Ispirazioni provenienti dai suoni naturali di Matera, dalle bande musicali ma anche dai cori della Sardegna e da un testo del libro “Passavamo sulla terra leggeri” di Sergio Atzei.
Paolo Fresu e la sua tromba hanno attraversato nel concerto in solo, martedì sera sulla terrazza di palazzo Lanfranchi, emozioni, sentimenti e suoni naturali, coinvolgendo oltre 500 persone che hanno affollato lo spazio culturale materano in un viaggio a 360 gradi nella grande musica.
Suoni del Futuro Remoto, progetto di Matera Capitale europea della cultura del 2019, co prodotto da Onyx Jazz club e da Fondazione Matera Basilicata 2019, ha segnato un altro appuntamento importante all’insegna della ricostruzione sonora della storia della città, affidata alle registrazioni degli studenti della Facoltà di architettura e alla partitura per suoni naturali creata dal compositore americano Joe Johnson.
Il lavoro si è trasformato in un concerto su musiche originali al quale parteciperà Paolo Fresu che si esibirà domani 26 settembre alle 20,30 in piazza San Francesco (Ingresso libero) con il Collettivo Onyx, Rino Locantore e il videoartist Massimo Ottoni.
Presentando la serata la direttrice del Polo museale di Basilicata, Marta Ragozzino ha sottolineato il valore di Suoni del Futuro remoto ricordando, al tempo stesso, la lunga collaborazione che la lega all’Onyx Jazz club e alle sue attività e che martedì sera ha messo in atto un nuovo, straordinario momento.
Per Paolo Mele, project manager della Fondazione Matera.-Basilicata 2019 si è trattato di un ulteriore elemento che conferma quanto esempi come quello di Onyx Jazz club rappresentino il forte e consolidato legame con il territorio.
Il concerto ha regalato al pubblico anche alcuni fuori programma come l’esibizione di Fresu che a sorpresa ha lasciato il palco e si è esibito da una finestra del primo piano di Palazzo Lanfranchi che si affaccia sulla terrazza.
Set 24