I Consigileri comunali di Grottole, Carretta e Iacovino, in una nota contestano le scelte dell’Amministrazione Comunale di Grottole guidata dal sindaco De Vito che hanno “stravolto” lo spettacolo “L’amor perduto” portato in scena questa estate nel centro storico. Di seguito la nota integrale.
“L’amor perduto” di Abufina e Selepino rappresenta l’occasione “perduta” anzi sottratta, rapita, defraudata.
E’ molto facile infatti, abbellire di corone di alloro teste nude di contenuti, iniziative, partecipazione sociale, sensibilità culturale.Troppo facile godere di un successo che non è il proprio e che nasce dal lavoro altrui, da un lavoro approfondito, curato, coltivato con dedizione e passione, per mesi ed anni.
L’esperienza video-mapping sulla leggenda dell’amor perduto nasce nel progetto risalente all’amministrazione De Giacomo, anno 2018/19, e da un’idea dell’allora consigliere Prof. Filippo Carretta. L’opera di sensibilizzazione intorno all’ episodio di Abufina e Selepino, nasce ancor prima: dal progetto portato avanti dall’Architetto Angelo Allegretti e dall’Associazione Culturale Crypta Folk, che per lungo tempo hanno nutrito, ispirato, curato, divulgato una storia d’amore di altri tempi destinata a divenire il simbolo di un paese in cerca di rinascita, il volano di una nuova esperienza turistica, l’identità rinnovata di una comunità intenzionata a reinventarsi per sopravvivere a se stessa. Processo, questo, che doveva essere lento (di quella “lentezza” sana, necessaria alla vita, che sottrae brutture alla velocità accelerata del mondo moderno e le muta in bellezza), una sorta di innamoramento collettivo che è partito, diversi anni fa, dalla conoscenza per poi proseguire attraverso il racconto del Tema di Abufina.
Nel 2019, l’amministrazione comunale, nella persona del professor Carretta, guarda oltre e propone la realizzazione di un medioevo reinventato nell’epoca della visionarietà tecnologica, con il video mapping, appunto, intercettando la misura economica del Gal Start 2020.
Nel 2021, l’amministrazione De Vito si ritrova tra le mani i fondi ed il progetto, nel frattempo approvati, stravolgendo in pejus l’idea iniziale semplicemente per cancellare il passato, la storia e ancor peggio i volontari, mettendo in scena, per le festività estive di agosto, uno spettacolo cittadino dalla cui realizzazione sono categoricamente esclusi quei giovani appassionati che la leggenda di Abufina l’avevano fatta grande. Gli amministratori danno precise istruzioni affinché i legittimi “padri morali” della propria creatura, ovvero la rappresentazione della “Leggenda dell’amor perduto”, vengano rifiutati, allontanati ed emarginati dalla stessa.
Come sostiene il consigliere Rocco Iacovino, citando il titolo di un articolo uscito su alcune testate locali qualche giorno fa per sponsorizzare l’evento, la lode ai “ragazzi pagati per fare gli attori” è sinceramente inadeguata. Nel testo si parlavadi assunzione per figuranti e attori attraverso “contratti per artisti professionisti”. Ora, oltre al lodevole gesto di riconoscere il valore economico della cultura è bene sottolineare alcune inesattezze. Esistono contratti di scrittura artistica che devono rispettare tutti i contenuti prescritti dal CCNL di settoreche la legge riconosce poi in numerosissime categorie (e non vi è un generico “artista”). Riferendoci invece al termine “artista” è un gravissimo errore definire come tali dei ragazzi che si prestano a fare da figuranti dietro pagamento di un corrispettivo e senza avere alcuna formazione/esperienza in quanto “artisti”. È bene si inizi a dare il giusto peso alle parole usate soprattutto da parte di amministratori di enti pubblici.
Il coinvolgimento di pochi giovani e pensionati retribuiti non corrisponde alla buona riuscita dell’evento, ma esclusivamente alla mera realizzazione di un compitino a casa. Non si crea così attaccamento al territorio, non si attivano così processi di coinvolgimento attivo della comunità e dei suoi giovani, non si valorizzano così le risorse locali. Stendiamo un pietoso velo sul coinvolgimento dell’associazione commercianti che nel loro unico e solo incontro con la maggioranza (iniziato male e finito peggio grazie ai modi utilizzati dall’amministrazione) non sono giunti ad una soluzione per il bene comune, poveri noi…
I Crypta folk, ormai da anni conosciuti come tali in paese (segno, questo del loro profondo radicamento nel tessuto sociale e culturale del luogo) vengono tagliati fuori e derubati di qualcosa che gli spetterebbe di diritto o a cui, per lo meno, avrebbero avuto il diritto di dare il proprio contributo attivo, essendone stati, per anni gli interpreti, gli attori reali.
Nel frattempo, mentre i consiglieri di maggioranza dell’attuale amministrazione presiedono elegantemente a manifestazioni culturali cui nessuno di loro ha mai assistito in passato, neanche nell’ultima fila più lontana e buia del pubblico, i contenitori culturali del paese, fortemente sostenuti dal sindaco Francesco de Giacomo e da alcuni consiglieri, sono abbandonati: il museo della ceramica dimenticato,l’info point (punto di riferimento per i turisti di passaggio messo a sistema dalla Proloco in sinergia con la passata amministrazione) … chiuso.
Così facile farsi grandi degli sforzi, dei sacrifici altrui. Di contro, così impossibile, per questi amministratori, guardare oltre il proprio naso, oltre il proprio opportunismo, oltre l’occasione di apparire qualcosa che non si è mai stati.