Martedì 1 maggio 2018 in piazza Maria S.S. di Anglona a Tursi dalle 9 alle 24 è in programma il concerto del primo maggio. L’organizzazione ha reso noto i nomi che saliranno sul palco per l’edizione 2018: No ground, Venapurple, Massime Frequenze, Lenigma, Mauro Tummolo & band, Mirko Gisonte, Angelica Sanquirico, Alessio Ferrara, Dino Rondinelli, Lorenzo Spadafora e Marco Popia.
Ore 19 Talk sul tema lavoro
Ospiti
Rosa Gentile Vicepresidente regionale di Confartigianato imprese
Aurelio Pace, Consigliere regionale Basilicata
Francesco Coppola Segretario regionale UIL
Rudy Marranchelli Presidente AGIA/CIA Basilicata
Salvatore Cosma Sindaco di Tursi
Esposizione d’arte e artigianato e prodotti tipici lucani
Rudy Marranchelli,presidente Agia-Cia: “I giovani imprenditori agricoli della Cia il Primo Maggio a Tursi”.
Secondo la presentazione del rapporto Svimez il sud continua a crescere nel 2017 e lo farà nel 2018, ma tornerà ai livelli precrisi solo nel 2025. Sempre secondo il rapporto riparte l’occupazione, finalmente il lavoro aumenta anche nell’industria, il turismo è in crescita, ma gli incrementi più significativi al Sud, tuttavia, continuano a registrarsi in agricoltura, malgrado un andamento della produzione nel 2016 negativo dopo il boom dell’anno precedente. Sostanzialmente si continua a dimostrare che l’imprenditore agricolo non chiede un lavoro, ma lo crea. Agricoltura che continua a soffrire per un deficit strutturale che penalizza sui mercati, sempre più internazionali, di una burocrazia che costringe l’imprenditore a passare più tempo in uffici o davanti programmi AGEA piuttosto in azienda, un sistema creditizio distante sopratutto verso aziende giovani ecc… Il problema italiano restano i giovani ! in agricoltura, come nel resto del mondo generalizzato del lavoro. Alla strutturale carenza di occasioni di lavoro, si può rispondere con la qualificazione dei nostri giovani. AGIA punta sempre più sulla formazione, non solo dell’imprenditore, ma anche dell’operaio che se qualificato può generare valore all’interno dell’azienda. Nel 2065, per l’ISTAT, il Sud ( a causa di emigrazioni, denatalità e mancate immigrazioni ) perderà 5 milioni di abitanti: diventerà un’area più vecchia e povera, perchè quella che stiamo vivendo è una emigrazione selettiva (via dal Sud mezzo milione di giovani e 200 mila laureati). Nell’attesa di un nuovo governo, quello che ci sentiamo di chiedere (come giovani e generatori di lavoro) è un rafforzamento “interno” alla politica di coesione capace di garantire mantenimento o addirittura relativo incremento delle risorse destinate alle aree meno sviluppate e mettere in rete una politica di coesione amica dell’impresa e dell’occupazione giovanile.