Giuliano Palma & the Bluebeaters illuminano la notte di San Lorenzo sul lungomare di Policoro e chiudono in grande stile la nona edizione del Blues in Town organizzato dall’associazione “La Mela di Odessa”: per la prima volta il fiume del blues raggiunge il mare e se il cielo coperto nega al pubblico di poter osservare le stelle cadenti, sul palco la migliore orchestra da ballo italiana regala due ore di grande musica e spettacolo.
In ordine sparso in scaletta ci sono Odd Couple, Living, Un grande sole, Be young, Testarda, Nuvole rosa, Musica di musica, Pensiero, Poison Ivy, Se ne dicon di parole, Danger, Che cosa c’è, Everybody, Per una lira, Don’t youn know, Wonderful life, Black is black, Tutta mia la città, I don’t know why, Come le viole, Messico e Nuvole, un classicone che chiude nel migliore dei modi la sua performance live.
Il gruppo nasce per gioco nel 1993 quando Giuliano Palma decide di chiudere l’esperienza con i Casino Royale per avviare una “one night band” che si esibirà poi all’Hiroshima Mon Amour di Torino. The King, questo il pseudonimo di Giuliano Palma, si ritrova a suonare in qualche serata con musicisti provenienti da da altri gruppi come Fratelli di Soledad, Africa Unite e Casino Royale, tutti appassionati di rocksteady giamaicano e soul americano, che reinterpretano meravigliosi brani d’autore e sconosciuti al grande pubblico. Il gruppo prende il nome da Bluebeat, ovvero il primo ska prodotto dall’omonima etichetta discografica Blue Beat Records. Nei primi anni novanta il progetto “Giuliano Palma & the Bluebeaters” viene accantonato per via dei numerosi impegni che coinvolgono i musicisti già impegnati con le rispettive band.
La formazione originale del gruppo vede Giuliano ‘King’ Palma (voce), Patrick Benifei (tastierista) e Ferdi “One Drop” dei Casino Royale e Bunna (bassista), The Angelo Parpaglione (sassofonista), “Cato” Senatore (chitarrista) e Mr. T-bone (trombonista) degli Africa Unite. A Policoro hanno suonato i chitarristi Fabio Merigo e Cato, Ferdy “Bombodrummer” Masi alla batteria , il bassista Shelton Gregg, il pianista Peter Truffa, il sassofonista Parpaglione e il trombonista Enrico Allavena.
Un cocktail musicale nel quale si ritrovano lo ska, il rocksteady, l’early reggae e le influenze del soul sui ritmi storici provenienti dalla Giamaica: è questo il sound della band di Giuliano Palma & The bluebeaters, che ripropone in Italia i grandi classici di noti artisti giamaicani come gli Skatalites, Ken Boothe e John Holt per citarne solo alcuni.
Ma quello che era nei primi tempi una specie di divertimento grazie alla voce magica di Giuliano Palma è diventato ormai da anni un grandissimo successo in nome della grande classe di questo ‘combo’ italiano.
La svolta che decreterà il successo della band arriva tra il 1998 e il 1999 quando, a seguito di un tour estivo di 20 date, la band riscuote un notevole successo di pubblico che porterà alla creazione di The Album, il primo album della band, che raccoglie le cover classiche del loro repertorio registrate in presa diretta con strumenti classici degli anni sessanta.
Il singolo Wonderful Life, cover di Black, si rivela uno dei brani più trasmessi da Radio Deejay e Giuliano Palma comincia a diventare un personaggio popolare proprio grazie al progetto con i Bluebeaters. The Album viene ristampato nel 2000 con due cover prestigiose, Domani e e Che Cosa C’è di Gino Paoli, in cui il cantautore duetta proprio con Giuliano Palma.
