Bob Marley non lo avrebbe mai immaginato di certo, che la sua musica potesse un passare tutti i confini e che diventasse, assieme al suo messaggio, l´icona ed il simbolo di una generazione. Accade negli ultimi anni, questo fenomeno che colora piazze e arene di rosso, giallo e verde e che popola l’immaginario di idee di amore e fratellanza universale.
L’inizio di questo momento di diffusione commerciale si è sicuramente avuto con l´emergere di artisti quali Shaggy, Beenie Man e Sean Paul, che hanno permesso alla massa di recepire le sonorità reggae e di spaziare nel vasto mondo che parte da Kingston.
La scena musicale, al momento, è dominata dalla Giamaica con dei mostri sacri quali Capleton, Sizzla, Buju Banton e Junior Kelly; c´è da dire che svariate nazioni hanno i loro rappresentanti di tutto rispetto: l´Inghilterra di Macka B, Africa Unite e Sud Sound System per l´Italia, poi anche i Seeed dalla Germania e molti altri, senza contare l´underground che pullula di realtà che aspettano solo di farsi ascoltare nei numerosi festival che ogni anno raccolgono sempre maggiori consensi.
Il reggae, come cultura, si lega alla religione rasta, o rastafarianesimo, il quale prende spunto dalla bibbia ebraica ed individua il popolo etiope come la tredicesima tribù d´Israele. Niente alcool, dieta ferrea (non si mangiano animali che camminano o volatili che toccano terra, considerata impura) e l´utilizzo della marijuana come mezzo meditativo per avvicinarsi al dio supremo. Dio in terra per questa religione è stato Haile Selassiè, imperatore d´Etiopia fino al 1975, anno della sua morte. I fedeli del rastafarianesimo fanno riferimento a Marcus Garvey, il quale negli anni ´20 profetizzò l´avvento di un monarca-messia nero ed il ritorno di tutti i neri in Africa. La musica reggae veicola i contenuti di questa filosofia, trasmettendo un messaggio di pace, fratellanza e rispetto delle culture.
Come ogni cultura, quella reggae ha un lato “emerso” (quello commerciale, legato alla diffusione musicale su scala globale, caratterizzato dalla pochezza di contenuti e dall´assenza di messaggio religioso) ed un aspetto, quello “sommerso, che necessita ancora di qualche anno per stabilizzarsi nella cultura “occidentale”. Nel frattempo, faremmo bene a prepararci a questo avvento sociale ascoltando con coscienza il messaggio universale contenuto nei testi e nello spirito di un vero rasta: Mr. Bob Marley.
Voglio terminare dicendo che il reggae non porta dipendenza di alcool e droghe.
Saverio Lardino per Torraca News Live