Una dedica a un capolavoro dell’arte sacra attraverso la musica. Arriva il secondo appuntamento con il Mysterium Festival: il Requiem di Mozart incanterà la Chiesa di Sant’Agostino a Matera domenica 31 marzo alle ore 19.30. Un’occasione imperdibile per ascoltare la musica sacra in un concerto con ingresso libero. “La Messa da Requiem in re minore K626” di W. Mozart è la sua ultima composizione. Rimasta incompiuta per la morte dell’autore, il 5 dicembre 1791, fu completata successivamente dall’amico e allievo Franz Xaver Süssmayr. Il Requiem sarà interpretato per l’occasione da: il soprano Giorgia Teodoro, il mezzosoprano Marta Pluda, il tenore Manuel Amati, il basso Rocco Cavalluzzi, il direttore Maestro Alvise Casellati, il maestro del coro Andrea Crastolla, L.A. Chorus e l’Orchestra della Magna Grecia.
L’opera di Mozart è legata alla morte del suo autore, avvenuta il giorno successivo alla stesura delle prime battute delle parti vocali del Lacrimosa. Stendhal racconta che un anonimo committente (che si presentò alla sua porta nel cuore della notte con una maschera, un mantello scuro e una sacca con danari) incaricò Mozart, malato e caduto in miseria, di comporre in quattro settimane una messa da requiem. Mozart tentò di scoprire chi fosse il misterioso committente ma le forze cominciarono a mancargli e si convinse che si trattasse di un emissario dell’aldilà per fargli scrivere la messa da Requiem per se stesso. Allo scadere delle quattro settimane l’uomo si presentò per ritirare la composizione che Mozart non aveva ancora completato. Gli offrì altri cinquanta ducati e altre quattro settimane di tempo: inutili, poiché Mozart morì lasciando l’opera incompiuta.
Alvise Casellati è considerato uno dei talenti emergenti degli ultimi anni. È Presidente e Direttore Musicale del Central Park Summer Concerts, un’organizzazione che realizza concerti annuali di Opera Italiana a Central Park, New York, con l’obiettivo di promuovere la conoscenza e l’apprezzamento dell’Opera italiana mirata in particolare alle giovani generazioni. Ha diretto l’attore hollywoodiano John Malkovich nel suo debutto italiano a luglio 2017 al’Emilia Romagna Festival con “Report on the Blind”. È Fondatore e Presidente della Comunità Veneziana di New York. È stato amministratore delegato della Fondazione per l’arte e la cultura italiana a New York.
Il soprano Giorgia Teodoro ha all’attivo prime esecuzione assolute, in Italia e all’Estero, e di recente ha debuttato il ruolo di Frasquita nella “Carmen” di G. Bizet.
Il basso Rocco Cavalluzzi è stato vincitore del prestigioso concorso “Toti Dal Monte” di Treviso. Alla Scala di Milano si esibisce regolarmente nella produzione per le
scuole de Il Barbiere di Siviglia di Rossini, L’elisir d’Amore e in diversi concerti.
Il mezzosoprano Marta Pluda nel gennaio 2019 è stata Angelina in una riduzione di La Cenerentola di G. Rossini a Torino presso l’Auditorium A. Toscanini con
l’Orchestra Sinfonica della RAI.
il tenore Manuel Amati si è esibito nel concerto “Baroccherie pugliesi” nel cartellone del Giovanni Paisiello Festival 2015.
Il LA Chorus, Lucania & Apulia Chorus, è un progetto corale italiano di natura professionale alternativo agli enti lirico sinfonici attivo dal 2014 nel sud Italia.
Main sponsor: Ubi Banca, Grieco Abbigliamento, Programma Sviluppo.
Partner: Ecowash, Bawer, Italcementi.
Partner istituzionali: Regione Basilicata, Fsc, Comune di Matera, Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, Basilicata Circuito Musicale.
Per informazioni: Orchestra della Magna Grecia, via De Viti De Marco 13 – Matera (Tel. 0835.1973420).
