Il chitarrista Dodi Battaglia dei Pooh ha raggiunto Matera per ricevere nel corso di una cerimonia all’Auditorium Gervasio in programma dalle 18,30 di questo pomeriggio il diploma accademico Honoris Causa in “Chitarra elettrica – Dipartimento di nuovi linguaggi e nuove tecnologie”. L’evento è stato presentato in mattinata nela sala Rota del Conservatorio “E. R. Duni” di Matera alla presenza dell’artista Donato “Dodi” Battaglia e del direttore del Conservatorio Piero Romano.
Di seguito l’intervista rilasciata da Dodi Battaglia: “Mi sento come quando ho visto la prima chitarra con le stelline davanti, mi sento inebriato ed estasiato da questa gratificazione, da questa città e da questo riconoscimento che ricevo oggi da questo Conservatorio italiano e sono felice perchè rappresenta un momento storico della musica, in cui la musica sta cambiando, quella dei conservatori sta aprendo alla musica che ascoltiamo quotidianamente nelle radio. E’ una cosa molto bella perchè chi ha la passione per la musica riuscirà a fare della musica la propria professione. Ed è questo che volevo io da bambino”.
Un rapporto con Matera che continuerà? “Ho fatto una promessa al direttore del Conservatorio, dopo aver ringraziato la Commissione accademica che ha scelto me per questo riconoscimento importante. Vorrei ritornare a Matera per due ragioni. Ho fatto una passeggiata di sera e ho vissuto un’esperienza inebriante. C’ero stato da ragazzo quando abbiamo fatto concerti anche qui ma non ero riuscito ad apprezzare la bellezza di questo posto unico al mondo. Credo che sia un vanto immenso per noi italiani. Dobbiamo sbandierarla al mondo questa roba di una bellezza infinita e ci siamo ripromessi che ogni volta che il Direttore vorrà, visto che aprirà una sezione dedicata alla musica pop, io prenderò la mia chitarra non per fare un seminario ma per spiegare quello che è il mio approccio con la chitarra. Io non insegno ma credo si impara anche dal ragazzo che prende la chitarra per la prima volta e vuole imparare a suonare”.
Dodi Battaglia è noto per i suoi assoli incredibili con la chitarra, lo rivedremo così a Matera? “Io sono molto contento di rappresentare l’evoluzione della maniera di suonare la chitarra. Quando cominciavo a suonare con i Pooh c’erano due tre cosine che si imparavano a suonare con la chitarra, poi sono riuscito a sviluppare un “chitarrismo”, se mi consentite questo neologismo, perchè la musica è cambiata nel mondo e in Italia e spero di rappresentare una piccola parte di questo cambiamento in positivo”.
Progetti discografici in cantiere? “Nel 2018 il mio obiettivo sarà quello di festeggiare i miei 50 anni di attività in piazza Maggiore a Bologna con i miei amici bolognesi Morandi, Zucchero, Mingardi e i miei colleghi dei Pooh. In inverno sto pensando ad un tour con i brani dei Pooh che non abbiamo mai suonato dal vivo. Abbiamo inciso più di 300 canzoni e ci sono brani bellissimi che non abbiamo suonato perchè abbiamo fatto sempre quelle 40-50 canzoni. Ho intenzione anche di ripetere l’esperienza di qualche anno fa quando ho fatto un disco che ho chiamato “Da solo”, solo con un chitarra acustica e penso di fare un altro album chiamato “Da solo 2″ e poi ho intenzione di fare una cosa diametralmente opposta dedicata alla chitarra rock ma sono cose ancora in maniera embrionale”.
Durante la conferenza stampa Dodi Battaglia ha annunciato anche di aver assunto la vice presidenza della Nuova Imaie, una società simile alla Siae che è nata per tutelare i musicisti, perchè anche loro meritano un riconoscimento economico quando ci sono dei concerti.
Il direttore del Conservatorio Piero Romano ha annunciato che si sta lavorando per l’apertura di un nuovo Dipartimento dedicato alla musica pop e Dodi Battaglia sarà una indiscussa spalla con cui dialogare per impostare il nascente Dipartimento.
Michele Capolupo
Di seguito la fotogallery della conferenza stampa, i particolari sulla consegna del diploma accademico Honoris Causa di secondo livello in “Chitarra elettrica – Dipartimento di nuovi linguaggi e nuove tecnologie” a Dodi Battaglia e la biografia dell’artista bolognese.
Lunedì 24 luglio 2017 alle ore 18,30 presso l’Auditorium Gervasio di Matera il Conservatorio Duni di Matera consegna il diploma accademico Honoris Causa di secondo livello in “Chitarra elettrica – Dipartimento di nuovi linguaggi e nuove tecnologie” a Dodi Battaglia. Per la prima volta un artista italiano riceve questo riconoscimento per la propria attività da musicista. Dopo Lauree ad honorem conferite già in passato ad artisti musicali per i contenuti delle loro opere o per la loro capacità comunicativa, per la prima volta, tale onorificenza sarà assegnata ad un chitarrista per la sua attività da musicista. Per accedere all’Auditorium è necessario ritirare l’invito direttamente presso il Conservatorio Duni di Matera.
