L’Associazione Culturale Cosmopoli ha presentato questa sara nella sala conferenze di Palazzo Viceconte concerto “Pallade e Marte”, cantata scenica di Maria Margherita Grimani (Vienna 1713). L’evento è inserito nel cartellone del Corto Circuito Festival, promosso in collaborazione con l’APS il tetracordo, impegnate sul nostro territorionella promozione culturale, sociale e artistica, assume una straordinaria valenza.
Sembra scontato che la condizione delle donne nel mondo e nel nostro paese sia radicalmente cambiata rispetto al passato, merito di una maggiore partecipazione alla società e alla vita politica, seppure con limiti ancora molto evidenti. La lotta al femminile per arrivare a questi primi risultati è stata lunga, difficile e caratterizzata da secoli di ingiustizie, ostacoli e sacrifici.
La storia recentissima ci insegna che molto ancora c’è da fare e che il concetto di parità va impartito nei luoghi dell’educazione e della cultura trasmettendo l’arricchimento che deriva dalle diversità di ognuno.
Alla luce di ciò questo concerto assume una straordinaria valenza.
Si è scelto infatti di rappresentare un’opera composta da una donna ed eseguita da una compagine tutta femminile, con la sola presenza di una voce maschile di contralto, come da prassi dell’epoca e in particolare come documentato negli archivi della corte di Vienna, dove sono menzionati numerosi cantanti uomini contraltisti.
Non sapremo mai quante tra musiciste, pittrici, scultrici, pensatrici nei secoli siano passate occultate alla storia o la loro opera sia trasmigrata ai compagni uomini o semplicemente impedita dalle famiglie, nascosta o distrutta. Non è difficile comprendere dunque quanto sia grande la figura delle pochissime musiciste che riuscirono a rompere il muro del silenzio.
Tra XVII e XVIII sec. l’educazione femminile è ancora rudimentale: scrittura, lettura, elementi di aritmetica ma soprattutto cucina e cucito ad eccezione delle fanciulle nobili che ricevono un’educazione più libera.Tra queste si possono annoverare,anche per le doti musicali, la regina Elisabetta I e Anna d’Austria in Francia. Proprio l’Austria è la nazione nella quale ritroviamo operante Maria Margherita Grimani negli anni tra il 1713 e il 1718.
Di lei non sappiamo quasi nulla, ma ci sono pervenute con estrema precisione le date delle esecuzioni pubbliche delle sue opere. Il nome Grimani suggerisce una serie di possibili relazioni.
Non ci è dato sapere se Grimani fosse il cognome da nubile o da coniugata della nostra Maria Margherita (un’altra possibilità è che fosse addirittura una monaca), ma una connessione molto probabile è quella con Pietro Grimani, ambasciatore veneziano a Vienna e futuro doge. Egli negoziò un’alleanza con l’Impero proprio nel 1713 ed è probabile che “Pallade e Marte”, un Componimento drammatico per musica per due cantanti, sia stata offerta all’Imperatore per suggellare l’evento.
Altro collegamento possibile è quello tra Margherita e i membri della famiglia Grimani che possedeva teatri d’opera a Venezia.
Un documento davvero speciale riporta il nome di questa importantissima famiglia veneziana.
Si tratta di una breve raccolta manoscritta di Balletti conservata nella Biblioteca del Civico Museo Correr, ideati dal coreografo e impresario modenese, fra i più grandi nell’Italia del primo Settecento, Gaetano Grossatesta per il matrimonio tra Loredana Duodo e Antonio Grimani, avvenute a Venezia il 6 maggio 1726.
Che la compositrice Maria Margherita Grimani potesse far parte di questa famiglia è fortemente probabile, ma quello che si può affermare con certezza indiscutibile è che la danza facesse parte della sua formazione. Era infatti una disciplina immancabile nell’educazione dei fanciulli delle classi sociali nobili ma anche borghesi, grazie alla quale si poteva aspirare ad essere accolti nelle corti di tutta Europa. Era anche una competenza imprescindibile di musicisti, attori e addirittura di religiosi.
La danza barocca oggi è un elemento importante per la ricostruzione di rappresentazioni storicamente informate, che possano restituire nella loro completezza le produzioni artistiche del Settecento.Tutto ciò offre l’opportunità di avvicinarsi alla musica barocca con una creatività giocosa preservando il buon gusto, lo stile e la consapevolezza testuale.
A questo appello hanno risposto i musicisti impegnati nella performance:
Antonella Tatulli soprano, Angelo De Leonardis contralto, Valentina Nicolaiviolino barocco I, Maria Carola Vizioliviolino barocco II,Amalia Ottoneviola da gamba basso, Paola Ventrellatiorba, Ilaria Sainato e Bianca Silvia Zadanzatrici barocche, con la direzione di Debora Del Giudice Maestro concertatore al Cembalo e organetto portativo.
Tutti musicisti e musicologi esperti nella prassi esecutiva vocale, strumentale e coreutica antica, accomunati dal desiderio di contribuire al recupero del repertorio barocco nelle diverse forme artistiche con la stessa libertà che connotava le esecuzioni dell’epoca pensate spesso“per ogni sorta d’instromenti”.
La musica era materia capace di diventare sempre nuova in ogni esecuzione. La prassi dell’epoca viveva di questa capacità dei musicisti di valorizzare sempre le loro competenze e gli strumenti che avevano a disposizione che diventavano interscambiabili. Ciò consente oggi all’Ensemble di essere nella chiave giusta operando soluzioni che danno novità alle partiture d’epoca in chiave rigorosamente filologica.
La fotogallery del concerto (foto www.SassiLive.it)