Cartolibreria Montemurro via delle Beccherie 69 – Matera (Tel. 0835.333411).
Di seguito l’intervista al Maestro Alvise Casellati:
– Quando ha capito di voler diventare un direttore d’orchestra?
In principio fu la ” Sinfonia Jupiter” di Mozart. Avevo diciott’anni. Affrontavo per la prima volta l’analisi di una partitura e rimasi affascinato dalla sua complessità. La più grande sfida della mente nel campo della musica. Un’emozione per me forte e illuminante. Vi coesistevano due componenti fondamentali ai miei occhi: da un lato la laboriosità dello studio di per sé stesso e dall’altro la ricchezza di possibili sfumature interpretative ed emotive.
– “La Messa da Requiem in re minore K626” di W. Mozart è l’ultima opera del compositore. Dal suo primo ascolto alla sua direzione di oggi di questa pagina cosa è cambiato per lei?
Il Requiem di Mozart ha suscitato in me una forte emozione sin dal mio primo ascolto e dalle prime note. Questa emozione non è per nulla scemata nel tempo, anzi. La maturità musicale ed emotiva che consegue alla crescita personale e professionale, non ha fatto che aumentare il mio interesse per quest’opera. Quello che mi ha sempre colpito di questa composizione è come riesca a commuovere sin dall’inizio con armonie e tecnica compositiva tanto lineari quanto al contempo geniali.
– Questo è il suo primo incontro con l’Orchestra Magna Grecia, ma lei di primi incontri con orchestre nella sua vita ne ha avuti tanti, è vero che è il momento più delicato per instaurare un rapporto di collaborazione proficua?
Il mio primo incontro con l’orchestra è sempre dedicato all’ascolto, all’individuazione delle capacità tecniche dei singoli musicisti e dell’orchestra nel suo insieme, e successivamente all’instaurazione di un rapporto in base alle qualità umane dei loro componenti. Ma in primis, la prima parola spetta alla bacchetta.
– I concerti a Taranto e Matera rientrano nell’ambito del Mysterium Festival, un cartellone che ruota intorno ai temi della fede e della passione. La musica sacra rappresenta un punto di arrivo di molti grandi compositori. Quale evoluzione riconosce nella musica sacra della nostra epoca rispetto al Requiem di Mozart?
Vi è una linea di continuità che lega i maestri del passato ai compositori di oggi: il desiderio di affrontare i grandi temi quali il sacro, i misteri della vita e dell’universo. Va da sé che, nel tempo, la musica sacra – intesa come accompagnamento all’azione liturgica – è stata interpretata secondo la spiritualità sentita in ogni preciso momento storico. Quindi l’interpretazione di ciò che ricade nel sacro è stato sempre oggetto di profondo dibattito all’interno della Chiesa. Si pensi al dibattito di fine Ottocento a Parigi, ai tempi in cui Rossini componeva la sua Petite Messe. Vi erano movimenti di pensiero che si esprimevano per un’innovazione nella direzione della grande orchestra sinfonica e dell’introduzione di temi tipici del mondo dell’opera.
Da ultimo, il Concilio Vaticano del 1963 ha riconosciuto il canto gregoriano come “canto proprio della liturgia Romana… gli si riservi il posto principale “in quanto esprime concetti teologici”. Per ciò che concerne gli altri generi, e specialmente la polifonia, sono tenuti a rispondere allo spirito dell’azione liturgica.
Attualmente non sono molti i compositori che si cimentano in un campo così complesso. Conciliare la struttura e i tempi rigidi inerenti la funzione della Musica Sacra con l’evoluzione della musica contemporanea ha messo un po’ in disparte questo genere di composizione. Ciò non toglie che alcuni maestri del XX secolo come, ad esempio, Arvo Pärt nella sua” Berliner Messe” (1990), siano stati in grado di applicare una tecnica loro propria – nel caso di Part si tratta della tintinnabuli tecnique – raggiungendo dei risultati del tutto originali e interessanti.