In dodici anni il progetto nato per una “one night band” di Giuliano Palma & The Bluebeaters ne ha fatto di strada, collezionando ben cinque album e sopratutto migliaia di concerti dal vivo. Le cover di Pensiero d’amore di Mal, Testarda io di Iva Zanicchi e Tutta mia la città degli Equipe 84 hanno il merito di coinvolgere il pubblico di tutte le generazioni e al termine dello spettacolo è Giuliano Palma a spiegare il “segreto” del loro successo: “Ci piace fare i carrozzieri. Loro quando devono modificare un’automobile si affidano al tuning, noi facciamo la stessa cosa con le canzoni. Ci piace stravolgere alcuni “lenti” che hanno fatto la storia della canzone italiana. Cambiamo la ritmica e così possiamo farle ballare nella dance hall.”
Giuliano Palma, che attualmente suona in radio con PES, uno dei brani inseriti nell’ultimo cd dei Club Dogo, è nato a Milano ma vanta origini napoletane e nell’intervista post-spettacolo concessa nell’area stampa si conferma un personaggio molto disponibile e divertente. Diventa serio solo quando deve provare a dare una risposta a questa domanda: “La crisi ha colpito anche la musica, come si affronta un periodo così difficile? “Io sono figlio di operai e mi ritengo un privilegiato. Quando io ero giovane avevo la possibilità di esibirmi nei centri sociali. Oggi questo non è possibile perchè mancano gli spazio per esibirsi ma internet ti permette di mettere in rete una produzione e di farti conoscere a migliaia di chilometri di distanza senza avere bisogno di una casa discografica. Una cosa è certa, il mercato è inflazionato ma non ci sono alternative: o si affronta questo mondo con passione oppure tutto diventa più difficile”.
Michele Capolupo
La fotogallery del concerto di Giuliano Palma & The Bluebeaters (foto www.sassilive.it)
Blues in Town Festival, edizione 2012, trasformato in un vero e proprio villaggio musicale. Cinque giorni di musica no stop sul lungomare destro di Policoro per la kermesse musicale che ha raggiunto, nel suo nono anno di attività, maturità conclamata.
Il fiume di appassionati del genere blues e gli affezionati che da sempre seguono il Festival ideato e promosso dall’associazione culturale “La Mela di Odessa” ha raggiunto, quest’anno, il mare. Dalla storica Piazza Segni, collocata nel cuore della città jonica, il BiT ha fatto tappa, per la prima volta, sul lungomare. E in moltissimi sembrano aver gradito la novità: numerosi gli apprezzamenti giunti agli organizzatori per la capacità della rassegna di aggregare e creare uno tra i più grossi eventi musicali del Sud Italia.
Presenze importanti di turisti e pubblico giovane per questa edizione che ha certamente raggiunto un ottimo traguardo in termini di partecipazione anche agli eventi “collaterali” del festival. Enorme successo per i seminari musicali gratuiti di canto, batteria, chitarra, tromba, armonica e basso, tenutisi nei pomeriggi di BiT, oltre 100 le iscrizioni e applaudita l’esibizione finale dei seminaristi saliti, tutti insieme, sul grande palco. Apprezzata anche la scelta di raccontare il blues, la sua storia e i suoi protagonisti attraverso la settima arte. La mini rassegna “THE BLUES” composta dai film “Dal Mali al Mississipi”, “L’Anima di un uomo”, “Piano Blues” e “Warmin’B the devil’s fire” di Martin Scorsese ha registrato enormi consensi.
Seguito con interesse anche il Focus di approfondimento sul turismo e i grandi eventi tenutosi tra rappresentanti istituzionali, imprenditori e manager culturali. Un’occasione di confronto e riflessione sull’intero settore e sulle strategie di comunicazione e marketing da adottare per fare di eventi come il Blues in Town reali e più consolidati attrattori turistici.
Moltiplicate le iscrizioni anche al concorso fotografico “Uno scatto di blues”, reportage sull’evento, sull’intero sistema festival, retroscena ed esibizioni in una narrazione realizzata attraverso le immagini. Le più belle, selezionate da una giuria di professionisti, saranno premiate e utilizzate come materiale illustrativo nell’edizione 2013.