Programma
ore 18,30 saluto del direttore Piero Romano e del presidente Arnaldo Greca
a seguire saluto delle autorità
Sindaco di Matera Raffaello De Ruggieri, presidente della Provincia di Matera, Francesco De Giacomo, presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella, sottosegretaio MIUR Vito De Filippo, sottosegetaio MIUR Angla D’Onghia.
Laudatio di Federico Vacalebre, redattore e critico musicale presso “Il Mattino”.
Lectio magistralis di Donato in arte Dodi Battaglia.
Dodi Battaglia: “Grandi e tante sono state le gratificazioni che ho avuto grazie al mio amore per la musica, ma questa Laurea Honoris Causa mi tocca nel profondo e mi fa vibrare di felicità. Grazie a coloro che mi hanno scelto quale unico artista per questo riconoscimento che unisce per la prima volta un grande conservatorio di musica alla grande ”università del palcoscenico” in cui mi sono formato.”
Piero Romano: “Dodi Battaglia è uno straordinario esempio di artista di successo. Ha coniugato lo studio alla passione, il lavoro ai suoi sogni. Il Conservatorio di Musica di Matera crede fortemente nella sua missione di forgiare gli artisti italiani di oggi e di domani che, come in passato, riusciranno a colonizzare il mondo con la loro arte. L’esempio di Dodi Battaglia rimarrà nella storia del nostro conservatorio e della città di Matera.”
Durante la serata – dalle ore 18.30 presso l’Auditorium “R. Gervasio” della città – al cospetto del Presidente dell’Istituto Arnaldo Greca, del Direttore Piero Romano-facenti parte della commissione di benemerenza insieme ai consiglieri accademici Ciriaca Ambrosecchia, Carmine Catenazzo (vicedirettore), Mariella Fiamma, Piero Massa, Vito Soranno, Saverio Vizziello e ai Rettori Antonio Felice Uricchio (Università degli Studi di Bari A. Moro) e Aurelia Sole (Università degli Studi della Basilicata)- e di fronte agli alunni del Conservatorio, Dodi terrà, inoltre, una lectio magistralis.
Al prestigioso evento interverranno anche il sindaco di Matera Raffaello De Ruggieri, il Presidente della Provincia di Matera Francesco Di Giacomo e il Presidente della Regione Basilicata Marcello Pittella. Modererà il critico musicale de “Il Mattino” Federico Vacalebre.
Biografia di Dodi Battaglia
Donato “Dodi” Battaglia è nato a Bologna il 1° giugno 1951 ed ha quattro figli: Sara e Serena avute dall’americana Louise Van Buren, Daniele avuto da Loretta Lanfredi, Sofia avuta dalla moglie Paola Toeschi.
Proveniente da una famiglia di musicisti (il padre suonava il violino, un nonno il piano, uno zio la chitarra), Dodi riceve a 5 anni il suo primo strumento, una fisarmonica, e comincia ad andare a lezione imparando a leggere la musica ancor prima di imparare a leggere e scrivere. All’età di 13 anni, dopo quasi 9 anni di fisarmonica, esplode la passione per la chitarra elettrica, grazie alla scoperta degli Shadows, guidati dal chitarrista Hank Marvin, leggendario musicista idolo di chi in quegli anni cominciava a suonare la chitarra e citato come ispiratore da artisti come Eric Clapton, David Gilmour, Brian May, George Harrison, Mark Knopfler, Neil Young, Jeff Beck, Pete Townshend, e Ritchie Blackmore.
Accompagnato e consigliato dallo zio chitarrista, Dodi compra una chitarra classica ed inizia a prendere lezioni frequentando un corso collettivo presso cui, dopo solo quattro mesi, avvantaggiato dagli studi fatti per la fisarmonica, comincia a dare lezioni ad altri ragazzi, dimostrando una innata e non comune dimestichezza con lo strumento.
I primi passi nella musica e i Pooh
Da lì ad un anno comincia a suonare in vari gruppi dell’area bolognese, a partire dai Nobles passando per i Rigidi R&B ed approdare infine nei Judas. Il passo successivo è entrare a far parte dei Meteors, un’orchestra che aveva una discreta attività che la vede in un’occasione, con Dodi in formazione, ad aprire addirittura una serata in cui l’attrazione era Jimi Hendrix.
Notato da Valerio Negrini e Roby Facchinetti già da quando militava nei Nobles, gli viene chiesto quando ancora aveva 17 anni di entrare a far parte dei Pooh al posto di Mario Goretti, che avrebbe lasciato il gruppo dopo gli impegni dell’estate del 1968.
