Questa sera nel Palazzo Viceconte a Matera è stato proposto al pubblico il “Concerto per il Cardinal Montalto. Roma 1620” con l’ensemble strumentale La Chimera diretto dal liutista Eduardo Egüez e il baritono Furio Zanasi, tra le voci più amate del repertorio barocco. L’evento è stato inserito nella 24^ edizione del Festival Duni.
Dinko Fabris, direttore artistico del Festival Duni dal 2018 illustra le scelte artistiche per l’ultimo weekend del festival: ”L’ultimo, intenso, week end musicale di questa edizione del Festival Duni, intende declinare in ulteriori territori, preziosi e diversi, il tema generale della voce cantata nella musica del passato, vista dall’osservatorio del sud e del Mediterraneo Si è scelta una data per un concerto immaginario ma plausibile, collocato nella Roma del 1620, quando in piena Controriforma i cardinali facevano a gara per manifestare il proprio splendido mecenatismo nei confronti delle arti e della musica: il più melomane fu certamente il Cardinal Montalto, di cui si ricostruisce il mondo sonoro con la voce inconfondibile di Furio Zanasi e gli strumenti tipici del tempo (chitarrone e chitarra, arpa tripla, il lirone e la viola da gamba). Seguirà uno spettacolo insolito e curioso, che vale ad unire il primo Seicento con l’Ottocento romantico, da Monteverdi a Beethoven, in un viaggio attraverso le “lettere amorose” inviate a vere o immaginarie amanti lontane. Infine, per concludere la nostra Rassegna con un tocco di ottimismo e di positività il nostro arrivo nella contemporaneità – troppo spesso oscurata da terribili accadimenti tutto intorno a noi – abbiamo accolto la proposta di Emanuele Arciuli, tra i massimi esperti di musica “americana” per pianoforte ma non solo, di rendere omaggio al compositore statunitense naturalizzato italiano Frederic Rzewski eseguendo le sue Variazioni su “El pueblo unido jamás será vencido”, un canto collettivo sudamericano che univa i popoli di tutto il mondo contro le dittature e la barbarie, fatto conoscere ed amare all’Italia dai mitici Inti Illimani”.
L’esibizione di questa sera ci porta nella Roma del 1600 quando la città diviene capitale del mecenatismo e musicisti, cantanti e strumenti virtuosi di tutta Italia trovano accoglienza nei palazzi sempre più splendidi di cardinali e nobili. Tra tutti si distinse per la sua passione musicale il marchigiano Cardinal di Montalto, Alessandro Damasceni Peretti (1571-1623), nipote del Papa Sisto V.
Il Concerto della Chimera ricostruisce, probabilmente per la prima volta in tempi moderni, una ideale serata intorno al 1620 nel Palazzo del Cardinal Montalto, con un’ampia scelta di brani vocali a voce sola e strumenti, affidati ad uno dei massimi specialisti della vocalità barocca, Furio Zanasi, e all’insieme di strumenti della Chimera, complesso creato e curato da Sabina Colonna e Eduardo Egüez.
L’Ensemble, fondato nel 2001 da Sabina Colonna-Preti come consort di viole da gamba, prende una forma diversa e arricchita dall’incontro con Eduardo Egüez: preservando le caratteristiche sonore originarie delle viole, La Chimera diventa un versatile ensemble composto da artisti di fama internazionale.
L’attività del gruppo si concentra sulla creazione di progetti originali dove convergono le diverse forme d’arte e culture portate dai membri del gruppo che provengono, a seconda dei progetti da attuare, da Argentina, Venezuela, Francia, Senegal, Italia, Svezia, Cuba, Norvegia.
Nascono così, oltre a progetti interamente dedicati alla musica antica, progetti di early-fusion (termine coniato dall’ensemble nel 2003 in occasione dell’uscita del primo album) per fondere musica antica e moderna, prevalentemente di matrice popolare.
Fin dalla sua fondazione l’Ensemble si è esibito in alcuni dei più importanti luoghi e festival in Europa e in America e ha registrato per varie case discografiche. Giungendo a Matera per la prima volta, l’Ensemble La Chimera vedrà la partecipazione di: Sabina Colonna Preti, lirone e violone; Carolina Egüez, viola da gamba; Carlotta Pupulin, arpa tripla; Eduardo Egüez, chitarrone, chitarra barocca e direzione
“Nel 1816 Ludwig van Beethoven compose un ciclo di Lieder intitolandolo “An die ferne Geliebte” (All’amata lontana). Secondo gli storici della musica si tratterebbe del primo “ciclo” di canzoni (Lieder) di un grande compositore europeo, anche se la volontà di Beethoven sembra piuttosto quella della struttura ad anello (Liederkreis) in cui il tema iniziale è usato per la conclusione di tutto” spiega Fabris, ideatore del progetto e direttore artistico del Festival “In realtà Beethoven aveva già manifestato più volte la sua ispirazione artistica per il tema della donna lontana e irraggiungibile: nelle famose tre lettere “All’amata immortale” del 1812 e prima ancora nella lirica giovanile Adelaide del 1795. Il compositore di Bonn non era certamente il primo, poiché la stessa tematica ricorre in tutta la poesia per musica europea, dai trovatori alle canzoni del nostro terzo millennio; ma certamente ebbe una particolare fioritura durante il secolo della supremazia in Europa del madrigale italiano, tra Rinascimento e Barocco. Il madrigale rinascimentale è la forma di musica che più si avvicina al Lied romantico, Con i lamenti e le “lettere amorose “di Claudio Monteverdi e dei suoi contemporanei, i due livelli si mescolano fino a confluire in un’unica straordinaria situazione artistica dove le ferite d’amore sono lenite dalla stessa musica che le racconta, due secoli prima di Beethoven che persegue forse la stessa autoterapia. Grazie all’ “arpa tripla”della specialista Chiara Granata e alla luminosa voce di Carlotta Colombo, queste lettere amorose parleranno ancora al pubblico di amanti lontani e irraggiungibili. E così il cerchio (Kreis) si chiude”.
La fotogallery del concerto (foto www.SassiLive.it)