Presto per bilanci dettagliati e numeri per il presidente dell’associazione Cristian Miccoli, che a fine serata, dopo il concerto di Giuliano Palma, che ha fatto ballare a cantare un vero e proprio fiume di gente nella notte delle stelle, parla comunque di “risultati appaganti, di apprezzamenti che rincuorano e ripagano l’intera macchina organizzativa, composta da soli volontari, – ricorda Miccoli – dell’impegno e la fatica spesi per la realizzazione di questo che, siamo contenti di poterlo dire, rappresenta ormai un grande attrattore turistico e si colloca tra i grandi festival di musica internazionale d’Italia”.
Degni di nota, per lo stesso presidente, l’apprezzamento e il consenso ricevuti dall’offerta musicale nel suo complesso, “Offerta che si fa anche didattica. Il Blues in Town non è solo musica da ascoltare e fruire ma musica da imparare e le tantissime iscrizioni avute per i seminari pomeridiani denotano un il desiderio di molti giovani e giovanissimi – al workshop di canto c’erano anche bambini molto piccoli – di avvicinarsi alla musica, di voler approfondire o di misurarsi per la prima volta con la conoscenza di uno strumento musicale”.
Il sipario si chiude, anche questa volta, certi di aver regalato al pubblico e alla città una cinque giorni di divertimento, allegria e alta qualità musicale.
L’appuntamento è per il prossimo anno con altre, sicure, novità. Perché la macchina BiT non si ferma mai.
Biografia Giuliano Palma & The Bluebeaters
Milano, 1987. Un gruppo di musicisti dalle più svariate influenze decide di formare una band e di darsi un nome ispirato alla famosa saga di Ian Fleming. Il nome della band è Casino Royale, quello di uno dei due cantanti è Giuliano Palma, la voce melodica del gruppo. Ci sono voluti quasi vent’anni di carriera e 7 album in studio per comprendere in pieno l’influenza che i Casino Royale hanno avuto sulla scena indipendente italiana, sia dal punto di vista musicale che da quello stilistico. Se infatti tanti gruppi degli anni 90 hanno provato a scimmiottare i propri miti risultando goffi e didascalici, è stato certamente anche grazie a Giuliano – al suo talento e alla sua anima soul e melodica – se i Casino Royale sono diventati un punto di riferimento per il pubblico e tanti colleghi musicisti.
Nel 1999 però, nonostante una vita passata insieme, Giuliano sceglierà la carriera da solista. Si separa dai Casino Royale e si dedica a tempo pieno a quello che fino ad allora era stato un side-project: i Bluebeaters.
La storia racconta che nel 1993 a Giuliano Palma viene chiesto di cantare nel brano “Col Sangue agli Occhi” sul disco dei Fratelli di Soledad, in studio a Torino. Da quell’occasione nasce l’idea di fare una una one-night con musicisti legati alla musica giamaicana, all’Hiroshima Mon Amour, storico locale torinese. Pareva che dovesse andare così: un solo concerto e basta; invece era solo l’inizio.
L’idea di una live band, di un supergruppo formato da amici appassionati di ska, rocksteady e reggae giamaicano e soul americano (che prevedeva membri di Fratelli di Soledad, Africa Unite e Casino Royale) che suonano per divertirsi, ridando nuova linfa vitale a meravigliosi brani sconosciuti al grande pubblico., nasce da qui: “Ci guardiamo in faccia e cominciamo a suonare la colonna sonora di “The Harder They Come”, poi “Redemption Song”, “54-46” di Toots, ma anche “Love is the Law” degli stessi Casino Royale”, raccontava il gruppo qualche anno fa.
