Con oltre l’85% di indice di riempimento delle sale e più di duemila spettatori, si spengono i riflettori sulla XIX edizione del Festival Duni, manifestazione dedicata al più noto cittadino di Matera nel mondo, il compositore Egidio Romualdo Duni. Durante il mese di ottobre, punteggiato da quattordici appuntamenti musicali, il Festival ha mostrato un volto nuovo, concentrando per la prima volta la programmazione musicale su alcuni importanti maestri lucani o meridionali di rilievo nella storia musicale europea, tra il Rinascimento e il pieno Settecento, proposti entro un peculiare dialogo tra suggestioni ancestrali, consapevolezza storica e nuove tecnologie del suono.
«Si è conclusa quella che sento di poter definire come la migliore edizione di questi 19 anni – afferma il fondatore del Festival Duni, Saverio Vizziello – perché siamo riusciti a darle una caratterizzazione ben precisa, sintetizzando l’essenza di Matera in un programma che ha messo insieme la musica antica e la musica contemporanea, in concerti eseguiti negli spazi più belli della nostra città. Il nuovo Festival Duni si candida a essere una delle manifestazioni culturali di maggior rilievo a Matera; anche per questo stiamo già lavorando alla XX edizione del 2019, anno in cui l’attenzione internazionale sarà concentrata sulle nostre proposte. A nome di tutto lo staff ringrazio il pubblico che ha accolto calorosamente il festival appena concluso, i Comuni di Matera e di Irsina, la Regione Basilicata, il Mibac e i nostri sponsor».
Con quattordici concerti in nove luoghi simbolo della città di Matera, con i migliori solisti del territorio accanto a importanti ensemble internazionali come la Cappella Neapolitana di Toni Florio, il Concerto Soave di Marsiglia, l’ensemble dell’Ars Nova de la Habana di Cuba, il Daedalus Ensemble di Ginevra, durante il Festival Duni 2018 si sono ascoltate pagine rare di compositori meridionali quali Giovanni Maria Trabaci, Luigi Rossi, Domenico Scarlatti, Giovan Battista Pergolesi, Nicola Porpora e di Egidio Romualdo Duni, alcune in prima esecuzione moderna.
«Questa mia prima edizione di Festival in veste di direttore artistico – commenta Dinko Fabris – mi ha regalato una grande soddisfazione: quella di poter dire, dopo aver visto crescere la manifestazione giorno dopo giorno, che sono state poste le basi per un progetto solido in una città che è al centro del dibattito culturale di tutta Europa, meta di turismo di qualità. La compresenza di musicisti locali del passato (i compositori) e del presente (gli esecutori), affiancati alle realtà di gruppi internazionali specialisti del repertorio antico, e un inedito rapporto di compresenza creativa fra la musica barocca e l’elettronica sono le cifre assolute del Festival. Questa unione di generi è splendidamente riuscita grazie alla collaborazione con MaterElettrica che ha reso originalissima non solo la Passione di Giovanni Maria Trabaci ma anche la prima esecuzione del Dramma di Didone con le musiche di Duni, nuova produzione di quest’anno in un luogo ricco di fascino come il Museo Musma».