Sono passati due decenni dalla prima edizione del Festival Duni e non poteva esserci coincidenza più felice che festeggiare questo traguardo nell’anno in un cui la città lucana è insignita del titolo di Capitale Europea della Cultura: dal 17 ottobre al 15 dicembre 2019, Matera ospiterà così la XX edizione del Festival dedicato a Egidio Romualdo Duni (1708-1775), compositore materano del Settecento. Titolo significativo della rassegna 2019 è “Viaggi musicali da Matera al mondo” a sintetizzare la provenienza internazionale e diversa dei musicisti coinvolti dal direttore artistico Dinko Fabris (al suo secondo anno di programmazione) e da Saverio Vizziello presidente dalla prima edizione.
«Nell’anno in cui Matera è capitale culturale europea il Festival Duni compie 20 anni: un progetto che viene dunque da lontano – dichiara il direttore artistico Dinko Fabris – Siamo l’unico festival della regione sostenuto dal FUS e nella rete europea della musica antica (REMA). Quest’anno, nonostante la città sia stata presa d’assalto da ogni tipo di proposta spettacolare, saremo gli unici a portare una proposta raffinata che recupera lo straordinario patrimonio artistico-culturale del territorio: si pensi al progetto sulle Passioni di Trabaci, musicista seicentesco continuatore di Gesualdo da Venosa, avviato lo scorso anno e che nel 2019 ha coinvolto il Festival di Utrecht; oppure alla prima opera francese del grande compositore nato a Matera Egidio Duni, che fu tra gli inventori dell’opéra-comique nella Parigi del Settecento. I viaggi musicali da Matera al mondo presentano al pubblico musicisti di tanti paesi diversi ma in un costruttivo dialogo culturale con lo straordinario passato dell’Italia meridionale e con una nuova prospettiva di oggi, grazie agli interventi di Fabrizio Festa e di MaterElettrica. E siamo soltanto agli inizi di un progetto che, grazie ad una rete di collaborazioni internazionali prestigiose, nei prossimi anni può portare Matera tra i poli più importanti della musica antica nel Mediterraneo».
Momento attesissimo del Festival, sabato 19 ottobre alle 20.30, è la prima moderna dell’opéra-comique di Duni Le retour au village (“Il ritorno al villaggio”). L’occasione è ancora più preziosa perché segnerà il ritorno dell’opera al Teatro Comunale “Gerardo Guerrieri” di Matera riaperto dopo i lavori di restauro. Questa nuova produzione è affidata musicalmente al pugliese Sabino Manzo alla guida dell’orchestra e del coro barocchi del Festival e di gruppo di giovani solisti vocali specialisti del repertorio, e per la regia al noto attore-regista lucano Ulderico Pesce; sui leggii l’edizione critica curata dal musicologo Lorenzo Mattei dell’Università di Bari.
«Il Festival dedicato al musicista materano più conosciuto in Europa – dichiara il presidente Saverio Vizziello – arriva alla sua XX edizione nell’anno in cui la città è al centro del mondo grazie alla nomina di Capitale Europea della Cultura. I musicisti materani dell’Associazione Ensemble Gabrieli che hanno voluto fortemente il Festival, avevano già vent’anni fa intuito l’importanza storica dei Sassi e dei suoi padri culturali tra cui proprio Egidio Romualdo Duni. L’abbinamento tra musica e luoghi è stata la formula vincente della nostra manifestazione improntata continuamente e con tanti sforzi sul recupero delle opere di Duni e sulla qualità delle stesse produzioni. Se si è giunti sino a qua, è anche grazie al sostegno degli enti che sostengono il Festival e in particolare la Legge 37/2014 dello Spettacolo dal vivo della Regione Basilicata, degli sponsor e soprattutto delle migliaia di spettatori che da tutta Italia da anni seguono i nostri concerti».
Prologo di questo atteso appuntamento operistico sarà il concerto inaugurale del Festival giovedì 17 ottobre alle 20.30, alla Cappella del Cristo Flagellato, con il complesso portoghese Cappella dei Signori diretto da Ricardo Bernardes impegnato in un programma dedicato alla musica polifonica brasiliana e portoghese del XVI secolo; un appuntamento realizzato in collaborazione con la Casa de Mateus (Porto).
Nel weekend di apertura del Festival, Matera ospiterà inoltre il convegno annuale della Società Italiana di Musicologia al quale parteciperanno studiosi da tutto il mondo e che animerà la Città dei Sassi nel segno della musica.
Il programma del Festival Duni proseguirà sino a dicembre con altri quattordici appuntamenti in cui si alterneranno artisti ed ensemble provenienti dalla Francia, Svezia, Cuba, Brasile, e naturalmente dall’Italia con grande attenzione alle pagine meno note o inedite del grande patrimonio musicale del sud, confluito nella cosiddetta “scuola napoletana” di cui lo stesso Duni fu un autorevole esponente.
