Meritava un pubblico più numeroso l’evento “Basilicata Metal Fest” dell’associazioe Astarte, giunto alla terza edizione e promosso in serata per la prima volta nella Cava del Sole di Matera. Si comincia con le esibizioni live di tre band pugliesi, Implodead (death metal), Cancrena (southern thrash), Tales of Deliria (melodic death) e quella della band potentina Ecnephias (gothic metal mediterraneo) per proseguire con il live dellla torinese Cadaveria (horror metal). Il pubblico fedelissimo del genere metal ha poi seguito con grande interesse la performance dal vivo dei Goblin di Claudio Simonetti, sul palco con Bruno Previtali alla chitarra e Titta Tani alla batteria. I Goblin hanno eseguito La terza madre, Demoni, E suono rock, Roller, L’alba dei morti viventi, Zombie, Non ho sonno, Death farm, Suspiria, Tenebre, Phenomena e Profondo Rosso, con il bis “Death dies” tratto sempre dalla colonna sonora del film horror più noto di Dario Argento. Gran finale con la band capitanata da Uli Jon Roth, ex chitarrista degli Scorpions, accompagnato da Pino Liberti alla batteria, David Krorusky alla seconda chitarra, Martina Bertini al basso e il cantante Piero Leporale. La band ha suonato dal vivo tutti i brani del live album “Tokyo Tapes”, che contiene i greatest hits di 5 album di questo storico gruppo metal rock, rivisitato nel 2015.
Il Basilicata Metal Fest 2017 ha permesso a Claudio Simonetti, frontman dei Goblin, di ritornare ad esibirsi nella città dei Sassi. Lo abbiamo intervistato al termine della performance sul palco della Cava del Sole. Claudio Simonetti è ritornato a Matera, come l’ha trovata? “Sono stato a Matera due o tre volte, tra gli anni Ottanta e Novanta. Ho visto all’epoca i Sassi e sapere che nel 2019 Matera sarà capitale europea della cultura mi fa molto piacere. Mi sarebbe piaciuto rivedere il vostro patrimonio culturale ma quando si fa questo mestiere spesso non si riesce a conciliare una visita turistica con gli impegni professionali. Succede anche quando vado all’estero, accade molto spesso che non si riesce a visitare la città in cui si va a suonare”.
Lei è diventato popolare creando le colonne sonore di tanti film, in particolare di quelli dell’orrore di Dario Argento, quali emozioni riesce a trasmettere questa musica durante i concerti dal vivo? “Noi le suoniamo e per noi è sempre bello, chiaramente suonandole sempre anche se per noi diventa routine a noi piace suonarle e vedere la gente che si emoziona vedendo i film e le colonne sonore che a distanza di 40 anni ancora reggono e funzionano bene.
Profondo rosso è stata rilanciata negli anni 90 grazie ad una versione dance realizzata dai Flexter, cosa ha provato in quel periodo? “Era molto bella, era l’epoca in cui si facevano tante cose, poi gli italiani sono stati tra i più bravi a fare la musica dance negli anni Novanta. Mi ha fatto piacere perchè questo disco remix era prodotto dalla stessa casa discografica che distribuiva l’originale di Profondo rosso e gli altri nostri dischi di allora, la Disco Magic.
Come è nata la passione per la musica di Claudio Simonetti: “La passione è nata in Brasile, a San Paolo, dove ho vissuto fino all’età di 11 anni. I miei genitori erano emigrati in Sudamerica ma poi sono ritornato con loro in Italia e ho sempre vissuto a Roma. Ho due cittadinanze, italiana e brasiliana”.
Simonetti come tanti artisti musicali vive di musica. Quali sono i prossimi progetti in cantiere? “Vorrei fare colonne sonore per altri film anche se in Italia si fanno sempre meno film di genere e quindi è un po’ problematico ma a me piace molto fare i concerti, quindi mi sto dedicando sopratutto a quello”.
In attesa che magari arrivi un nuovo regista o di nuovo Dario Argento che le chieda di realizzare un’altra colonna sonora per un nuovo film horror. La sua carriera non è legata solo all’horror, ci può raccontare le sue esperienze in campo artistico? “Ho lavorato molto con la dance, in tv, ho fatto commedie. Chiaramente i film più famosi sono quelli horror ma ho fatto tante cose”.
Quali sono stati i registi con i quali ha lavorato oltre Dario Argento? “Ho lavorato con Lucio Fulci, Lamberto Bavaro, Ruggiero Deudato, Sergio Martino, Enzo Castellari, uno diverso dall’altro e ogni volta è stata un’esperienza nuova e diversa, comunque stimolante”.
Vuole fare un augurio per la città dei Sassi in vista di Matera 2019? “Che diventi sempre più interessante, che si facciano sempre di più manifestazioni come quella di stasera e che ci sia gente sempre disposta a far affluire più persone in questa bellissima città”.
Michele Capolupo
La fotogallery dell’evento musicale Basilicata Metal Fest a Cava del Sole (foto www.SassiLive.it)