4 mila persone hanno partecipato questa sera nella Cava del Sole di Matera al “Concerto al Nero” di Vinicio Capossela, terzo e ultimo “fuoco” di Trenodia, progetto di Matera Capitale Europea della Cultura 2019 co-prodotto dalla Fondazione Matera Basilicata 2019 & Sponzfest Sottaterra 2019.
La band che accompagna Vinicio Capossela è formata da Alessandro “Asso” Stefana (chitarra, armonio e campionatori), Glauco Zuppiroli (contrabbasso), Vincenzo Vasi (percussioni, campioni, theremin, voce), Peppe Leone (tamburi a cornice, percussioni, mandolino, violino agricolo, voce), Giovannangelo De Gennaro (viella, flauti, aulofoni, strumenti antichi e voce) ed Edoardo De Angelis (violino).
Sul palco anche il gruppo Cubba Cubba di Tricarico e le prefiche di Colobraro che hanno già partecipato nel pomeriggio al corteo funebre partito dal quartiere Piccianello presso la chiesa Maria Santissima dell’Annunziata e concluso attraverso le antiche vie dei Cavamonti alla Cava del Sole, luogo in cui si è svolto il concerto.
Trenodia, parola greca che indica un lamento funebre, è stata la parola chiave del corteo concepito come forma d’arte itinerante fra Calabria, Basilicata e Campania ideato da Mariangela e Vinicio Capossela per lavorare collettivamente sul pianto per tutto ciò che è in pericolo di vita nel nostro mondo.
I cittadini che hanno partecipato ai laboratori nella Fabbrica del carro si sono radunati presso la chiesa di Piccianello e dopo aver percorso alcune tratti del quartiere Piccianello hanno percorso via Marconi e via San Pardo per poi introdursi nell’antico tratturo con il corteo di Prefiche composto da Sergio Scarlatella, Riccardo Manfredi e Andrea Tartaglia e dalle Prefiche di Colobraro, guidate da Antonio Ranoia e dal sindaco Andrea Bernardo. Il corteo è stato animato dalle lamentazioni vocali con Canteuterpe, da Cubba Cubba di Tricarico guidata da Agostino “Trance”, il miglior allievo di Antonio Infantino, la banda di Ottoni di Tolve e stazioni di Orazioni civili.
Trenodia è stato ideato per trasformare la lamentela in pianto rituale, il piagnisteo in altisonante lamentazione collettiva, in forma creatrice e aggregatrice per, come dice Ernesto De Martino, potersi rialzare e tornare ai doveri della vita. Sarà un pianto per la comunità. Un pianto rituale collettivo, sonoro, rigenerante.
Il nero colore della fertilità e delle tenebre, colore del meridione, colore del lutto e del riparo. Del sotterraneo, delle grotte, del sabba. Colore dell’oscurità che genera il colore.
Un concerto che conclude il percorso di Trenodia, la lamentazione civile iniziata con la tintura di nero delle vesti a Isola di Capo Rizzuto (Crotone) e che ha attraversato Irpinia e Basilicata per concludersi a Matera 2019 Capitale Europea della Cultura con la discesa processionale alla Cava del sole. Una trenodia per uomini, terre e animali in versi, canzoni e declamazioni.
“E’ bello farsi portare – spiega Vinicio Capossela – lungo un percorso che ti permette di elaborare il tuo dolore, attraverso gesti e forme di espressione che ti riconnettono alla comunità”.
E nel finale, dopo aver celebrato Trinodia le prefiche si tolgono gli abiti di scena e Vinicio Capossela regala al pubblico l’inevitabile bis in cui trovano spazio la dolcissima “Ovunque proteggi” e una ballata finale per ritornare a casa con il sorriso sulle labbra e la gioia di vivere. Perchè solo chi ama la vita può affrontare il dolore e la morte.