La scuola napoletana sarà rappresentata anche da un’altra delle personalità lucane più note del repertorio, Giovanni Maria Trabaci, nato nella odierna Irsina (Matera) e divenuto il più importante musicista della Napoli spagnola del primo Seicento. La sua musica sarà protagonista della seconda tappa di un progetto speciale avviato nel 2018 che prevede l’esecuzione dell’integrale delle sue quattro Passioni pubblicate nel 1634 e finora sconosciute. Nel 2019 è la volta della Passione secondo Marco, coprodotta con il Festival Oude Muzik di Utrecht, che sarà eseguita il 24 ottobre nella Cattedrale di Matera dal Concerto Soave di Marsiglia diretto da Jean-Marc Aymes. La cornice sarà impreziosita ed esclusiva poiché la chiesa materana ospiterà per l’occasione capolavori pittorici del tempo di Trabaci giunti appositamente da Toledo, grazie al Centro Studi Giovanni Maria Trabaci diretto da Giuseppe Barile, che coordina col Festival Duni questo progetto.
Ospite d’eccezione, star internazionale del repertorio antico, è il francese Christophe Rousset, lunedì 2 dicembre alla Chiesa del Purgatorio, impegnato in un recital al clavicembalo dedicato al repertorio per tastiera di Couperin e Bach.
Novità del programma di quest’anno è il Café Duny, iniziativa collaterale coordinata dalla giornalista di «La Repubblica» Fiorella Sassanelli, durante la quale sono previste presentazioni di dischi, libri e dialoghi sulla musica e le arti in città. Tra gli ospiti di questa serie di presentazioni concerto Francesco Cera, l’Ensemble Duni e Amaya Pozuelo, quest’ultima impegnata in un recital in omaggio a Domenico Scarlatti nel giorno del suo compleanno il 26 ottobre in collaborazione con la Fondazione Marco Fodella.
Nel 2019 si rinnova la collaborazione fra il Festival Duni, MaterElettrica e il compositore Fabrizio Festa, che insieme creano un connubio tra musica antica e musica d’oggi, caratteristica innovativa della manifestazione materana. La XX edizione vedrà Festa e l’insieme MaterElettrica protagonisti di tre progetti: il primo, lunedì 11 novembre, sarà una esecuzione filologica su strumenti antichi delle celeberrime Quattro stagioni di Antonio Vivaldi ad opera del complesso torinese L’Astrée e del violinista Francesco D’Orazio per il quale Festa ha composto una “Quinta Stagione” per violino elettrico, che eseguirà in prima assoluta al Teatro Comunale Guerreri. Quindi il concerto di venerdì 15 novembre agli Ipogei Motta ispirato al barocco inglese di Shakespeare e Purcell rivisitato attraverso la musica elettronica e la voce inconfondibile di Cristina Zavalloni, “diva” del repertorio contemporaneo; infine una lezione-concerto attraverso teoria musicale e suoni di strumenti a fiato del barocco che intende coinvolgere gli studenti dei diversi gradi scolastici.
«La collaborazione con MaterElettrica – spiega Fabrizio Festa – nasce da una precisa intenzione: quella di coniugare creativamente la modernità dell’antico. In effetti, in musica il passato non esiste. Purcell o Vivaldi sono nostri contemporanei non solo perché eseguiamo oggi la loro musica, rendendola così contemporanea, ma soprattutto perché la loro produzione musicale – grazie all’ormai costante e capillare diffusione della musica dal vivo e riprodotta – è parte integrante della nostra quotidianità, ben più di quanto non lo fosse nelle loro rispettive epoche. Questo è uno dei singolari esiti della nostra modernità. Li abbiamo al nostro fianco, camminano con noi, in qualche modo ci confrontiamo ogni giorno anche con coloro che storicamente, anagraficamente, esteticamente appartengono al passato. L’elettronica – prosegue Festa – non è che uno dei possibili strumenti per studiare, parlare e fare musica e arte. Esemplifica l’attuale contemporaneità ed insieme ci dice quanto è lungo questo presente. Già nel Settecento le “meraviglie dell’elettricità” dominavano nei salotti e nelle corti, imponendosi per la loro capacità di stupire. L’informatica, infine, aggiunge delle potenzialità artistiche, allargando ancora di più il nostro orizzonte ed aiutandoci ad abbattere confini e barriere tanto nel tempo, quanto nello spazio».
Tra gli altri ensemble e musicisti che saranno presenti a Matera nel 2019, il ritorno mercoledì 6 novembre del complesso cubano Ars Longa de la Habana (ensemble scoperto e portato a Matera per la prima volta nel 2005 da Claudio Abbado). E ancora un giovane talento pugliese di famiglia lucana, Carlo Maria Barile, suonerà martedì 22 ottobre, uno dei rarissimi organi del Cinquecento dell’Italia meridionale tuttora funzionante, nella chiesa di Sant’Agostino di Salandra. Musiche del compositore svedese Roman ispirate a Napoli saranno eseguite da Dan Laurin (domenica 8 dicembre), uno dei massimi virtuosi di flauto dolce, accompagnato al clavicembalo da Anna Paradiso, musicista barese ormai adottata in Svezia. Giovedì 21 novembre protagonista sarà l’arciliuto di Luca Tarantino con l’esecuzione del Libro di liuto di G.A. Doni.
La conclusione del Festival è affidata il 15 dicembre ad una delle personalità più colte e acclamate del pop d’autore contemporaneo: la cantante israeliana Noa, che sarà a Matera con il suo progetto Letters to Bach.
Il Festival si realizza grazie al sostegno del Ministero dei beni e delle attività culturali, della Regione Basilicata e del Comune di Matera.