Entusiasta accetta; in quei primi anni i Pooh cavalcavano la scia del buon successo riscosso da “Piccola Katy” e Dodi, nonostante l’innata timidezza, aveva una ottima presenza scenica unita alla notevole maestria con lo strumento. Quasi da subito vengono scoperte anche le sue doti canore, portandolo ad esordire quasi immediatamente come voce solista in “Buonanotte Penny”, che comunque resterà un episodio isolato nel periodo Vedette. Quando il gruppo passa alla CBS e sotto l’egida del produttore Giancarlo Lucariello, questi lo convince a mettersi in gioco come cantante, facendogli interpretare il brano “Tanta voglia di lei”, il più grande successo del gruppo, rendendo quindi non solo la sua chitarra ma anche la sua voce elementi peculiari e caratterizzanti del suono dei Pooh.
I grandi successi, nonché pietre miliari della loro discografia, in cui la sua voce è ormai imprescindibile sono innumerevoli, da “Noi due nel mondo e nell’anima” a “Infiniti noi”, da “Parsifal” a “Dove sto domani”, da “Che vuoi che sia” a “Canterò per te”, primo singolo dei Pooh da lui firmato che attesta la sua crescita anche come autore. La sua attività come autore lo vede firmare anche canzoni per Riccardo Fogli, Irene Fargo, Mia Martini, Lena Biolcati, Lorella Cuccarini, Massimo Ranieri, Alice, Daniele Battaglia e Annalisa Minetti.
I premi
Come musicista Dodi annovera numerosi premi, fra cui nel 1981 quello conferitogli dal prestigioso giornale tedesco Die Zeitung come miglior chitarrista europeo, confermato nel 1986 da parte della rivista “Stern”. Poi per i due anni consecutivi anche la critica italiana, sebbene tardivamente, lo decreta miglior chitarrista italiano, il primo anno su tutti poi come chitarrista pop. Nel 1986 gli è stato conferito dal Presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, il titolo di Cavaliere della Repubblica italiana. Grandissimo collezionista di chitarre (ne possiede circa cinquanta), si è visto dedicare due chitarre “signature”, rispettivamente dalla Fender e dalla Maton, che hanno realizzato dei modelli su sue specifiche indicazioni. La Fender ha prodotto nel 1997 la Fender Dodicaster, una signature model in edizione limitata su specifiche di Dodi. Dopo il prototipo (custodito nel museo di Guitar Ranch a Verona), la Fender ha realizzato due esemplari definitivi (recanti il nome “Dodi” al dodicesimo tasto) ed i rimanenti della serie. Caratterizzati dalla grande accuratezza della realizzazione, hanno il manico in acero monoblocco con verniciatura satinata, due pickup “single coil” ed un “humbucker” (splittabile con apposito comando) e ponte “Floyd Rose”. La Maton, dal suo canto, ha impiegato quasi due anni di studio e lavoro per realizzare la chitarra che ambiva offrire a Dodi un suono acustico originale, la EC J85 “Dodi Battaglia” prodotta nel 2000 in serie limitata.
Progetti da solista
Come solista, Dodi ha inciso due album. Il primo nel 1985, “Più in alto che c’è?!”, scritto interamente in compagnia del suo amico fraterno Valerio Negrini con la sola eccezione della title-track scritta con Vasco Rossi, che compare anche nel disco come ospite, bissato nel 2003 dall’album strumentale acustico “D’assolo”, ristampato nel 2012 con una bonus track dedicata all’amico e concittadino Lucio Dalla scomparso in quell’anno. Altra testimonianza su disco dell’attività di Dodi al di fuori dei Pooh è l’album “Walzer d’un blues” inciso dal supergruppo “Adelmo e i suoi Sorapis”, composto da Dodi, Zucchero, Maurizio Vandelli, Umbi dei Nomadi, Fio Zanotti e Michele Torpedine. Del 2015 è “Dov’è andata la musica”, inciso con Tommy Emmanuel. Tra le tante collaborazioni in ambito italiano, Dodi appare in lavori di Vasco Rossi (sua la chitarra nei brani “Una canzone per te”, “Va bene va bene” e “Toffee”), Al Di Meola, Tommy Emmanuel, Gino Paoli, Enrico Ruggeri, Raf, Gianluca Grignani, Mia Martini, Giorgio Faletti, Gianni Fiorellino, Alice, Capsicum Tree, Chitarre d’Italia, Delia Gualtiero, Irene Fargo, Lena Biolcati, Lorella Cuccarini, Massimo Ranieri, Riccardo Fogli. Dapprima appassionato di tango e walzer quando suonava la fisarmonica, Dodi in seguito ha orientato i suoi gusti musicali la musica italiana degli anni ’60 e vari artisti stranieri del periodo fra cui Shadows, Beatles, Jimi Hendrix, Chicago, Bee Gees e successivamente l’area prettamente fusion in cui spaziavano Chick Corea e Al Di Meola (da soli o con i Return To Forever) Pat Metheny e John McLaughlin, arrivando oggi ad essere comunque attento a quanto la scena musicale internazionale propone, ad esempio The Edge o Steve Lukather, a testimoniare la sua innata e viscerale passione per tutto quanto è chitarra. Modestamente e ironicamente lui si è sempre definito solo come “il più bravo chitarrista dei Pooh”.