Franco Fusco è cresciuto a pane e grunge, un genere musicale che ti porta inevitabilmente a fare i conti con te stesso prima e con la realtà che ti circonda poi. In “Ho fatto spazio”, nuovo singolo del cantautore e polistrumentista di Agromonte di Latronico, uscito oggi a mezzanotte, Fusco si guarda dentro come forse non ha mai fatto prima, e lo mette in musica e parole.
Il brano è infatti un viaggio interiore che l’autore fa con se stesso. Racconta di un continuo confrontarsi e consigliarsi con il suo “io” nelle varie fasi della vita. “Appunto perché la vita è un viaggio che, vuoi o non vuoi, di certo il tuo compagno sarà sempre te stesso. Non escludo che chi ascolta “Ho fatto spazio” possa personalizzarlo e
darne un significato diverso, associarlo a una persona o ad un evento personale. In fondo credo che le canzoni nascono per questo, appunto per raccontare la vita”. Racconta lo stesso Fusco che, oltre a essere
autore e voce del testo, è anche protagonista di tutti gli strumenti presenti nel brano, proprio a rimarcarne le sue spiccate e innate doti musicali. Musica e testo sono orecchiabili già al primo ascolto, in un viaggio di libertà che appunto lascia l’ascoltatore indipendente a qualsiasi idea o soggezione, spingendolo a guardarsi dentro, pensare e
riflettere.
Anima grunge che, oltre a venir fuori nei sentimenti del brano, è anche parte stessa del pezzo, con un viaggio (stavolta reale), che lo stesso Fusco ha fatto in uno dei luoghi sacri della musica, documentata con una foto già virale sui social: “questa foto c’entra con la canzone perché istintivamente, appena arrivato a Seattle, ho comprato un chitarra acustica (che poi ho scoperto che in quel negozio si sono riforniti un po’ tutti i grunger, anche i Nirvana), e
istintivamente una volta seduto sulla panchina della casa dove purtroppo si tolse la vita Kurt Cobain, lì ho intonato “Ho fatto spazio”, senza averlo programmato. Ero come ipnotizzato. E cantarla lì è stato magico, ho provato un ‘emozione intensa, quasi come una benedizione”
La copertina del singolo rappresenta le tre fasi della vita. Il disegno di un adulto che si confronta con il bambino, mentre un anziano (che ha disegnato il ritratto di se stesso) è seduto su una sedia mentre guarda il mare. Tutti e tre sono la stessa persona in tre fasi diverse.
Un viaggio in musica, alla scoperta del “non luogo” più difficile a esplorare: noi stessi!
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