Michele Capolupo
Uno straordinario inno al nero, colore della fertilità e delle tenebre, ma anche del meridione, del lutto e del riparo. Ma anche una rinascita della musica popolare che, grazie al talento e alla sensibilità di Vinicio Capossela, ha saputo parlare una lingua contemporanea, totalmente immersa nel contesto culturale del tempo che viviamo.
E’ durato quasi tre ore il concerto dell’istrionico cantautore che, nella suggestiva Cava del Sole, ha trascinato in una sorta di trance collettiva le oltre 4 mila persone presenti. Complice uno straordinario repertorio musicale, composto appositamente per il progetto Trenodia, coprodotto da Fondazione Matera Basilicata 2019 e da SponFest Sottaterra, che ha pescato dalle radici più profonde della tradizione meridionale per arricchirla di nuovi sensi, di nuovi mondi espressivi. Complice anche la bravura dei musicisti presenti sul palco a partire dalla presenza dei Cubba Cubba di Tricarico, eredi originali della profonda ricerca guidata da Antonio Infantino a cui Capossela ha praticamente dedicato il concerto.
Lunghi applausi finali e un ricordo lanciato dal palco dal direttore della Fondazione Matera Basilicata 2019, Paolo Verri: “In questa giornata di lamentatio per la terra, la terra ha inghiottito due operai che sistemavano un pozzo in una discarica chiusa da sei anni. A Donato e a Leonardo il nostro ricordo, la nostra preghiera, il nostro canto. A tutti, la responsabilità di tutelare il lavoro e la sicurezza dei lavoratori”.
Il concerto è stato preceduto, nella platea della Cava, dall’ultima performance di Trenodìa, ideato da Mariangela e Vinicio Capossela. Il corteo in forma di arte che ha attraversato Calabria, Alta Irpinia e Basilicata per trasformare il pianto funebre in lamentazione collettiva, espressione di una comunità che ritorna così alla vita. Potente ed evocativa la scelta del percorso: il punto di raduno e di partenza, la Fabbrica del Carro, la Chiesa dell’Annunziata, sono infatti coincisi con quelli della Festa della Bruna.
Il corteo, però, dopo aver attraversato Piccianello, attirando la curiosità della gente e di decine di fotografi appassionati, ha girato le spalle alla città per puntare appunto verso Cava del Sole. Attraversando la vecchia strada dei Cavamonti, la strada sterrata, oggi appena coperta da una colata di calcestruzzo, attraverso cui i mulattieri trasportavano i pesanti blocchi di pietra con cui è stata fabbricata la Matera del Piano, le grandi chiese monumentali, i grandi palazzi che oggi ne arricchiscono il pregio urbanistico al di là dell’unicità dei Sassi. Un corteo affollato: circa 150 prefiche, irrobustito dalla presenza delle delegazioni dei sei paesi che sono stati protagonisti del progetto. A cui si sono aggiunte le donne di Colobraro accompagnate dal sindaco e dal direttore artistico dell’evento che mette in campo la fama magica del paese. A precedere il corteo e a scandire il ritmo delle stazioni dedicate alle orazioni civili e ai quadri dolenti delle prefiche gli ottoni della banda di Tolve e i cupa cupa della band di Agostino Trance, i Cubba Cubba di Tricarico, che con il loro suono potente e ossessivo avevano segnato la conclusione della precedente tappa di Trenodìa, nel paese di Rocco Scotellaro e Antonio Infantino. A seguire una folla di cittadini interessati e appassionati dall’originale performance. Una messa in scena potente e ieratica, in cui hanno giocato un ruolo importante non solo la musica e le orazioni civili scandite nelle numerose stazioni di posta lungo il percorso ma anche le pause, i silenzi, la presenza immobile e lacerante dello spazio delle prefiche, che hanno accompagnato il percorso di avvicinamento al rito di liberazione del concerto finale di Vinicio Capossela e dei suoi complici.
I video del concerto di Vinicio Capossela (SassiLive Tv)
La fotogallery del corteo funebre attraverso le antiche vie dei Cavamonti per raggiungere Cava del Sole e quella del concerto di Vinicio Capossela (foto www.SassiLive.it)