Un appuntamento di grande qualità, quale autentica «ciliegina sulla torta» nell’ambito degli appuntamenti della Stagione concertistica dell’Orchestra Sinfonica ICO 131 della Basilicata.
Il Concerto per marimba e orchestra d’archi dell’autore brasiliano Ney Rosauro, preceduto dalla Serenata per archi di Elgar, in scena sabato a Potenza al Centro sociale di Malvaccaro – e domenica in replica al teatro “Rendano” di Cosenza – ha offerto «la possibilità di far conoscere anche al pubblico potentino i colori suadenti della marimba e di assolvere, dunque – spiega il Maestro e Direttore d’Orchestra Pasquale Menchise – all’imprescindibile funzione educativa e di apertura culturale che deve avere una ICO. Una produzione che ho, inoltre, tenuto a portare anche fuori dalla nostra regione, rafforzando così la bella sinergia con l’Orchestra Brutia. La musica consente di creare ponti invisibili e unire i popoli con la lingua universale delle note. Appena ho conosciuto il Maestro Gianfriddo, ho subito pensato che avremmo dovuto collaborare insieme e così è nata l’idea di realizzare questo concerto e di far conoscere il talentoso Maestro Gianfriddo al nostro pubblico, avendo già avuto in passato più occasioni di far musica con lui in altre parti del mondo. Il successo e l’entusiasmo di pubblico nei concerti realizzati mi hanno dato ragione, così come la generosità del solista nel concedere numerosi bis, applaudito anche dall’Orchestra sempre in continua crescita».
«La marimba – spiega il Maestro Filippo Gianfriddo, fiorentino d’origine, ma sardo d’adozione, tra l’altro, Prima Parte da 26 anni della Fondazione Teatro Lirico di Cagliari e vincitore di innumerevoli concorsi dalla Scala di Milano all’Orchestra di Macao – ha le potenzialità del pianoforte. La tastiera di legno viene suonata con quattro bacchette, l’origine è africana. Il mio impegno è farlo conoscere a un pubblico sempre più ampio: i primi concerti per questo strumento e orchestra sono stati scritti a metà del secolo scorso, niente in confronto al repertorio di violino o piano che vantano secoli di storia e repertorio dei grandi autori classici. Uno strumento proiettato nel futuro, che necessita ancora di molta promozione affinché sia conosciuto in Italia nel pieno delle sue potenzialità. Produce un suono che davvero tocca le corde dell’anima. Un suono unico, grazie alla vibrazione naturale del rosewood, ora dolce, ora aspro, ammaliante nelle escursioni dinamiche, variegato come l’anima delle persone. Ringrazio il Maestro Menchise e tutti i dirigenti della ICO 131 dell’invito e del piacere di avermi riempito il cuore nel fare Musica insieme».