Il nome che si scelgono è un aperto omaggio alla musica giamaicana degli Anni ’60, il “bluebeat”. (Il termine Blue-Beat si ispira alla musica giamaicana nota come Jamaican Blues, che diede il nome a una delle prime etichette inglesi che oltre ad importare la musica giamaicana che stava spopolando nel 1960 a Kingston, cominciò a produrla direttamente in Inghilterra coinvolgendo i primi musicisti ska giamaicani che emigrarono in Gran Bretagna. Tra i primi titoli troviamo “Boogie Rocks” di Laurel Aitken il cui beat era ancora legato allo Shuffle Boogie di ispirazione R&B, genere largamente utilizzato nella fase pre-Ska a Kingston e Al Capone/One Step Beyond di Prince Busters).
Il suono della band si caratterizza sempre di più vicino all’esempio di chi la musica giamaicana l’ha resa popolare e ne ha inventato il beat, il famoso “One Drop”: gli Skatalites, accompagnati da decine di cantanti giamaicani che venivano dal Soul e Rythm&Blues tra cui Alton Ellis, Bob Andy, Delroy Wilson, I Wailers di Jimmy Cliff e Bob Marley e moltissimi altri.
I Bluebeaters non solo suonano classici dello ska ma incominciano a riarrangiare anche brani commerciali con la stessa disinvoltura: “Do You Believe In Love” di Cher (1999) è riuscita talmente bene da aver fatto sorgere il dubbio che si trattasse di un brano originale del gruppo. E sono soprattutto una live band: il tour invernale del 1998 registra 20 mila presenze in 20 date e suggerisce al gruppo l’idea di registrare finalmente il primo album. “Gli amici, i parenti, la gente che veniva ai concerti, tutti continuavano a chiederci cassette, cd dei nostri pezzi. Il suono, la pasta, erano pronte. Il groove girava bene. Così abbiamo pensato che era arrivato il momento di fare il disco”, dicevano i Bluebeaters nell’estate del 1999, nei giorni dell’uscita di “The Album”.
“The Album” (KingSize, 1999) viene venduto esclusivamente attraverso il loro sito internet www.thebluebeateaters.com, una scelta coraggiosa quella di svincolarsi dalle regole classiche della distribuzione discografica che li premia con ben 12 mila copie vendute in un anno e mezzo (con modalità di pagamento ancora “analogici” come il contrassegno postale).
Dopo un accordo con l’etichetta discografica V2 il disco viene ristampato. Due brani nuovi, “Domani” e “Che cosa c’è”, due classici di Gino Paoli: “Ho ascoltato parecchio “The Album” e fin da subito mi è piaciuto il loro stile. Mi è piaciuto perché è preciso, perché i Bluebeaters non deformano quello che reinterpretano quando fanno le cover di altri. Non cercano di cambiare gli accordi, ma riescono, nonostante questa fedeltà all’originale, a modellare i brani, facendoli diventare propri, semplicemente seguendo il loro stile. È soprattutto per questo che si è deciso di fare il passo successivo e realizzare questa collaborazione con Giuliano e i Bluebeaters”.
Dopo un periodo di pausa, il progetto Bluebeaters riprende a tempo pieno all’inizio del 2005 con Peter Truffa al Piano al posto di Kikke Benifei. Il 30 settembre dello stesso anno esce “Long Playing” (V2/Universal), 22 cover che raccontano le passioni musicali di Giuliano Palma & The Bluebeaters.
Come maggiore è il peso delle canzoni della tradizione italiana e l’inizio di una nuova fase della band: la composizione di brani originali. Oltre a “Marvin Boogaloo”, nel re-packaging uscito nel 2008, compare il nuovo singolo “Se Ne Dicon Di Parole” che diventa subito un tormentone in tutte le radio della penisola, decretando per i Bluebeaters un notevole e meritato successo sia radiofonico che live.
PROGRAMMA 10 AGOSTO 2012
ore 17.00 seminari musicali
ore 22.00 Locomotive Breath
ore 23.00 Giuliano Palma & The Bluebeaters
ore 01.00 jam session
ore 01.00 NottAVIS