E’ stato un evento straordinario quello al quale il pubblico materano ha assistito mercoledì sera in piazza Giovanni XXIII, nel rione Spine Bianche di Matera, uno degli appuntamenti all’interno del 22° Festival Duni (5 settembre/24 ottobre), programmazione firmata dal direttore artistico Dinko Fabris e dal presidente Saverio Vizziello. L’esecuzione dei Carmina Burana di Carl Orff è un progetto nato dalla collaborazione tra l’Orchestra Magna Grecia nell’occasione diretta dal Maestro Michele Nitti, i cori ARCoPu, ARCoPu voci bianche e L.A. Chorus. Fra gli altri protagonisti: il soprano Claudia Urru, il baritono Guido Dazzini, il controtenore Vincenzo Franchini, i Maestri del Coro Andrea Crastolla, Agostino Ruscillo, Annarita Di Giovine Ardito, i Maestri del Coro delle Voci bianche Luigi Leo, Erica Pizzileo. Il capolavoro di Orff, è stata introdotta dal presidente del Festival Duni e direttore del Conservatorio “Duni” di Matera, il Maestro Saverio Vizziello, e dal direttore artistico dell’Orchestra della Magna Grecia, Maestro Piero Romano.
L’esecuzione dei “Carmina Burana” è stata anticipata dalla composizione “Mulier, ceu fulgur descendens” del maestro Valter Sivilotti su versi di Dante Alighieri, di cui ricorrono i 700 anni dalla morte. Un preludio che ha preceduto l’esplosione di “Carmina Burana”, cantata scenica composta da Orff tra il 1935 e il 1936, basata su 24 poemi i cui testi, quasi tutti in latino, recitano motivi antigerarchici e anticuriali di tono pessimista, irriverente, satirico e morale, e riprendono i temi della giovinezza, della vita libera, dell’amore, del vino e del giuoco. L’opera, strutturata in un prologo e tre parti, deflagra con l’invocazione alla Dea Fortuna.
“O FORTUNA”, APPLAUSI E BIS
“O Fortuna”, applauditissima e riproposta da orchestra e coro in un inevitabile bis, spiega come la sorte da favorevole possa diventare avversa e come essa comandi su qualsiasi elemento. E’ il verso di apertura e chiusura del ciclo, senza dubbio il brano più celebre della composizione. Nella versione di Orff è diventato così conosciuto da essere scelto come colonna sonora in vari film, come “Excalibur” (1981), spot televisivi o in documenti video di grande pathos.
La superlativa direzione del Maestro Michele Nitti, l’armonia tra l’Orchestra della Magna Grecia e il coro (la prima collaborazione risale al 2015, “Requiem” di Verdi diretto dal maestro Gianluigi Gelmetti) hanno completato un quadro dalle forti suggestioni che può incantare ed emozionare solo quando tutti gli attori di un progetto così imponente interagiscono con consapevolezza e professionalità. Ognuno nel rispetto delle proprie abilità, esercitando anche quella empatia che genera sintonia tra protagonisti e pubblico, stabilendo grande affinità elettiva.
«Inutile sottolineare ancora una volta – ha detto Saverio Vizziello, presidente del Festival e direttore del Conservatorio “Duni” di Matera – quanto sia stato importante per la nostra rassegna giunta alla sua ventiduesima edizione riprendere le attività dopo il lungo periodo imposto dal Covid; quest’anno abbiamo inteso valorizzare le periferie, più di quanto non avessimo fatto in passato; l’occasione si è presentata con i Carmina Burana, opera monumentale di Orff per una serata dal grande impatto emozionale».
«Un evento straordinario – ha dichiarato Piero Romano, direttore artistico dell’Orchestra Magna Grecia – che ha coinvolto trecento artisti, fra coro, orchestra e “soli”; la direzione del Maestro Nitti valorizza il senso poetico dei Carmina: l’inneggiare all’amore, al divertimento e alla fortuna; questo è sicuramente il modo migliore per ricordare, a settecento anni dalla sua morte, atmosfera e ambiente che ispirarono Dante Alighieri; il Sommo Poeta è un simbolo dell’Italia e merita questo sentito omaggio, monumentale, cui si è affiancato quello commissionato al Maestro Valter Sivilotti».
La fotogallery dei Carmina Burana (foto www.SassiLive.it)