laboratorio urbano di Terlizzi, in un adattamento teatrale che ha visto l’autore interpretare alcuni dei racconti accompagnato dal fisarmonicista Giuseppe Volpe, è stato riproposto nella stessa veste il 12 novembre al Laboratorio Urbano di Fasano e il 15 dicembre al MITI, Museo dell’Innovazione e della Tecnologia Industriale di Fermo.
Il prossimo 22 aprile sarà quello luogo intimo e remoto nel tempo, che è Casa Cava, ad ospitare questo spettacolo intreccio tra il suono della parole e quello della musica, del qual quale il poeta Giovanni Amoruso ha scritto:
‹‹Ho assistito allo spettacolo teatrale “ABS, Apparente Buona Salute” di Bartolomeo Smaldone impegnato, oltre che come autore, nel ruolo di voce narrante di quei testi di lotta politica, di aspra contrapposizione tra ceti sociali, di resilienza e di immanenza. La voce dell’autore-attore è stata accompagnata, con altrettanta bravura e voglia di raccontare, dall’ottimo musicista Giuseppe Volpe. Ed è un vero peccato che Pasolini abbia usato, per uno dei suoi lavori teatrali, un titolo che sarebbe stato a dir poco perfetto per questo spettacolo: Affabulazione. Perché di questo si tratta, di assoluta affabulazione, cioè di un’azione drammatica svolta attraverso l’oralità; l’intreccio prima letterario e poi scenico di una successione di sogni ed immaginazioni fantastiche. Ma quel che rende veramente grande questi testi e lo spettacolo, è… la magia e la sacralità della Parola! Non a caso, sia il libro (edito da Eretica) e sia lo spettacolo, si originano dallo splendido incipit tratto dal Vangelo di Giovanni, il Vangelo più “intellettuale” del Nuovo Testamento, un vero e proprio Inno al Logos. Ciò che avvince di questa operazione, ciò che quasi ipnotizza lo spettatore è l’amore assoluto per la Parola, per il Dire, per il Raccontare… per il Verbo, appunto. La Parola, per l’Evangelista un attributo demiurgico, è gelosamente custodita da Dio nella propria sostanza divina perché preziosa, perché incarnazione del Pensiero onnipotente! E proprio questo che trasmette “ABS”: la potenza taumaturgica della Parola! Il trionfo della Parola nel suo gioco di specchi, nelle sue infinite possibilità combinatorie, nel suo essere arma ed attrezzo di scavo ed analisi; nel suo essere bisturi vivisezionatore dei concetti, nel suo essere diffusore ed amplificatore delle coscienze umane. Ecco, dal palcoscenico si riversa sul pubblico un tale amore e rispetto per la Parola, da portare alle estreme conseguenze, da portare sino alla deflagrazione dei caratteri umani! È uno spettacolo che va visto e goduto come una messa, come una preghiera, come un rito liturgico laico per giungere ad una comunione con noi stessi attraverso il mistero insondabile, ma al contempo chiarificatore, di questo dono immenso, di questa singola via, di questo unico ponte tra noi e gli altri che è la Parola.››